Alcamo: exploit del M5s, Pd fuori dal ballottaggio «Voto disgiunto è stata manovra politica sbagliata»

A un giorno dal voto per le amministrative ad Alcamo, acquisiti i risultati, è tempo di bilanci. Come prevedibile la corsa alla poltrona di sindaco della cittadina del golfo sarà decisa al ballottaggio. Quello che però nessuno si aspettava è che il secondo turno elettorale sarebbe stato in bilico fino all’ultimo momento, con Domenico Surdi, candidato del Movimento 5 stelle, che ha sbaragliato la concorrenza infliggendo distacchi abissali ai contendenti al punto da sfiorare l’elezione al primo turno e fermandosi al 48,1 per cento. Lo sfidante alle urne il prossimo 19 giugno sarà Sebastiano Dara, sostenuto da Alcamo bene comune e Alcamo Cambierà, forte del suo 17,4 per cento delle preferenze.

«Sapevamo che il M5s avrebbe avuto un grosso riscontro alle urne – commenta Caterina Camarda, portavoce di Alcamo bene comune – ma non ci aspettavamo certamente questi numeri, frutto soprattutto del massiccio ricorso al voto disgiunto, dato dimostrato dal divario impressionante tra le percentuali ottenute dalla lista a sostegno di Surdi (31,4 per cento) e quelle fatte segnare dal candidato sindaco». E proprio un risultato prossimo al 30 per cento è quello che gli sfidanti di Surdi si aspettavano per il grillino. «I nostri voti – continua Camarda – sono coerenti a quelli ottenuti dalle due liste a supporto di Dara, questo significa che diversi elettori di Pd e Udc, in particolare, hanno deciso di non dare la preferenza al proprio candidato di riferimento. Un segnale importante, forse una manovra politica malriuscita». 

Un sentore confermato anche in casa Cinquestelle. «Ci è giunta nei giorni scorsi questa voce – spiega Valentina Palmeri, deputata regionale pentastellata e cittadina alcamese – Si parlava della volontà di farci vincere al primo turno così da avere pochi consiglieri in maggioranza e quindi più difficoltà a governare. Questo però non è accaduto, anche per i tanti errori riscontrati in sede di spoglio in chi tentava di esprimere la preferenza per dei consiglieri di un’altra lista e allo stesso tempo per il nostro candidato sindaco».

«Siamo molto contenti dei nostri risultati e di essere al ballottaggio con i Cinquestelle – aggiunge Camarda, di Abc – Si tratta della dimostrazione della voglia di cambiamento che c’è nei cittadini di Alcamo». Un vento che ha portato all’esclusione di molti volti noti della politica comunale alcamese, rimasti fuori dai giochi anche per la poltrona in consiglio e per la debacle del candidato del Partito democratico in uno dei feudi storici dei dem. «Oggi Alcamo si è svegliata con una notizia felice – conclude la portavoce di Dara -. La voglia di nuovo si vede nel successo di tanti giovani nelle nostre liste come in quella del M5s, ma anche in quella del Pd. Il candidato che ha preso più voti tra i pentastellati ha ricevuto il doppio delle preferenze che riceveva Nino Papania nei tempi d’oro». E in ottica ballottaggio nessuna paura: «Ci siamo già ritrovati a dovere recuperare uno svantaggio simile quattro anni fa, non ci spaventa (alle ultime elezioni solo il riconteggio delle schede ha tolto la vittoria ad Abc per una manciata di preferenze ndr). Certo, Bonventre era un avversario completamente diverso da Surdi, ma siamo pronti». 

In casa dei M5s di certo non c’è meno stupore per il risultato ottenuto. «Sapevamo che avremmo fatto bene – prosegue Palmeri – ma non credevamo sarebbe andata così. Durante la campagna elettorale, incontrando la gente, si avvertiva forte l’esigenza di un rinnovamento, ma non avevamo idea che la risposta potesse essere così forte». Una voglia di rinnovamento spinta anche dalle recenti vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti ex membri dell’amministrazione comunale. «L’inchiesta che ha coinvolto l’ex vice sindaco – aggiunge la deputata – è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Soprattutto nel mondo imprenditoriale, da cui proviene Vittorio Ferro, il candidato consigliere pentastellato che ha raccolto il maggior numero di preferenze. Le tante promesse disattese hanno spinto molti a votare per il nostro progetto». 

Gabriele Ruggieri

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