Albo della formazione: dipendenti assunti nel 1905, altri prima del 1976. Altri ancora assunti da condannati. Il nuovo scandalo del progetto Spartacus

PER IL PRESIDENTE CROCETTA NESSUNO PERDERA’ IL POSTO DEI LAVORO. DI FATTO, IL 65 PER CENTO DEGLI ADDETTI E’ COMPOSTO DA LICENZIATI E SOSPESI DAL PROPRIO ENTE. GENTE CHE RISCHIA DI ANDARE A CASA PER SEMPRE 

Nel settore della Formazione professionale aumenta sempre più il caos sociale. L’Albo regionale dei docenti e non è sottoposto alle verifiche degli uffici regionali per la presenza di nominativi non in regola. Le graduatorie provinciali relative al progetto Spartacus del Ciapi di Priolo sono oggetto di ricorsi e denunce sulla gestione complessiva della procedura che non ha ancora consentito ai circa mille e 300 operatori di riprendere a lavorare.

Negli interventi formativi migliaia di lavoratori sono in attesa di essere ricollocati dall’amministrazione regionale e di ricevere i pagamenti arretrati, ma nulla si muove. Risultato, oltre il 65 per cento dei lavoratori rischia il posto di lavoro.

Eppure è trascorsa una settimana dalla fiducia incassata dal presidente Rosario Crocetta a Sala d’Ercole, sede del parlamento siciliano. In quell’occasione il governatore, che ha avuto il via libera dal PD, aveva riaffermato il principio che nessun lavoratore della Formazione professionale avrebbe perduto il posto di lavoro. Un’affermazione che continua a scontrarsi con la realtà che racconta una diversa verità. Andiamo con ordine per tentare di fare chiarezza in un settore dove la trasparenza stenta ad emergere.

Sull’Albo sono pervenute diverse segnalazioni che fanno emergere punti oscuri nella composizione dell’elenco regionale. Vi sarebbero casi di lavoratori assunti nel 1905, ai tempi di Giolitti. Si dovrebbe trattare di refuso. Chissà.

Poi, vi sarebbero 41 dipendenti “storici”, cioè assunti prima dell’emanazione dal parte dell’Assemblea regionale siciliana della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 che ha disciplinato il settore della Formazione professionale in Sicilia. Com’è possibile?

Eppure sembrerebbe proprio così. Ed ancora, vi sarebbe una sfilza di lavoratori assunti entro il 31 dicembre 2008 all’età di 17 anni.

Inoltre, molti lavoratori iscritti avrebbero dichiarato l’assunzione storica entro la fine del 2008, ma con contratto di lavoro stipulato presso un supermercato o un banchetto di frutta o presso un ente formativo che non svolgeva alcuna attività con la legge regionale n.24/76.

Fatto ancor più grave è quello che riguarderebbe diversi lavoratori utilmente inseriti nell’Albo regionale, ma condannati con sentenza definitiva per reati vari di natura penale. Alcuni di questi, in verità, si legge nelle segnalazioni raccolte, sarebbero stati depennati dal citato Albo per poi comparire negli elenchi del progetto Spartacus.

E veniamo al progetto Spartacus, che fa riferimento alla commessa assegnata “in house providing” dalla Regione siciliana al Ciapi di Priolo per assorbire per sei mesi gli operatori degli Sportelli multifunzionali che al 30 settembre 2013 hanno ultimato le attività a valere sugli Avvisi n.1 e 2 del 2010.

Le graduatorie sarebbero state formulate in assenza di precisi criteri, assegnando il coordinamento su base provinciale a soggetti, prelevati tra i noni e ottavi livelli, in possesso di anzianità inferiore rispetto ad altri. Gli stessi elenchi conterrebbero decine di nominativi con pendenze penali per stupro, truffa o furto, o soggetti che non risultano iscritti all’Albo regionale di cui al decreto n.38/Gab dell’11 ottobre 2013.

Una gestione approssimativa che mette a rischio l’avvio stesso delle attività presso il Ciapi di Priolo, che nel frattempo avrebbe provveduto a contrattualizzare direttori generali e direttori di ottavo livello, alcuni dei quali, viene riferito nelle segnalazioni, con il doppio incarico di lavoratore e datore di lavoro presso l’ente di appartenenza. Si tratterebbe di conflitto d’interesse, o cosa?

Circolano, inoltre, insistenti voci, su questa partita, di una inchiesta parlamentare che partirebbe nei prossimi giorni per far luce sulla procedura complessivamente adottata dall’amministrazione regionale nella gestione dell’ ‘avviso Ciapi’. Altre indiscrezioni raccolte raccontano di esposti pronti ad essere depositati presso la Procura della Repubblica per denunciare l’assenza di criteri trasparenti nella redazione delle graduatorie e nell’assegnazione di ruoli e responsabilità nelle unità di coordinamento provinciali.

Veniamo al caos sociale che sempre più assomiglia ad una vera e propria “macelleria sociale” negli Interventi formativi.

Sono 683 i lavoratori già licenziati per esubero strutturale o per l’esclusione dalla prima annualità dell’Avviso 20/2011 degli enti di appartenenza. Sono mille e 47 i lavoratori in bilico per effetto della revoca dell’accreditamento che ha colpito i datori di lavoro.

A questi vanno aggiunti i 22 dipendenti di enti in fase di revoca e tutti gli altri che potrebbero ingrossare la statistica dei senza lavoro. Per non dimenticare i 226 lavoratori sospesi dopo l’avvio del citato Avviso 20 ed i 401 esuberi per effetto del taglio del 10 per cento attuato dal Governo Crocetta in sede di finanziamento della seconda annualità delle attività formative (Piano Giovani).

Ai due mila e 380 lavoratori con il futuro seriamente a rischio si aggiungono ad oggi i mille e 300 operatori degli Sportelli multifunzionali che, come dicevamo, non hanno ancora preso servizio presso il Ciapi di Priolo. Ed in ultimo, spesso dimenticati, vi sono i circa mille e 800 lavoratori dell’obbligo formativo (IeFP/Oif) che restano con il futuro incerto, anche se entro fine novembre dovrebbero essere attivati in Sicilia i corsi riguardanti la prima annualità.

Quali scelte voglia adottare il Governo regionale per finanziare le seconde e terze annualità non è dato sapere. Va rimarcato che al 31 dicembre 2013 scadrà l’Avviso 19/2011, che ha finanziato le seconde e terze annualità dell’Oif, e non risulta che vi sia pronto un nuovo bando pubblico.

Con quali ricorse saranno finanziati i secondi e terzi anni dei corsi indirizzati ai minori in obbligo scolastico ancora non si capisce. L’esecutivo non ha fornito ad oggi alcuna interpretazione. Un esercito di cinque mila e 480 dipendenti, tutti titolari di rapporto di lavoro a tempo indeterminato, stipulato prima dell’1 gennaio 2009 che non possono sentirsi al sicuro nonostante i continui slogan del presidente Crocetta circa il mantenimento dei posti di lavoro. E siccome sono stati inseriti nell’Albo regionale otto mila e 338 lavoratori, il dato che emerge in maniera schiacciante è che sarebbero a rischio più del 65 per cento dei titolari di rapporto di lavoro secondo la disciplina della legge regionale n.24/76 e successive modifiche ed integrazioni.

Altro che tutela e garanzia del posto di lavoro! Il governatore della Sicilia sembra un prestigiatore…

La verità è che siamo in presenza di un’emergenza sociale che fino ad oggi è stata mal gestita dall’esecutivo e dalla burocrazia regionale. Promesse non mantenute e scelte sbagliate che hanno messo in difficoltà anche sindacati e associazioni degli enti formativi. Uno scenario che era ampiamente prevedibile, eccezion fatta per i 10 enti formativi destinatari di provvedimenti giudiziari da parte delle Procure della Repubblica di Messina e Catania. Ancora oggi non si registrano novità sul versante delle misure da adottare per la tutela del personale utilmente inserito all’Albo regionale.

Il settore della Formazione professionale appare sempre più la cassa di risonanza per distrarre opinione pubblica e addetti ai lavori e garantire al Governo regionale di concentrarsi su questioni più interessanti. Basti pensare alla gestione complessiva della Sanità con il caso “Humanitas”, alla gestione dei rifiuti in Sicilia, al ritorno alla Tabella “H”, che il presidente Crocetta aveva ampiamente osteggiato in più occasioni proprio a Sala d’Ercole.

Bugie e contraddizioni che si scontrano con la rivolta sociale che sembra essere alla porte. Comuni e Province in rivolta, forestali sul piede di guerra, precari pronti a scendere in campo, i Comitati No Muos in mobilitazione visto che gli americani starebbero per mettere in funzione le antenne satellitari.

Problemi enormi che il Governo Crocetta, tra promesse e rinvii, ha lasciato incancrenire. Nodi che oggi tornano al pettine, tutti insieme. Con la soglia di povertà che in Sicilia ha superato i livelli di guardia. Scenari di possibili rivolte sociali a fronte di un Governo regionale incartato su se stesso ed entrato in un tunnel inestricabile dal quale difficilmente riuscirà a vedere la luce. Un esecutivo che mostra tutti i limiti giorno dopo giorno mentre la Sicilia affonda. Con un PD siciliano, che pur avendo subito in parte certe scelte dissennate del Governo Crocetta, si ritrova, adesso, a doverne rispondere sul piano politico.

Giuseppe Messina

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