Albergheria, un regolamento per il mercatino  Residenti esasperati: «Basta con questo caos»

Un regolamento comunale da portare prima possibile in Consiglio per dare una parvenza di ordine e regolarità istituzionale al mercatino abusivo – termine ormai riduttivo, visto che ogni giorno guadagna metri e ormai si è trasformato in un vero e proprio suk – che ogni mattina, trecentosessantacinque giorni all’anno, salvo condizioni meteo davvero proibitive, trasforma l’intero quartiere dell’Albergheria, da corso Tukory a San Saverio fino a Ballarò, in un girone dantesco.

È questa la proposta emersa dall’assemblea pubblica organizzata da Sos Ballarò presso la chiesa di San Francesco Saverio, che si è tenuta oggi pomeriggio. Erano presenti, oltre al parroco padre Cosimo Scordato, il sindaco Leoluca Orlando, gli assessori Sergio Marino, Giusto Catania, Giovanna Marano e Agnese Ciulla, la presidente dell’Amap Maria Prestigiacomo e il comandante della Polizia Municipale Vincenzo Messina.


Lo scenario che si presenta ogni mattina (ma a volte anche dalla notte prima) all’Albergheria è surreale: merce di dubbia (se non chiaramente illecita) provenienza accatastata su tappeti, auto o direttamente sull’asfalto e sui marciapiedi, bici rubate, letti e reti di ospedale, specie animali protette come i cardellini più volte sequestrati dalla forestale, galline stipate all’inverosimile in gabbie strettissime, generi alimentari senza alcun rispetto per le norme igienico-sanitarie. Quasi superfluo elencare i disagi per i residenti: cumuli di rifiuti e sporcizia dappertutto con la Rap costretta ogni notte ad un surplus lavorativo per rimuovere almeno gli ingombranti, difficoltà perfino a uscire o tornare a casa con l’auto e men che meno a trovare parcheggio – soprattutto nei weekend – senza dimenticare le ripetute minacce subite dai dipendenti del Museo Gemellaro in corso Tukory.

Le forze dell’ordine di tanto in tanto hanno effettuato qualche blitz attraverso i controlli integrati del territorio coordinati fra polizia, carabinieri, forestale, guardia di finanza e vigili urbani ma finora nessuna azione decisiva è stata portata per scovare e chiudere per sempre i magazzini della ricettazione occultati fra i vicoli del quartiere. Gli assenti all’assemblea di San Saverio sono proprio i rappresentanti delle forze dell’ordine, con la sola eccezione del comando di via Dogali.

L’assemblea è andata avanti fra momenti di tensione con i cittadini esasperati e il racconto dell’esperienza vissuta a Torino da un’ospite speciale invitata da Sos Ballarò, Ilda Curti, ex assessore all’Integrazione con le giunte Chiamparino e Fassino, che ha raccontato come è riuscita, al termine di un lavoro durato anni, a trasformare un mercatino abusivo molto simile a questo in una zona commerciale ordinata e delimitata, con accesso limitato agli autorizzati, anagrafe dei mercatari e dei mezzi di trasporto (con censimenti aggiornati ogni tre anni) e formazione su norme, ordinanze e regolamenti, obbligo di pulizia e raccolta dei rifiuti.

«Il primo passo – dice Curti – è distinguere tra chi vende merce legale in modo irregolare e chi vende merce illegale: questi sono fuori a prescindere. A Torino abbiamo intrapreso un lungo percorso istituzionale acquisendo di settimana in settimana la fiducia dei mercanti, che hanno anche fondato un’associazione, e pretendendo che acquisissero un titolo per vendere merce non di dubbia provenienza all’interno di un’area comunque gestita dall’amministrazione comunale con un ufficio dedicato. Sia chiaro che non è un mercato degli stranieri o degli italiani, ma dei poveri. Certo, ora che il sistema è entrato a regime le forze dell’ordine impiegate non sono massicce – sottolinea l’ex assessore del capoluogo piemontese – ma all’inizio qualche azione di forza è stata necessaria. Il ruolo delle forze dell’ordine è fondamentale, soprattutto vigili e polizia di stato».

La proposta di Sos Ballarò è proprio quella di partire dall’esperienza torinese per riprodurla a Palermo con i dovuti accorgimenti, senza arrivare a proibire del tutto un mercatino che «di fatto è un ammortizzatore sociale reale – sostiene Massimo Castiglia di Sos Ballarò -.Se lo vietiamo qui, si sposterà da un’altra parte. Servono soluzioni perché sono arrabbiati i residenti e sono arrabbiati i mercatari».

Il sindaco Orlando ha ricordato l’esperimento di tre anni fa – durato lo spazio di tre settimane – quando la Polizia Municipale sorvegliò la zona con i blindati e decine di agenti impedendo di peso lo svolgimento del mercatino abusivo: smontato il presidio, il caos è ricominciato. Anche perché la sperimentazione era sostenuta solo da un’ordinanza sindacale, che ha un potere temporalmente limitato. Il Professore aveva anche proposto ai mercatari una soluzione alternativa, quella di avviare un centro di libero scambio dell’usato, ma la proposta è caduta nel vuoto e i residenti ora sono tornati alla carica.

Nella bozza di regolamento alcuni punti saldi saranno: l’individuazione di un’area «a condizione che sia delimitata rigorosamente e difesa militarmente e senza deroghe – avverte Orlando -. L’area non sarà contigua a facciate di palazzi e marciapiedi e l’accesso ai venditori non professionali sarà consentito tramite riconoscimento e autocertificazione non delegabile. Saranno previste una differenziazione per tipologia merceologia e l’assegnazione di postazioni numerate». Resta aperta la questione se il mercato debba aprire tutti i giorni o meno ma di sicuro ci sarà un registro degli autorizzati. Certo resta da capire quanti accetteranno di scrivere il proprio nome e cognome all’interno di un elenco ufficiale per procedere all’autocertificazione.

«Tanta gente patisce la fame e sopravvive grazie a questo mercatino – ricorda padre Scordato -. Non tutti, perché si insinua qualcuno meno pulito, ma molti. Per questo vogliamo costruire un percorso civile per regolarizzare questo mercatino. Siamo dalla loro parte anche se vorremmo che non lasciassero le vistose tracce del loro passaggio. Chiediamo di ripartire da basi nuove con un regolamento e circoscrivendo l’area, creando una dignitosa continuità con Ballarò. D’altra parte, ovviamente, non possiamo nascondere il disagio del quartiere: la situazione del Gemellaro, le cataste di rifiuti, a volte neppure le ambulanze possono passare». 


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