Al via la nuova stagione del Teatro Biondo «Osare per superare pubblico tradizionale»

Pienone per la presentazione della stagione 2019/2020 del Teatro Biondo. A illustrare il cartellone la stessa Pamela Villoresi, nominata ad aprile nuova direttrice dello stabile di Palermo. Un compito non facile perfino per una attrice e regista con 47 anni di palcoscenico alle spalle, già amministratrice di vari festival e parte delle commissioni presso molte scuole teatrali nazionali.

«Ho avuto dalla carriera tutto ciò che volevo e questo nuovo ruolo è esaustivo per il mio percorso formativo – racconta la direttrice presentandosi al pubblico degli appassionati – per questa nuova stagione, l’input del sindaco e della regione è stato quello di portare il Biondo fuori dal Biondo, andando dove il teatro non arriva superando il tradizionale pubblico teatrale, e lo abbiamo in parte già fatto con una stagione estiva che tornerà il prossimo anno, con una collocazione antecedente al Festino», dice Villoresi illustrando alcune esperienze e novità previste per la prossima stagione.

«La bella esperienza di Biondaccio continuerà, non interromperemo la collaborazione con l’associazione Pino Puglisi, al contrario prevediamo di offrire loro tre spettacoli a prezzo simbolico con 25 posti dedicati. Questa è solo una parte del progetto che include esperimenti come Biondo anch’io, per portare il teatro carceri e istituti di igiene, o Biondapp, una vera e propria applicazione per avvicinare il teatro ai più giovani attraverso internet per portando ovunque gli spettacoli in cartellone, correlandoli con materiale esterno tra cui interviste agli attori e brani scelti dalle messe in scena previste per la stagione», prosegue la direttrice affrontando a braccio quello che vuole essere un netto cambiamento di rotta per il teatro Biondo.

«Oltre a portare novità, proseguiremo anche nei progetti già in corso, come ad esempio Biondini, i laboratori teatrali per bambini e ragazzi correlati da spettacoli realizzati dagli stessi partecipanti, messe in scena rivolte ai coetanei degli attori che stanno riuscendo ad avvicinare i ragazzi al teatro, dopotutto io posso testimoniare come Paolo Grassi abbia fatto la fortuna del teatro con le scuole e i ragazzi educando il pubblico futuro alla cultura del teatro», testimonia la Villoresi in quello che è un lungo monologo che incanta il pubblico come solo il mestiere dell’attore rende capaci di fare.

«Secondo me il teatro è il cuore di una città, un luogo nel quale la persona deve sentirsi a casa, sentirsi rappresentata e noi dobbiamo capire cosa vuole Palermo dal suo teatro. Questa città possiede un fermento teatrale incredibile e con un livello di bravura notevole, gruppi e compagnie di giovani che approfondiscono delle strade, che io alla loro età potevo appena immaginare. Nel nostro cartellone queste produzioni saranno affiancate ai grandi nomi del teatro nazionale e tengo a far presente che abbiamo integrato il programma lasciato dal mio predecessore cercando di bilanciare impegno sociale, divertimento, novità e tradizione dando a tutti la possibilità di scegliere il proprio teatro», commenta la direttrice senza alcun atteggiamento recriminatorio.

«Vorrei anche annunciare che La scuola del mestieri del Biondo, diretta dalla nostra regista residente Emma Dante, a partire dall’anno accademico 2020/2021 sarà il primo corso di Laurea in Teatro sul territorio nazionale, una eccellenza che si accompagna all’opera di apertura della stagione: Esodo, una rivisitazione dell’Edipo prodotta dal Biondo, proprio per la regia di Emma Dante», precisa la direttrice parlando di uno spettacolo già andato in scena al festival di Spoleto riscuotendo numerose critiche positive.

«Questo cartellone si intitola Traghetti perché è sia una stagione di passaggio tra due direttori che di traghettamenti, di passaggi dal passato al futuro e di umanità in movimento con lo spettacolo, prodotto in collaborazione con la GAM su Leonardo. Messo in scena dal gruppo NoGravity, questa teatrale macchina dell’immaginario vuole completare il percorso iniziato presso la galleria d’arte moderna con la mostra chiamata la macchina umana, rendendo omaggio al grande genio rinascimentale che ha contribuito appunto a traghettare l’arte e la scienza attraverso due periodi storici», afferma la Villoresi precisando come «per le nostre produzioni, per gli spettacoli prodotti dal Biondo, cerchiamo sempre cercare risorse sul territorio, preferendo rivolgerci ad attori e talenti locali».

Il cartello procede poi con spettacolo come quello dei musicisti comici PaGAGnini o I Miserabili, prodotto in collaborazione con lo stabile di Trieste, fino al già sold out Arlecchino servitore di due padroni, «uno spettacolo che ho voluto personalmente perché mi preme l’eredità di Strehler arrivi a Palermo e proprio per questo stiamo cercando di acquistare per il prossimo anno L’isola degli schiavi di Strehler per poterlo proporre in esclusiva solo a Palermo», rivela la Villoresi accennando a molti progetti previsti per il futuro: non ultimo Biondo cinema, una rassegna gratuita di film che parlano di teatro.

Da segnalare anche Bengala a Palermo, spettacolo affidato alla scrittrice per ragazzi Daniela Morelli, che lavora da maggio a una storia teatrale, collaborando con il centro sperimentale di cinematografia, per produrre una serie di filmati intrecciando le storie della vecchia Palermo con quelle della vasta e variegata comunità indiana presente in città.

Si svolgeranno invece in sala Strehler gli spettacolo più intimi e personali previsti per il cartellone, quelle produzioni quasi laboratoriali più simili a un quartetto d’archi che a un’orchestra, adatti al piccolo spazio da cento posti nel quale vedremo opere come La Creatura del Desiderio, tratta dagli scritti del compianto Andrea Camilleri, oppure Il Contrabbasso spettacolo con le scenografie progettate dai ragazzi dell’Accademia di Belle Arti di Palermo. Infine una notizia tecnica con la quale la direttrice Villoresi annuncia che secondo foyer della struttura sarà intitolato alla memoria di Roberto Gucciardini diventando, a partire dal sei dicembre, la Sala Gucciardini.

Francesco Lodato

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