Al Teatro Massimo, per il Festival delle Letterature Migranti, quattro musicisti sonorizzano lunedì alle ore 20, in diretta, Intolerance (1916) di David W. Griffith. Il film, capolavoro del cinema muto, sarà riproposto con le musiche eseguite dal vivo dalla compositrice e pianista Giulia Tagliavia, insieme con Marco Betta (pianoforte), Marco Cappelli (chitarre ed elettronica) e Domenico Sciajno (elettronica e regia del suono).
INTOLERANCE di David W. Griffith (Stati Uniti, 1916)
Capolavoro del cinema muto che si dispiega attraverso l’intreccio di quattro vicende accomunate dal tema dell’intolleranza e del suo rovescio (ossia l’amore) e ambientate in quattro diversi luoghi/momenti emblematici della storia umana: Babilonia al tempo della sua caduta (539 a.C.), la Palestina all’epoca della Passione di Cristo, la Francia delle guerre di religione del XVI secolo e l’America del primo Novecento. Tra una sequenza e l’altra ricorre varie volte l’immagine di una madre che dondola una culla: “The Woman Who Rocks the Cradle” (Lilian Gish). L’idea proviene da un verso del poeta americano Walt Whitman e il movimento della culla rappresenta l’infinito flusso del Tempo: il suo dondolio è dunque l’incessante oscillare delle Storia. Sullo sfondo sono sedute tre vecchie che alludono alle tre Parche della mitologia greca. La realizzazione del film, che fonde in un unico affresco generi e suggestioni diverse richiese un investimento di due milioni e mezzo di dollari, con oltre 100.000 metri di pellicola, 5.000 costumi e il coinvolgimento di 7.000 comparse disposte all’interno di immense scenografia in grandezza naturale. Malgrado tutto questo, Intolerance fu un clamoroso insuccesso, proprio a causa del suo messaggio pacifista che si poneva in aperto contrasto con il clima di una nazione ormai sul punto di entrare in guerra. Considerato una pietra miliare, capace di esercitare un incalcolabile influsso sulla storia del cinema («Griffith è dio padre», disse in seguito Sergej Ejženstejn, «egli ha tutto creato, tutto inventato…».), In Memoria di Claude Lanzmann (1925-2018) nelle ricorrenze dell’80° Anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia (1938) e del 75° Anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma (16-18 ottobre 1943). Progetto realizzato in collaborazione con la Fondazione Teatro Massimo e il Conservatorio di Musica “Alessandro Scarlatti” di Palermo con il sostegno dell’Associazione Amici del Teatro Massimo, dell’Istituto Siciliano di Studi Ebraici e della Società del Quartetto di Palermo.
La sonorizzazione di Intolerance è inserita nella sezione Musica e Cinema – Il Muto e il Fuoricampo, curata da Dario Oliveri e Andrea Inzerillo.
SEZIONE CINEMA E MUSICA – IL MUTO E IL FUORI CAMPO
Il progetto, presentato durante l’edizione appena conclusa del Festival, ha voluto celebrare la memoria di Claude Lanzmann. Il Muto e il Fuori Campo è nato dall’accostamento di due capolavori sui generis del cinema del Novecento come Intolerance (1916) di David W. Griffith e Shoah (1985) di Claude Lanzmann, che si dispongono – e non a caso – in apertura e chiusura del Secolo Breve. In particolare, la proiezione del primo periodo di Shoah è stata eseguita dagli interventi musicali della cantante Luisa Hoffmann con lo Yankele Ensemble e del violinista Aldo Mausner, vittima delle leggi razziali italiane e sopravvissuto alla deportazione. Il progetto, realizzato in collaborazione con la Fondazione Teatro Massimo e con il Conservatorio “Alessandro Scarlatti” ha incluso anche un concerto dell’Ensemble Musica Antica, una performance della vocalist Jerusa Barros insieme con Gli Archi Ensemble.
In Memoria di Claude Lanzmann (1925-2018) nelle ricorrenze dell’80° Anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia (1938) e del 75° Anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma (16-18 ottobre 1943). Progetto realizzato in collaborazione con la Fondazione Teatro Massimo e il Conservatorio di Musica “Alessandro Scarlatti” di Palermo con il sostegno dell’Associazione Amici del Teatro Massimo, dell’Istituto Siciliano di Studi Ebraici e della Società del Quartetto di Palermo
(fonte: ufficio stampa festival letterature migranti)
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