Movimento e relazioni. Sono queste le due cose che rimangono fisse in mente dopo aver visto lo spettacolo di danza contemporanea Asuelto in scena al Teatro Libero, ancora oggi sabato 9 febbraio e sabato 10 febbraio all’interno della 50esima stagione internazionale del teatro di piazza Marina. Un’ora in cui sul palco viene messa in scena la complessità delle relazioni umane. a spiegarle, non con le parole ma con i corpi, sono quattro ballerini che non smettono mai di muoversi, di mescolarsi, di amalgamarsi tanto da sembrare fatti di plastilina, come i due gatti Mio Mao.
Lo spettacolo è della giovane e affermata compagnia di danza madrilena HuryCan. Un lavoro a quattro ideato da Candelaria Antelo e Arthur Bernard Bazin: due coreografi, lei argentina, lui francese, vivono e operano a Madrid e sono sulla scena con Pau Colera e Mario Olave Jimenez mentre le musiche sono di Sergio Salvi. Con questa nuova produzione prosegue la linea di ricerca coreografica lanciata lo scorso anno con lo spettacolo Te Odiero: trasformare il movimento in uno strumento di narrazione.
«Asuelto nasce da un’idea complessa: parte dal desiderio di rilasciare, suelto significa lasciar andare. – spiegano i coreografi – Ma, di fronte alla difficoltà di farlo, e per liberare ciò che è stato costruito come relazioni, costruzioni, obiettivi e aspirazioni, abbiamo deciso di inventare il neologismo Asuelto. Questa nuova parola ha aperto il concetto, mescolandolo con gli altri. Quindi è un tentativo di comunicare la violenza e il contrasto, in termini umani, artistici e fisiologici. Parla di attaccamento, abbandono, iniquità, violenza, dominio, genere, organismo, persone. Non è qualcosa di fisso, al contrario, speriamo che possa stimolare l’immaginazione».
La musica stimola e alimenta le scene, contribuendo a costruire l’atmosfera. Ma non è la base del lavoro. «La musica definitiva dello spettacolo è arrivata dopo la coreografia, – continuano – ovviamente, quindi ci adattiamo, dialoghiamo e riorganizziamo in relazione con essa. Nel caso di Asuelto, è una colonna sonora originale, composta da un compositore metto napoletano e mezzo madrileno: Sergio Salvi. Per essere onesti è una nuova esperienza abbastanza fertile che consente un processo più ricco all’interno di entrambe le parti: la coreografia e la musica si adattano l’una all’altra».
Scelta coraggiosa quella del Teatro Libero di mettere in scena uno spettacolo di danza contemporanea dal respiro internazionale in cartellone confermata dagli applausi che ha ricevuto Asuelto alla fine dello spettacolo. Andare al Teatro di salita Partanna è un rito, come andare a trovare un parente a casa con la famiglia Mazzone accogliente, che mette tutti a proprio agio scambiando piacevolmente pareri e chiacchiere con tutti. Alla fine anche ci scappa anche un bicchiere di vino delle cantine Mandrarossa.
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