Un delicato e commovente elogio alla vita e alle sue sconfinate possibilità è Invasioni, lo spettacolo diretto da Monica Felloni per l’associazione catanese Nèon Teatro e dedicato al fotografo e artista italo-palestinese Mustafa Sabbagh, che andrà in scena al teatro Politeama Garibaldi di Palermo lunedì 27 alle ore 20:30, con ingresso libero.
Inserita nel cartellone di eventi di BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo, la rappresentazione affronta i temi della diversità e dell’emarginazione nella società di oggi, e vuole dimostrare come il pregiudizio e la paura verso ciò che è considerato diverso possano essere superati con “invasioni” pacifiche da mettere in pratica nella vita quotidiana, aprendosi al confronto, alla conoscenza, al dialogo, per fare della diversità la normalità. Questa è la mission della Nèon Teatro, la cui produzione si fonda sul principio di riconoscere, attraverso l’arte, attitudini e capacità di chi vive in condizioni di fragilità sociale, fisica e psichica. Tematiche, queste, particolarmente care a Sabbagh, a cui lo scorso anno il Comune di Palermo ha dedicato una grande mostra antologica ai Cantieri Culturali alla Zisa. Nelle sue serie fotografiche, l’artista rende tangibili i tabù della società contemporanea, tra difformità, paura, disagio, vizi e pregiudizi, con la raffinata estetica e la cruda sensualità che contraddistinguono il suo stile.
I protagonisti dello spettacolo, nonostante il loro apparente limite di azione, invadono lo spazio con danze e canti, dimostrando che le uniche barriere esistenti e da abbattere non sono quelle fisiche e architettoniche, ma quelle pregiudiziali. Una performance delicata e dal forte impatto emotivo, suddivisa in cinque capitoli narrativi: La bellezza ferisce; La necessità della fuga; La pelle della Terra; XI Comandamento: non dimenticare; Ogni preparativo è fatto. La sceneggiatura affianca brani di letteratura – Emily Dickinson, William Shakespeare, Walt Whitman – a testi originali di Piero Ristagno, Danilo Ferrari, Stefania Licciardello e Federico Ristagno che la Felloni ha ricomposto in un racconto a più voci sul tema del superamento dei confini, fisici e psicologici: «il limite – dice la Felloni – è una convenzione, un punto di vista».
Le immagini di Sabbagh fanno da sfondo e accompagnano i corpi che invadono la scena e raccontano il loro amore verso la vita. «Abbiamo voluto dedicare le visioni di Invasioni a Sabbagh, artista col quale ci siamo ritrovati in perfetta sintonia – spiega Piero Ristagno, direttore artistico di Nèon -. La nostra invasione è comunicazione, ogni attore a modo suo esprimerà l’universo che ognuno racchiude, che ognuno di noi racchiude, coinvolgendo anche il pubblico».
«Quando sono stato contattato dall’associazione Nèon – racconta Mustafa Sabbagh a MeridioNews – ho trovato il loro progetto meraviglioso, perché il concetto di diversità – io parlerei di varietà perché le persone sono tutte differenti tra loro – è da loro trattato con grande delicatezza etica ed estetica. Durante lo spettacolo – continua l’artista – i ragazzi che sono comunemente considerati “diversi” prendono per mano quelli considerati “normali”, invertendo quindi l’usuale concetto di normalità; è diverso colui che ha un limite di pensiero, non chi ha un limite psicofisico. Sono fiero e grato del lavoro che la compagnia ha svolto, a livello emotivo e artistico».
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