Accostare le voci dei grandi maestri a quelle di giovani scrittori intorno al tema del mare e la comune passione per la poesia. Si tratta dell’iniziativa L’isola dei poeti che si svolgerà domani pomeriggio alle 19 al Nautoscopio di Palermo. Il reading trae ispirazione da un verso di Mario Luzi «La terra e a lei concorde il mare», filo conduttore della serata durante la quale si alterneranno le letture dei testi di poeti esordienti ai versi dei grandi maestri. La poesia è per sua natura libera e senza confini: sarà infatti dedicato uno spazio alla condivisione e chiunque è invitato, quindi, a offrire qualcosa di suo, leggendo propri componimenti. I versi di Giuseppe Ungaretti e Giuseppe Conte, dei premi nobel Derek Walcott e del siciliano Salvatore Quasimodo si intrecceranno con le voci dei giovani autori siciliani di Pietro Cagni, Gianluca Furnari, Alessio Arena, Salvatore Azzarello, Alessandro Lo Iacono, Matteo Lamia, Carola D’Andrea e altri, sulle note delicate e soffuse del sassofono di Carla Restivo.
«Questo evento – spiega Giuseppe Lupo, uno dei promotori dell’iniziativa – si deve a un’idea nata tra alcuni amici durante il laboratorio del centro di poesia contemporanea che si è tenuto Catania tra aprile e maggio, al quale hanno preso parte poeti provenienti da tutta Italia. L’iniziativa è talmente piaciuta che abbiamo deciso di provare a replicare un evento simile a Palermo, giocando sul fatto che ci sono tante persone che ancora oggi amano la poesia e pubblicano raccolte dei loro versi». Evento che sarà presto ripetuto anche nel capoluogo etneo a fine luglio, anche se la data è ancora da stabilire. «Il tema della serata – prosegue Lupo – trae ispirazione da un verso di un giovane Luzi che permette di mettere a fuoco il rapporto tra i siciliani e il mare, ricco di contraddizioni. Un tempo fonte di misteri e oggi violentato in ogni modo dall’uomo, il legame che c’è con questo elemento non è sempre concorde e nasce quindi la necessità di rimettere al centro una riflessione su questo argomento controverso».
Anche la scelta del luogo non è casuale perché il Nautoscopio nasce come strumento a forma di nave per osservare il panorama, ma anche come spazio ideale di condivisione fra tutte le località del Mediterrano e di ponte ideale tra uomini, culture e civiltà. «Ciò che ci sta più a cuore – aggiunge – e che questo esperimento possa essere replicato, per creare una rete di persone legate dall’amore per quest’arte e che possa crescere e diventare qualcosa di più. Perché parlare di poesia oggi non è poi così scontato: mai come ora c’è la necessità di farlo, sembra quasi che sia stata dimenticata e che nel mondo attuale non ci sia più spazio mentre, a mio avviso, la poesia è proprio il luogo dove mettere a fuoco la realtà. Permette di dare uno sguardo più reale e più profondo sulle cose – conclude – meno ordinario e distratto manchevole di umanità».
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