Agrigento, il grande imbroglio dell’acqua

da Salvatore Petrotto
ex Sindaco di Racalmuto
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Questa è la mia denuncia inoltrata alla Procura della Repubblica di Agrigento a febbraio del 2011, per quanto riguarda la scandalosa gestione del settore acque e rifiuti nell’Agrigentino.

Ancora aspetto risposta, malgrado si siano perpetrati ulteriori danni economici e gestionali per ulteriori svariate decine di milioni di euro.

Perché la Procura della Repubblica di Agrigento, a distanza di anni, non ha proceduto contro chi ha commesso delle evidenti illegalità, degli evidenti reati che hanno cagionato dei danni economici, a cittadini ed ai Comuni per centinaia di milioni di euro?

Leggete quanto scrivevo alla Procura della Repubblica nel febbraio del 2011.

 

Dispiace costatare che il Sindaco di Agrigento non ha mai letto cosa prevede il contratto stipulato tra l’Ato idrico e Girgenti Acque.

Ci riferiamo alla realizzazione di nuove opere idriche nei Comuni gestiti da una spa, di cui fa parte il Comune di Agrigento, assieme agli altri Comuni del Voltano, del Consorzio Acquedottistico ioè che, ai tempi dell’aggiudicazione per trent’anni del servizio idrico-integrato in tutt’e 43 Comuni della provincia di Agrigento, se la cantava e se la suonava, contro il volere di venti Sindaci e tra questi il sottoscritto, che allora, e cioè alla fine del 2007, presentarono ricorso contro detta aggiudicazione, avvenuta in pieno conflitto di interessi.

A chi non ha memoria, ricordo che, persino l’allora Prefetto, Umberto Postiglione (foto sotto a destra, tratta da  busetta.blogspot.com), dopo qualche mese dal suo insediamento, in Provincia di Agrigento, sottolineò pubblicamente in più di un organo di stampa e nelle televisioni agrigentine, questa palese stortura, questa mostruosità giuridica consistente in una gara in cui i Comuni di Agrigento, Favara, Aragona, Raffadali egli altri Comuni del Consorzio Voltano erano, contemporaneamente, soci di Girgenti Acque e componenti dell’organo consortile, cioè l’Ato idrico che celebrò la gara.

Ricordo, a questo punto, non so se solo a me stesso che il Prefetto Postiglione portò un esempio lampante di ciò che avvenne. Disse che è come se un’intera giunta comunale appalta un servizio ed una parte degli assessori che fanno parte di quella giunta si aggiudicano tale servizio…

Ma al di là di tale palese conflitto, si registrò anche un ingiusto commissariamento dell’Assemblea dell’Ato, che consentì questa ed altre ingiuste decisioni, quali quella della diminuzione del capitale sociale, mentre c’era la gara in corso.

Insomma, ricordo un lungo braccio di ferro tra Sindaci in pieno conflitto d’interessi e Sindaci il cui conflitto lo spostarono in direzione del Tar e del Cga – e tra questi ultimi il sottoscritto – chiedendo se tutto ciò era possibile.

Ed allora, l’attuale assessore regionale, Gaetano Armao, ricordo sempre, non so se solo a me stesso, fu chiamato dall’allora Presidente della Provincia, l’attuale On Enzo Fontana, nella qualità di Presidente dell’Ato idrico, ad esprimere un parere legale riguardante la stipula del contratto con Girgenti Acque. Ovviamente, il parere fu favorevole.

Si disse allora, ed è strano che il Sindaco di Agrigento non se lo ricordi – e forse in pochi se lo ricordano ancora – che se non si fosse immediatamente firmato quel contratto tutti e 43 i Comuni interessati avrebbero perso i finanziamenti previsti nel cosiddetto Pot, il Piano cioè per il rifacimento di tutte le reti idriche e fognarie dell’intera provincia agrigentina.

Correva l’anno 2007 e quel famoso Pot prevedeva una spesa di oltre 120 milioni di euro che facevano parte dei fondi destinati al settore da Agenda 2000/2007, per mettere mano a tutti gli impianti idrici e fognari di tutti e 43 i Comuni dell’Agrigentino.

Bisognava correre per spendere quei soldi! Si disse anche che i Comuni, privi di risorse, visto che avrebbero dovuto compartecipare alla spesa nell’ordine di non meno del 30%, integrandola con propri fondi di bilancio, non erano in grado di far fronte a tali rilevanti incombenze economiche e che solo Girgenti Acque avrebbe potuto mettere mano al portafoglio, mettendo a disposizione questo famoso trenta per cento che, a conti fatti, corrisponderebbe ad almeno 36 milioni di euro.

Avete visto come è finita: siamo nel 2011, sono trascorsi 4 anni da quando l’allora Presidente della Provincia e dell’Ato idrico, On Enzo Fontana (foto a desta), previo parere dell’insigne avvocato Gaetano Armao (foto sotto, a sinistra, tratta da sudpress.it) attuale assessore regionale all’Economia della Regione Sicilia, di corsa e contro il volere di 20 Sindaci, si affrettò a firmare quel contratto, perché si disse che il 2007 era l’ultimo anno utile per utilizzare quei finanziamenti.

Il risultato, a distanza di 4 anni, lo conosciamo tutti quanti. I soldi europei sono rimasti a Bruxelles, le nostri reti idriche continuano ad essere un eterno colabrodo, l’acqua continua ad arrivare nelle case quando può, compatibilmente con le rotture di ogni genere, le bollette per i cittadini e le cartelle pazze sono schizzate alle stelle.

Mi risulta strano e mi stupisce il fatto che il sindaco di Agrigento non si ricorda nulla di tutto questo. Si vuol sapere, se non ho capito male, dall’attuale Presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi, se Girgenti Acque, direttamente e senza compartecipare alle spese, deve eseguire i 25 milioni di lavori per il rifacimento della rete idrica di Agrigento, così come le centinaia di milioni di euro che verranno spesi in tutti i Comuni della provincia.

Lo dovremmo chiedere, evidentemente, a chi con quel contratto, contestato da oltre 20 Sindaci, dall’allora Prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione, ha inteso a mio parere travisare e raggirare le vigenti normative in materia.

Sono stati presi in giro tutti quei Comuni che si sono battuti contro questa mostruosità giuridica, consistente in un colpo micidiale non solo alla democrazia ed all’autonomia gestionale dei Comuni, ma anche nella violazione della benché minima intelligenza di cui eravamo dotati.

Che fine ha fatto chi, come me, ha tentato di contrastare decisioni quali quelle degli Ato rifiuti? Bisognava attendere che l’attuale gestione dei rifiuti svuotasse le tasche dei cittadini? E che cosa abbiamo riservato ai bilanci dei Comuni in soli tre anni? ‘Buchi’ che in Sicilia ammontano ad un miliardo di euro, trascinandoli tutti quanti al fallimento, ossia al dissesto finanziario.

E per le famiglie? Mio fratello, a Lucca, in Toscana, paga ottanta euro l’anno di tassa sui rifiuti; un mio amico, a Milano, paga 100 euro, noi in provincia di Agrigento paghiamo mediamente il 400% in più, ossia più di 400 euro l’anno ogni famiglia.

Non parliamo delle aziende. Ebbene, anche con l’acqua non è così? Si sta tentando di far gestire direttamente, senza gara, dei fondi pubblici ad una strana società per azioni che si chiama Girgenti Acque? Si dice per migliorare il servizio? Mah!

Paghiamo le bollette dell’acqua tra le più care d’Italia: E dire che son già passati tre anni da quando Girgenti Acque ha fatto bingo, prendendosi carico della gestione di 43 Comuni. Ed ora?

Tutti i finanziamenti pubblici, senza compartecipazione finanziaria da parte di questa specie di spa, li dobbiamo far gestire a chi? Cari colleghi Sindaci, caro Presidente della Provincia Eugenio D’Orsi, la lezione Ato rifiuti non è servita a niente. Ancora non abbiamo capito che i costi dei nostri servizi pubblici schizzano alle stelle a causa delle massicce ingerenze deleterie di alcune ben individuate aziende private agrigentine? Il regime di monopolio viene ancora garantito, ad esempio, con le illegittime proroghe dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti al costo di 40 milioni l’anno per ogni proroga. (sopra, a destra, foto tratta da maremmanews.tv)

Mi riferisco ai 19 Comuni dell’Ato AG 2 di cui fa parte il mio Comune e la città capoluogo, Agrigento. Vi sembra normale tutto questo? E’ normale passare di monopolio in monopolio, come nel caso di Girgenti Acque, oltre che dell’Ato rifiuti, assicurando ad alcuni ben individuati soggetti privati esorbitanti guadagni e garantendo degli scadentissimi ma costosissimi servizi pubblici, con terribili perdite per cittadini e Comuni? Ed in che modo si garantisce questo insopportabile e costosissimo disastro gestionale? In barba a tutte le leggi regionali, statali e comunitarie!

In base ed in virtù di quale legge si possono garantire due o più anni di proroga al costo di 40 milioni l’anno, senza gara alle società che operano per l’Ato rifiuti AG 2? Ma stiamo scherzando?

E la stessa cosa con la gestione dell’acqua. Quale legge o contratto può mai consentire ad alcune ditte private, nascoste sotto l’ombrello di una spa, di ottenere senza gara appalti pubblici per centinaia di milioni di euro senza gara, senza alcun ribasso. Oh!

Ma dove viviamo, nella Repubblica Autonoma di Agrigento?

Di queste scandalose gestioni vorrei che tutti gli organi di informazione e non solo si occupassero, per spiegare il perché la provincia di Agrigento è tra le ultime in Italia in Tutto, ma la prima in assoluto riguardo ai suoi costosissimi servizi pubblici, quali rifiuti ed acqua. Con i risultati che sappiamo.

I nostri paesi e le nostre città sono le più sporche d’Italia e l’acqua nelle case arriva e non arriva, arriva e non arriva, arriva e non arriva! Ma le bollette, quelle normali e quelle pazze, le più care d’Italia, arrivano, arrivano, arrivano sempre, regolarmente.

Basta – Basta – Basta!

 

 

Redazione

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