Un provvedimento di demolizione disposto dalla Procura di Catania, su indicazioni del procuratore capo Carmelo Zuccaro in sinergia con il coordinatore dell’ufficio demolizioni Angelo Brugaletta, ha interessato una villetta di oltre 100 metri quadrati costruita in zona C del Parco dell’Etna, area sottoposta a vincolo paesaggistico. La casa era stata costruita in contrada D’Urso, area meglio nota come zona Vigne, in territorio adranita.
L’accertamento della violazione era stato eseguito nel 1998 da parte degli agenti del Corpo Forestale; la sentenza passò in giudicato nel 2000. Il proprietario, un pensionato di Adrano, ha poi fatto ricorso contro il provvedimento; appello con esito a lui sfavorevole. Le ruspe sono entrate in azione intorno alle 7.30 del mattino, avviando la demolizione del fabbricato, con un’unica elevazione fuori terra di circa 86 metri quadrati, una veranda di 40 metri quadrati, e muri di contenimento in cemento. Le opere erano state realizzate in totale assenza di concessione edilizia.
Sul posto erano presenti circa una ventina di uomini fra carabinieri, polizia, guardia di Finanza, polizia provinciale, vigili urbani e forestale. Della demolizione è stata incaricata l’impresa Nuova costruzioni siciliana di Regalbuto, azienda confiscata alla mafia e sotto amministrazione giudiziaria. Il materiale derivante dall’abbattimento dell’edificio sarà smaltito in una cava del territorio di Ragalna. All’avvio delle operazioni non c’è stata alcuna azione di protesta da parte della famiglia proprietaria della casa. Alla demolizione coatta dei fabbricati abusivamente realizzati, ricorda la Procura, si giunge comunque nel caso di mancata ottemperanza dell’ordine di abbattimento.
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