.Vi abbiamo raccontato della sventurata gestione privata del servizio idrico in Sicilia in numerosi articoli. Ci siamo soffermati, in particolar modo, sul caso Agrigento e sul caso Mazzarino. Vi abbiamo anche raccontato di come l’esasperazioni dei siciliani abbia portato ad una proposta di legge di iniziativa popolare che mira a cacciare via i privati dalla gestione dell’acqua. Legge che, in questo momento è all’esame della quarta commissione legislativa dell’Ars.
Un passo avanti, certo. Che, però, non fa abbassare la guardia al comitato promotore, che tornano a sferzare i deputati: “Il Comitato promotore della legge, il Forum Siciliano dei Movimenti per lAcqua e i Beni Comuni e il Coordinamento degli Enti Locali per lAcqua Bene Comune, chiedono con forza ai componenti della IV^ Commissione che venga rispettata la volontà popolare espressa dalla maggioranza degli elettori col Referendum di giugno. Una indicazione politica chiara, che mette tutte le parti politiche di fronte alla responsabilità di fare uscire i privati dalla gestione del bene comune primario sul quale non si devono fare profitti.
Vigileremo sulloperato di ognuno dei 14 Componenti, che dovranno rispondere innanzi tutto ai 2.079.819 siciliani che il 12 e 13 giugno hanno detto col 97,9% SI allacqua Bene Comune. Confidiamo nella loro volontà di mettersi in sintonia con gli elettori. La nostra Regione ha già visto il fallimento delle gestioni privatizzate, ed i cittadini stanno già pagando a caro prezzo scelte politiche sulla cui legittimità e trasparenza ci sarebbe molto da dire.
Lapprovazione del testo di legge darebbe alla Sicilia una riforma organica del settore in grado di coniugare il soddisfacimento di un bisogno primario nella forma pubblica e partecipativa, con la lotta al dissesto idrogeologico ed uno sviluppo economico compatibile con le ragioni della difesa dellambiente.
I promotori hanno chiesto un incontro con i Capigruppo parlamentari allARS per sostenere lapprovazione del testo”
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