Acqua ai privati senza pubbliche virtù

Lo dobbiamo riconoscere: a differenza di tanti altri parlamentari di Sala d’Ercole che cambiano idee e casacche, l’onorevole Roberto Di Mauro, agrigentino di Agrigento, è almeno coerente: non cambia idea. Era con Raffaele Lombardo e con Lombardo è rimasto. Era favorevole – con Lombardo e con il Pd siciliano di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia – a dare l’acqua ai privati e rimane di quest’opinione.

“Il lavoro svolto oggi (ieri per chi legge) dalla Commissione in merito alla nuova legge sull’organizzazione dei servizi idrici ha permesso di affermare un principio di base che può sembrare ovvio, ma che dopo le tante dichiarazioni demagogiche di questi mesi non era affatto scontato: tutti i cittadini siciliani hanno diritto ad avere servizi dello stesso livello e con le stesse tariffe, senza creare situazioni di disparità fra i diversi territori”.

Forse l’onorevole Di Mauro si riferisce a Girgenti Acque, società cara all’ex presidente della Regione? Proviamo a capire se, proseguendo con il suo discorso, in verità un po’ ‘inturciuniato’, il nostro onorevole agrigentino riuscirà ad essere più diretto: “Oggi in Commissione (sempre ieri per chi legge ndr) – prosegue il parlamentare – si è infatti affermato in modo chiaro che la Regione deve attenersi alla normativa Comunitaria e a quanto deciso anche di recente dalla Corte Costituzionale, avendo come punti di riferimento la tutela dell’ambiente e la libera concorrenza. La legge regionale non potrà stabilire criteri diversi da quanto previsto dalla normativa comunitaria, prediligendo questo o quell’altro sistema di gestione”.

E il referendum popolare che ha sancito la nettissima vittoria di chi chiede il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua? L’Unione Europea dello spread, della cioccolata senza cacao, del vino senza uva, e dei succhi di frutta ci deve imporre anche i privati nella gestione dell’acqua? Onorevole Di Mauro, siamo entrati nell’Unione Europea per avere l’anello al naso o per essere uomini liberi?

Insomma, all’onorevole Di Mauro, a quanto pare, piace il modello idrico voluto nei primi anni del 2000 dal Governo Berlusconi e a chi, in Sicilia, ha creato il ‘Mostro’ di Sicilacque e i ‘mostriciattoli’ privati. Scelte dissennate che hanno provocato nella nostra Regione danni enormi ai bilanci delle famiglie e alle ‘casse’ della Regione.

La nostra impressione è che l’onorevole Di Mauro e gli altri esponenti del Partito dei Siciliani-Mpa, che condividono la ‘passione’ per la gestione privata dell’acqua rimarranno delusi. Forse il bravo parlamentare regionale agrigentino, di solito molto attento, non si è accorto che il Pd siciliano e il Movimento 5 Stelle si sono schierati per l’acqua pubblica: e contro queste due forze politiche sarà molto difficile far passare dall’Ars una legge per consentire ai privati di continuare a farsi i ‘bagni’ – è proprio il caso di dirlo – con la gestione privata dell’acqua. 

Di Mauro se la prende con chi, in questi mesi, “ha sbandierato una presunta superiorità del sistema pubblico rispetto al privato: è arrivato il momento di fare chiarezza e smetterla con le promesse demagogiche sul presunto servizio pubblico”.

Qui l’onorevole Di Mauro ha ragione: è arrivato il momento di fare chiarezza su Girgenti Acque, sul ruolo che la politica ha avuto in questa società che, ad Agrigento e provincia, sta facendo il bello e il cattivo tempo, su Sicilacque e su tutti gli imbrogli che hanno caratterizzato fino ad oggi la gestione dell’acqua in Sicilia.

“L’unica opportunità – concede, magnanimo, Di Mauro – che può essere data ai Comuni che non hanno privatizzato il servizio è l’affidamento in house che avrà costi similari a quelli del servizio gestito dai privati. E’ pura illusione pensare di nascondere i costi del servizio di distribuzione dell’acqua fra le pieghe dei bilanci comunali. Quel che conta è che il servizio, comunque svolto, non abbia margini di utile e preveda il rispetto delle tariffe fissate dall’Autorità nazionale”.

L’onorevole Di Mauro dimentica due cose.

Primo: “I Comuni che non hanno privatizzato il servizio” – in buona parte della provincia di Agrigento – sono quelli che si sono opposti alla prepotenza del passato Governo Lombardo e dei suoi illegittimi commissari ad acta: amministrazioni comunali che si sono opposte proprio perché non volevano fare ingrassare i privati che lei tanto celebra con i soldi dei cittadini.

Secondo: il ritorno all’acqua pubblica non serve per “nascondere i costi del servizio di distribuzione dell’acqua fra le pieghe dei bilanci comunali”: se non altro, perché, come lei sa benissimo, i Comuni siciliani sono quasi tutti in deficit. Le bollette saranno quello che saranno: ma i soldi dei cittadini, invece di finire nelle tasche dei privati, andranno a risanare i bilanci dei Comuni siciliani distrutti anche dalla gestione privata dell’acqua.

A meno che la politica siciliana – sottobanco – non sia già nascosta dentro i meandri delle società private: ma noi siamo certi che lei – come noi – di quest’eventuale brutta storia sa poco o nulla e che la sua sia soltanto un’errata valutazione economica dei fatti.

“L’esperienza – ci ricorda Oscar Wilde – è il nome che diamo ai nostri errori”. E di errori è piana la politica siciliana della cosiddetta Seconda Repubblica.

Dagli anni ’90 ai nostri giorni, egregio onorevole Di Mauro, di ‘esperienze’ ne abbiamo viste tante: alcune, proprio in questi giorni, sono sotto la lente d’ingrandimento della magistratura. Ci riferiamo ai soldi pubblici – tanti soldi pubblici – che sarebbero dovuti servire per il rilancio del turismo in Sicilia e che, invece, sono serviti, in massima parte, per ‘rilanciare’ i conti correnti – italiani e forse anche esteri – di imprenditori e politici senza scrupoli. Ci riferiamo, anche, ai fondi, sempre pubblici, della formazione professionale, finiti direttamente nella tasche dei politici.

Sia nell’uno (turismo), sia nell’altro caso (formazione professionale), la ‘mangiuglia’, per la politica, è finita. Sarebbe alquanto strano, e anche un po’ demodé, continuare a dare in pasto l’acqua ai privati (e ai politici).

 

Redazione

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