Consentire da Acitrezza e Aci Castello di raggiungere l’A18 in pochi minuti, ma anche evitare l’intasamento delle strette vie del centro di Acireale causato dagli autobus di linea, e poi ancora creare uno sfogo per la viabilità in uscita da Aci Catena, ancora oggi costretta per buona parte a fare riferimento a una stradella a doppio senso di marcia, e un’opportunità in più per chi si muove da Aci Sant’Antonio. Il tutto con una sola opera. Il desiderio, coltivato ogni giorno decine di migliaia di persone, potrebbe tramutarsi in realtà. Prevedere quando, al momento, è troppo, però sostenere che qualcosa si è iniziato a muovere è realistico. L’ufficialità è arrivata indirettamente nei giorni scorsi con un post, un po’ polemico, del sindaco di Acireale Stefano Alì.
Il primo cittadino della città dei cento campanili ha deciso di rispondere pubblicamente a quanti hanno esternato perplessità in merito alle voci di un campionamento del traffico cittadino. Il pensiero dei più è andato alla possibilità che si trattasse dell’ennesima sperimentazione destinato a non creare particolari effetti sul territorio. Un timore che ad Acireale in qualche modo è giustificato, se si considera ciò che è accaduto con il finanziamento da 800mila euro per il progetto denominato Acivivibile di cui presto si sono perse le tracce. «Talvolta essere il sindaco di Acireale è veramente frustrante – ha scritto Alì -. Leggere sui social i commenti terribili in merito all’intervento per misurare il traffico automobilistico, senza che si abbia la più pallida idea di chi li stia facendo e soprattutto del motivo è l’immagine plastica di una città che non vuole cambiare». Alì, che di recente ha prima minacciato le dimissioni per poi ritirarle sfidando i consiglieri passati all’opposizione, ha spiegato che l’analisi del traffico è stata disposta da Anas.
La società che gestisce le strade statali, infatti, ha rispolverato un progetto che ad Acireale e dintorni chi ha buona memoria ancora ricordano ma che poi era stato accantonato, escludendolo anche dal piano regolatore generale: creare una bretella che dalla zona a monte di Capo Mulini, dove oggi c’è una rotatoria, arrivi fino al viale Cristoforo Colombo, a ridosso del casello autostradale della A18. L’opera, sul cui costo esisterebbe una stima di massima intorno ai cento milioni di euro, attraverserebbe la zona di Aci Platani e passerebbe vicino all’ospedale Santa Marta e Santa Venera.
L’iter al momento è ancora ai primissimi passi e, considerato come in tema di infrastrutture i piani del governo nazionale siano volubili specialmente al Sud, non è consentito fare previsioni sui tempi di realizzazione. Ciò che si può dire è che due società private hanno ricevuto l’incarico da Anas di fare rilevamenti per quantificare il traffico viario. I dati raccolti serviranno a redigere un progetto di fattibilità. Primo passo per arrivare alla progettazione vera e propria e da lì passare alle procedure di appalto e infine ai lavori. A occuparsi delle analisi sul flusso veicolare saranno la Cooprogetti di Gubbio, in provincia di Perugia, e la lombarda Redas Engineering.
Il monitoraggio passerà dall’installazione di una serie di analizzatori automatici in alcune vie strategiche: viale Colombo, tra lo svincolo dell’A18 e la rotatoria con via Sclafani e tra via Lazzaretto e Sp101; via Latisana, tra via Colombo e via Lazzaretto; via Lazzaretto, tra via Sclafani e via Jacopone da Todi; via Gozzano, tra via Manzoni e la chiesa di San Biagio; viale dei Platani, tra via Macello e via Mandre; via Sciarelle, tra via Mandanici e via Garofalo; strada provinciale 199-via Olivieri, tra via San Piero Patti e via Alimena; via Anzalone, tra via Nazionale per Catania e via Tarcento e infine via delle Terme, tra via Igea e via Oleandri. «Un’opera fondamentale per la nostra città – ha commentato Alì – Renderebbe la statale 114 una strada con una proiezione sul mare e sulla Timpa, una strada urbana».
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