Acireale, tensione tra i lavoratori Oasi Cristo Re Riunione straordinaria dopo i decreti ingiuntivi

«Il rischio è che qualcuno voglia far ricadere le responsabilità su di noi, mentre siamo tutti vittime». A pochi minuti dalla riunione straordinaria all’interno dei locali dell’ipab Oasi Cristo re di Acireale, lo stato d’animo tra i dipendenti non è sereno. All’ordine del giorno ci saranno le possibili conseguenze derivanti dai recenti decreti ingiuntivi prodotti dai singoli lavoratori, in sinergia con le sigle sindacali, per cercare di accelerare il recupero dei crediti nei confronti dell’ente. Ormai giunti a 27 mensilità. Oltre due anni di stipendi non percepiti e una quotidianità sempre più caratterizzata da stenti e difficoltà economiche.

A creare problemi potrebbe essere la diversa natura dei decreti. Infatti, se parte dei 55 lavoratori ha scelto di indirizzarli contro lo stesso ipab, gli altri si sono rivolti direttamente agli enti tenuti a corrispondere le somme di contribuzione per le rette sanitarie dei circa sessanta ospiti curati nella struttura. Su tutti Comuni e Regione. «Questo significa – racconta a MeridioNews uno dei lavoratori – che chi ha deciso per un decreto ingiuntivo contro terzi, oltre ad aver maggiori probabilità di ricevere prima le somme che gli spettano, ha causato un congelamento di quelle risorse che alcuni Comuni, per esempio, erano pronti a trasferire all’ipab». 

Tali scelte hanno suscitato il fastidio in chi, decidendo di fare il decreto ingiuntivo contro l’Oasi, adesso teme di non vedere più i soldi. «Il timore è che bloccando i trasferimenti all’ipab, le difficoltà non riguarderanno soltanto il pagamento degli stipendi ma anche la possibilità di affrontare le spese correnti. A partire dalle bollette di luce e gas», continua il lavoratore. Con scenari futuri non positivi. «Di questo passo la struttura sarà costretta a chiudere», conclude.

A presiedere l’incontro di oggi sarà il neo-commissario Concetto Nicolosi, che ha annunciato che la riunione si terrà a porte chiuse. Escludendo di fatto la presenza dei giornalisti, che erano stati invitati dai lavoratori per dare voce alle difficoltà da loro vissute. 

Simone Olivelli

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