Acireale, polemiche su ristrutturazione borgo marinaro Tra ringhiere arrugginite e marciapiedi di 40 centimetri

Una rampa per disabili, di ridotte dimensioni per la presenza di un lampione, dà su un marciapiede alto 40 centimetri. Praticamente un dirupo per chi dovesse attraversarlo su una carrozzina. È soltanto una delle numerose situazioni, venute fuori dalla riqualificazione del borgo marinaro di Santa Maria la Scala, che hanno portato i residenti di Acireale a domandarsi se i lavori siano stati eseguiti a regola d’arte. Come previsto dal capitolato d’appalto e come ci si aspetterebbe da un intervento che ha beneficiato di un finanziamento di oltre 877mila euro da parte della comunità europea.

Il progetto rientra, infatti, tra quelli che hanno ricevuto le risorse del Po Fesr 2007-13. E come tale è stato necessario completarlo entro il 31 dicembre 2015, data ultima utile per evitare che l’Unione europea potesse decidere di non trasferire al Comune quanto promesso. Ma di tempo per completare i lavori ce n’è stato: il finanziamento è stato assegnato il 22 febbraio 2013. Tuttavia fino a settembre 2014, il Comune – alla cui guida politica si trovava già l’attuale sindaco Roberto Barbagallo – non aveva indetto la gara d’appalto e bisognerà aspettare altri otto mesi per la consegna dei lavori. In regime d’urgenza. Il 15 maggio, infatti, la ditta geometra Alfredo Laudani avvia il cantiere. L’iter subisce un’importante modifica poche settimane dopo quando, il 3 luglio, il primo cittadino, insieme al personale della soprintendenza ai Beni culturali, compie un sopralluogo da cui viene fuori l’esigenza di attuare una variante al progetto a difesa «dello stato dei luoghi».

La variante interviene nella gestione delle somme a disposizione di oltre il 30 per cento: «Il Comune ha ribadito che è stata necessaria e migliorativa – dichiara Stefano Alì, ingegnere che da normale cittadino si è occupato di monitorare l’iter della riqualificazione – ma a lavori conclusi si direbbe che il risultato non è stato comunque dei migliori e basta fare una passeggiata a Santa Maria la Scala per accorgersene». I problemi, inoltre, non starebbero soltanto nella qualità degli interventi ma anche in ciò che non è mai stato fatto: «Invito tutti a confrontare quanto previsto dalla variante, che tra l’altro non è stata pubblicata sul sito del Comune, e quello che in realtà è avvenuto. Sono tante le cose che mancano».

E in effetti visitato il borgo ci si accorge facilmente di come, oltre al già citato marciapiede, che peraltro a metà lungomare subisce un brusco passaggio nella pavimentazione da mattonelle a pietra lavica, siano tanti gli elementi imperfetti. A partire dalla ringhiera che, nel giro di pochi mesi, presenta tracce di ruggine – e per la quale l’assessore ai Lavori pubblici, Nando Ardita, ha dichiarato di voler appurare la qualità del materiale utilizzato – fino al mancato intervento nella zona antistante lo storico mulino: qui, il progetto prevedeva la realizzazione di aiuole attorno agli alberi le cui imponenti radici al momento sono bloccate da pesanti strati di asfalto. Un’altra carenza è rappresentata, poi, dall’area giochi che sarebbe dovuta sorgere nella zona sottostante la piazza e che al momento è stata compensata dai ragazzi del posto con i detriti del cantiere a formare le linee di un campo di calcio.

Proprio i resti della lavorazione meritano, infine, un capitolo a parte: nonostante siano passati mesi dalla conclusione dei lavori, la spiaggia che costeggia il lungomare è contrassegnata in più di un punto da detriti, tra cui una grossa scala in cemento. Tutto ciò a distanza di un anno da quando l’amministrazione Barbagallo ha presentato i lavori con una nota in cui si annunciava «la messa a nuovo» della frazione, assicurando che tutti gli interventi sarebbero stati monitorati con «la massima attenzione».

Simone Olivelli

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