Divampa la polemica ad Acireale, dopo le dimissioni del presidente del collegio dei revisori Filippo Sciacca. La decisione – presa dopo che l’assessorato alle Autonomie locali ha informato il Comune della «palese violazione» della legge che disciplina l’elezione dei revisori – ha dato il la a un botta e risposta tra maggioranza e opposizione. Quest’ultima, nelle vesti del Partito democratico, ha sottolineato come l’illegittimità del terzo incarico a Sciacca fosse chiara già l’anno scorso, quando il consiglio comunale rinnovò l’organo di controllo. Poche ore dopo la replica del presidente del consiglio Rosario Raneri: «Le ipotesi e i condizionali utilizzati, “possibile conflitto di interessi”, “il Comune potrebbe essere esposto”, “possibilità di un danno erariale”, tradiscono la debolezza delle affermazioni di coloro i quali commentano le dimissioni di Filippo Sciacca», si legge in una nota.
Per Raneri, la vicenda – che vede tra l’altro anche un ricorso da parte di uno tra i pretendenti al ruolo di revisore – è ben lontana dall’avere un’interpretazione univoca: «La notizia che la Regione siciliana con l’attuale finanziaria ha recepito norme nazionali in merito all’elezione dei collegi dei revisori – continua – è motivazione a sostegno della legittimità degli atti del consiglio comunale». Discorso simile anche per la sentenza del Consiglio di Stato, citata dall’assessorato per ribadire l’opportunità per il Comune di intervenire in autotutela a modificare la composizione del collegio. «La citazione è successiva all’emanazione di una norma nazionale non recepita al momento dell’elezione di Filippo Sciacca», sottolinea il presidente del consiglio comunale. Poi aggiunge che una sentenza del Tar del Lazio, nel 2014, avrebbe confermato la possibilità per un ente locale di eleggere per la terza volta lo stesso revisore.
A riguardo, tuttavia, il funzionario del dipartimento regionale alle Autonomie locali Vincenzo Raitano – autore del parere sollecitato dalla deputata regionale del Movimento 5 stelle Angela Foti – ribadisce che l’elezione di Sciacca contraddice in maniera chiara quanto previsto dal Testo unico per gli enti locali (Tuel): «Non capisco onestamente questo muro contro muro – commenta Raitano a MeridioNews -. Ho saputo delle dimissioni tramite i giornali, ma non escludo che il Comune possa aver inviato già comunicazione all’assessorato. In ogni caso, credo che date le dimissioni si possa pensare alla sostituzione». Sul possibile danno erariale causato dall’elezione di Sciacca – su cui Raneri si è espresso in maniera netta definendolo «inesistente in considerazione del fatto che non vi è stata una duplicazione di funzioni che hanno determinato un raddoppio di esborso economico» – il funzionario si mostra cauto. «Approfondiremo la questione – commenta -. Se Sciacca è stato pagato, è chiaro che faremo segnalazione alla Corte dei conti, che avrà il compito di appurare se c’è stato danno erariale».
Dal canto suo, il diretto interessato, nella lettera di dimissioni inviata all’amministrazione comunale, ha motivato la propria scelta con il rispetto istituzionale. Aggiungendo, al contempo, una considerazione: «Sono dell’avviso che non sempre i comportamenti degli uomini devono essere regolati dalle norme e dalle sentenze». Una frase, quella di Sciacca, che potrebbe rilanciare il dibattito nella città dei cento campanili.
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