Una nuova querelle tra presente e passato è in atto da qualche giorno ad Acireale. Stavolta, la disputa è nata attorno al nuovo regolamento dei lavori, servizi e forniture in economia e per la costituzione e tenuta dell’elenco degli operatori economici, e nello specifico la decisione di fissare a 20mila euro la soglia sotto la quale gli uffici potranno ricorrere all’affidamento diretto a ditte di fiducia: «Si tratta di una soglia altissima – dichiara Alessandro Coco di Officina Acireale – che concederà la possibilità di una discrezionalità oggi non accettabile». E questo anche se il consiglio comunale ha votato di dimezzare la soglia prevista dalla legge che permetterebbe di affidare i lavori senza gara fino a 40mila euro: «È vero, la legge prevede una soglia ancora più alta – continua Coco – ma il buon senso dovrebbe andare oltre i fatti di legge. Specie quando il recente passato in tal senso ha rappresentato un esempio virtuoso».
Il riferimento va alla prassi consolidatasi durante il decennio targato Nino Garozzo, quando per direttiva di quest’ultimo si optava per le gare per qualsiasi somma. A sottolineare quello che, a suo dire, sarebbe un passo indietro è lo stesso ex primo cittadino: «Avevo disposto che qualsiasi lavoro o fornitura, anche le somme urgenze – ricorda – fosse sottoposta a gara, indipendentemente dall’importo. Venivano invitate tra le cinque e le dieci ditte, pubblicando sul sito del Comune la gara, e comunque qualsiasi ditta iscritta all’albo poteva partecipare a prescindere dall’invito». Secondo Garozzo, il nuovo regolamento potrebbe aprire la porta a favoritismi: «Con questa furbata qualcuno, nel chiuso di una stanza, si sceglierà a piacimentu ditte e professionisti sino a 20mila euro» ha scritto Garozzo sulla propria bacheca Facebook. Negli anni passati, prosegue «nessuno aveva necessità di fare anticamera. Da domani non sarà più cosi, avrà lavori e forniture la ditta che godrà di maggiore fiducia … ma di chi?».
Di avviso decisamente diverso l’assessore ai lavori Pubblici, Nando Ardita, secondo cui il nuovo regolamento mette nelle condizioni il Comune di dotarsi di uno strumento a oggi assente, rispondendo così ai richiami della legge: «Avevamo un regolamento obsoleto, risalente ormai a undici anni fa, che non aveva più i connotati previsti dal codice dei contratti – ha dichiarato Ardita -. In questi anni si è andati avanti tramite direttive, ma il regolamento è uno strumento di cui un’amministrazione non può non tenere conto, perché ha la funzione di normare le modalità di svolgimento dell’acquisizione di servizi e lavori al di sotto di soglie stabilite dal codice dei contratti nazionale». Secondo l’assessore il nuovo regolamento, «disciplinerà in modo chiaro, ma flessibile, l’affidamento dei lavori alle ditte di fiducia e ai liberi professionisti». Novità, infine, anche per l’aggiornamento dell’albo delle aziende di fiducia: «Sarà aggiornato non più annualmente, ma quadrimestralmente per garantire maggiore flessibilità».
In attesa di capire come gli uffici comunali recepiranno il nuovo regolamento e se le nuove direttive modificheranno le prassi consolidate negli ultimi anni, c’è anche chi fa notare che in fin dei conti tra ieri e oggi le cose che potrebbero cambiare, almeno nella pratica, sarebbero ben poche: «Chi legge le notizie che circolano potrebbe immaginare che fino ad oggi non ci siano mai stati affidamenti diretti – commenta Stefano Alì, dell’osservatorio del Pd di Acireale – ma sfortunatamente non è così. Secondo la legge anticorruzione ogni anno tutte le amministrazioni pubbliche devono comunicare l’elenco dei contratti stipulati. La legge dispone che queste informazioni siano rese disponibili ai cittadini attraverso un’apposita area presente sul sito istituzionale. Ebbene – continua Alì – nell’80 per cento dei casi (e per il 93 per cento degli importi) ad Acireale l’aggiudicazione viene fatta tramite unico partecipante. Gli affidamenti senza un congruo lotto di partecipanti c’erano già con l’amministrazione Garozzo e si riproporranno con quella Barbagallo. Il problema – conclude – è serio e da quello che si legge non sembra che si agisca per porvi rimedio».
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