«Quella di Pulcinoelefante è una storia che ha 40 anni ed è un’esperienza antropologica più che editoriale,
fatta di diecimila titoli scritti con i premi Nobel e con il ragazzino che passa per strada, un’esperienza di vita
insomma». Così Alberto Casiraghy – fondatore della casa editrice che ancora oggi nell’era dei social e dell’e-book stampa libriccini con i caratteri mobili in pochi e preziosi esemplari – riassume trentasei anni di
attività, raccontate al pubblico. L’occasione è la mostra I pulcini di Casiraghy – Tipografia e poesia che, dopo
Milano, arriva alla galleria del Credito Siciliano di Acireale, dove sarà visitabile fino al prossimo 1 dicembre.
«Alberto Casiraghy è una figura particolare nel panorama italiano e internazionale – osserva Andrea
Tomasetig, curatore della mostra insieme a Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio – Un tipografo,
stampatore, poeta che crea geniali aforismi, artista del libro, grafico che accompagna le pubblicazioni con
opere di gusto surreal-dadaista. Ed editore ovviamente, perché attorno a lui – aggiunge – ruota un catalogo di oltre
diecimila titoli e un universo non solo di scrittori, poeti, artisti e uomini di cultura, ma anche di semplici
persone che lo avvicinano e che desiderano fare un librino con lui».
Sono centinaia le persone che hanno contribuito al progetto utilizzando le tecniche più disparate: disegni,
tempere, piccole sculture, lastre, incisioni, fotografie, riproduzioni interventate. Impossibile citare tutti i
collaboratori tra cui Maurizio Cattelan, Emilio Isgrò, Enrico Baj, Sandro Chia,
Sergio Dangelo, Mario De Biasi per gli artisti e Gillo Dorfles, Roberto Cerati, Vincenzo Consolo, Maria Corti,
Pietro Ingrao, Franco Loi per gli autori.
«La difficoltà non era tanto quella di trovare i materiali, ma di selezionarli – dice Tomasetig – perché, su oltre
diecimila edizioni, bisognava individuare un percorso in cui il visitatore viene portato per mano. Ecco
perché, alla fine, abbiamo selezionato circa duecento volumetti e ricavato una prima sezione dedicata alla
filosofia di vita di Casiraghy, e agli aforismi più significativi che definiscono il suo pensiero».
Un’altra parte è
riservata agli amici scrittori e artisti che hanno gravitato attorno a lui «C’è poi l’area riservata all’amica-scrittrice per eccellenza, con cui ha
realizzato oltre 1200 volumetti creando un sodalizio umano e intellettuale straordinario. Alda Merini», afferma Tomasetig. «Eravamo quasi fidanzati – ammette Casiraghy – nel senso che a volte mi telefonava 40 o 50 volte al giorno
per dirmi un aforisma, una poesia, per maledirmi, per benedirmi o per ringraziarmi».
Una grande sala accoglie un omaggio alle arti: dalla musica alla gastronomia, dalla tipografia alla
bibliofilia, con un’esposizione di caratteri mobili, matrici xilografiche, cliché e documenti originali come
fotografie, disegni, lettere, manifesti e documenti provenienti dalla casa-officina di Osnago in provincia di Lecco. «Non dico di no a nessuno, anche per una scelta etica. Chi sono io per dire se qualcuno è bravo o non è
bravo? Se mi fanno una proposta dico subito di sì, poi si discute insieme cosa fare e come. Non c’è nessuno
che ho rifiutato, e probabilmente è per questo che il numero di pulcini supera i diecimila», aggiunge quello
che si definisce un poeta-artista e un artista-poeta.
Due anime che convivono giocosamente in Alberto
Casiraghy, che era già stato in Sicilia, a Comiso, per un libriccino dedicato a Gesualdo Bufalino, ma anche
per Angelo Scandurra, editore e poeta nostrano di grande spessore culturale e umano.
«Sono felice di essere venuto ad Acireale, che è una città di una bellezza veramente sorprendente, molto
emozionante. Per uno che arriva dalla Brianza questi palazzi barocchi così meravigliosi, qualcuno anche
decadente, hanno una storia dietro che mi ha veramente emozionato».
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