Acireale, la lettera di una 25enne alla città «I cittadini accettano ingiustizie in silenzio»

Vi spiego perché Acireale è una città destinata alla decadenza. In occasione della festa di San Sebastiano (e cito questo solo perché è l’ultimo dei tanti avvenimenti che mi hanno portato a scrivere questo post) in cui la città è un po’ concentrata su altro e lasciata un po’ all’anarchia, nonostante lo spiegamento di polizia municipale ad ogni angolo. Ebbene, avevo esigenza di prendere un mezzo pubblico (bus) per spostarmi da Acireale. Cerco su internet se per caso ci fossero informazioni sui cambiamenti di itinerario che, giustamente, immaginavo ci sarebbero stati, ma non trovo risposta, né sul sito del Comune né su quello dell’azienda di trasporti.

Esco e mi reco alla fermata, chiedo informazioni a un vigile urbano che, dopo aver fatto una telefonata, mi informa che gli autobus avrebbero fatto tutti capolinea in piazza Livatino, senza passare dal centro.Lo ringrazio e, sorridendo, aggiungo che sarebbe bene informare i cittadini di questi cambiamenti anche con un avviso sul sito del Comune. La risposta che ho ricevuto, seppur apparentemente innocua e quasi simpatica, ha fatto scaturire in me una serie di riflessioni, che sono il motivo di questo (lungo, scusate) post.

La risposta è stata: «Signorina, non si preoccupi. La prossima volta le mandiamo un telegramma a casa». È solo una battuta scherzosa, direte voi. Non c’è motivo di farne un caso. E invece non è così. Io in quel momento lamentavo un disservizio relativo ai mezzi di trasporto, che dovrebbero essere tra le prime cose da curare in una città. Il fatto che non solo non ci si scusi per la mancata informazione ma anzi si interpreti la mia richiesta come un eccesso di zelo, come una cosa impossibile da pretendere, è inaccettabile. In pratica mi è stato detto: «Certo, ora ci mettiamo ad avvisare la gente e scriviamo sul sito. Sì, vabbè».

Pochi giorni fa sono stata a Londra, ho preso un autobus che ha portato ritardo (per motivi estranei all’azienda stessa). L’azienda, oltre che scusarsi, ci ha dato un biglietto omaggio della stessa somma. Non so se regge il paragone. E arrivo al punto. Ho capito che il problema di Acireale non sono i disservizi, il disordine, la sporcizia, la cattiva amministrazione. Il problema di Acireale sono gli acesi. Il problema è che abbiamo una mentalità malata che ci porta ad accettare anche le più assurde ingiustizie come naturali. Il problema è che se pretendi un servizio, ti viene risposto: sì, vabbè, aspetta e spera. Non si pretende che qualcosa che dovrebbe necessariamente funzionare, in una città di 60mila abitanti, funzioni. Si accetta passivamente che non funziona e non funzionerà mai.

È assurdo e inaccettabile. Ma mi rendo conto che la metà di quelli che leggeranno tutto il post, penseranno che è un’esagerazione. E invece non lo è. Perché questi sono i motivi per cui una città come Acireale è vuota. È il motivo per cui la mia generazione è andata via e continua ad andarsene. È il motivo per cui, se sei giovane e hai senso critico, appena puoi scappi. Con questo non voglio smuovere le vostre coscienze, anche perché credo che neanche con una dose endovena di adrenalina riuscirei nell’intento. È solo uno sfogo. Ma quando anche i vostri figli vi diranno che se ne vorranno andare, se non l’hanno già fatto, ricordatevi che è colpa vostra, del vostro lassismo, della muta complicità con cui assecondate questo sistema malato, del silenzio con cui accettate tutte le ingiustizie di cui neanche vi accorgete. Non è colpa della crisi, è colpa vostra.

Redazione

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