La proposta di un passaggio per tornare a casa, la possibilità di fare strada con alcuni conoscenti. Sarebbe partito da qui l’approccio di due acesi, entrambi incensurati, nei confronti di una ragazza di poco più di vent’anni, che ha denunciato ai carabinieri un presunto caso di violenza sessuale di gruppo. I due – S.A. e S.F. – sono stati arrestati mercoledì scorso dai carabinieri della compagnia di Acireale, in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Catania. Da allora si trovano rinchiusi nel carcere di piazza Lanza.
La presunta aggressione sarebbe avvenuta a luglio, all’interno del parcheggio della nota discoteca Qubba, nell’omonima contrada che si trova a ridosso del quartiere di San Giorgio, a Catania. Stando ai racconti della vittima, i due l’avrebbero avvicinata offrendole uno strappo a fine serata per tornare a casa. Poco dopo, però, all’interno dell’automobile la situazione sarebbe precipitata, fino allo stupro. A suffragio delle indagini, in mano agli inquirenti, ci sono delle intercettazioni sia telefoniche che ambientali in cui emergerebbero le responsabilità dei due, nonché le parole di alcuni testimoni.
Nel caso è coinvolta anche una terza persona. Per il giovane incensurato, R.M., l’ipotesi non è di un diretto coinvolgimento nella violenza sessuale ma, secondo gli investigatori, avrebbe avuto un ruolo più marginale. Al momento nei suoi confronti la procura di Catania sta indagando a piede libero. Da fonti vicine agli inquirenti, trapela che non è stato accertato il consumo di alcolici o droghe da parte dei due arrestati prima della presunta aggressione.
Nei giorni scorsi, la notizia ha cominciato a circolare per Acireale. Due degli indagati, infatti, sono figure conosciute in città. Uno è figlio di un noto ristoratore del centro storico, mentre l’altro ha una parentela eccellente con una famiglia che ha fatto la storia della politica locale.
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