«Chiudo. Aspetto di confrontarmi con il commercialista ma la decisione è presa». Valeria Giunta, la titolare di Partyamo – la libreria per ragazzi che a metà 2014 ha aperto in piazza Santa Chiara ad Acireale sfidando la crisi del mercato editoriale e il degrado di una zona che pur essendo in pieno centro sembra essere dimenticata dalle istituzioni – è irremovibile. Gli appelli lanciati negli scorsi mesi, la volontà di farcela da sola, l’impegno sociale profuso anche all’esterno della propria attività non sono bastati: «L’esperienza di Partyamo finirà presto, a meno di un anno dall’inaugurazione, e finirà perché non avrebbe senso continuare così, nel totale isolamento».
Il riferimento di Valeria va al silenzio dell’amministrazione comunale che, dopo un apparente interessamento in concomitanza dell’apertura della libreria – un’attività che ad Acireale, come in tante altre città della Sicilia, rappresenta qualcosa in più di una semplice scommessa –, avrebbero lasciato nel dimenticatoio le segnalazioni della donna specialmente per quanto riguarda il controllo del territorio: «Meno di due mesi fa ho denunciato le minacce di un ragazzo – racconta la donna – che bottiglia in mano mi intimava di non disturbarlo mentre rompeva quelle che ogni sera vengono abbandonate nei dintorni della piazza. Anche in quel caso – continua – dall’amministrazione sono arrivate solo promesse e nulla più».
Il problema principale, nonostante tutto, non sarebbe la microcriminalità: «Ciò che maggiormente mi ha fatto perdere le speranze è la totale assenza delle istituzioni. Certi fenomeni – dichiara la donna – attecchiscono e si sviluppano solo se trovano un ambiente adatto e in tal senso piazza Santa Chiara è perfetta: una zona senza regole che evidentemente non interessa a nessuno». Negli ultimi giorni, gli episodi di inciviltà sono aumentati fino a portare la donna a deporre le armi: «Ho dovuto assentarmi per un paio di giorni dal negozio – racconta – e al mio ritorno ho trovato resti di vomito proprio all’ingresso e sporcizia generalizzata. Così è impossibile lavorare. A pochi metri da qui i pusher agiscono indisturbati, senza che le forze dell’ordine facciano qualcosa ma neanche la politica».
Politica che in questi ultimi giorni, dopo il mancato riconoscimento dello stato di emergenza post tromba d’aria, sembra più concentrata sulle proprie beghe interne: «Ho la sensazione che l’amministrazione sia impegnata solo a ricercare chi sia il deputato nazionale colpevole di non aver procurato lo stato di emergenza. Per il resto – denuncia Valeria Giunta – che ci sia una città nel baratro non importa a nessuno: sindaco e assessori mi avevano promesso un impianto di sorveglianza, una maggiore pulizia della zona e un controllo degli accessi ma nulla di tutto ciò. A oggi, piazza Santa Chiara è un luogo dove entrare con i motorini e a volte anche con i quad, ma soprattutto l’ennesimo posto dove non c’è spazio per i libri». L’intenzione della titolare è quella di chiudere il cerchio così come era iniziato: «Il giorno dell’inaugurazione furono solerti a partecipare. Adesso mi auguro che il sindaco vorrà accettare l’invito anche per il giorno in cui abbasserò la saracinesca».
Intanto, proprio in mattinata il Comune ha reso noto di aver fatto i passi avanti nell’ambito di un progetto volto a difendere la libertà economica e d’impresa. Stando però al comunicato divulgato dall’ufficio stampa, il progetto – consistente nell’installazione di 41 telecamere di videosorveglianza – non dovrebbe riguardare l’area in cui si trova Partyamo.
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