Da un lato la presentazione del nuovo progetto calcistico Acicatena Calcio 1973 alla cittadinanza, dall’altro la volontà dei tifosi e della dirigenza di confrontarsi con l’amministrazione comunale su alcuni punti delicati che possono rendere critico il percorso sportivo della società di calcio. Su questi due punti si è incentrato l’incontro di ieri sera all’auditorium Orazio Vecchio, ad Aci Catena. Un nuovo progetto partito dopo l’ultima stagione sotto la guida dell’ex patron dell’Aci San Filippo Gaetano Giannetto.
I tifosi e l’ex dirigenza dell’Aci San Filippo hanno cambiato titolo: l’Acicatena Calcio 1973 riparte dalla promozione con l’obbiettivo di unire tutta la città. A dare il via all’iniziativa è stata la campagna abbonamenti e alcuni acquisti ambiziosi. «La volontà è quella di fare un campionato dignitoso, ma si devono creare le fondamenta – afferma il direttore generale Sergio Anfuso – Ci definiamo una società pulita e con questa campagna abbonamenti chiediamo un aiuto alla città. Il nostro progetto – aggiunge – prevede anche il settore giovanile, ma se non ci si dà una mano è difficile crescere in un certo modo. Siamo disponibili ad accogliere anche degli imprenditori che vogliano scommettersi».
Se il direttore generale parla alla sala non proprio gremita, rivolgendosi alla città, le parole del patron Gaetano Giannetto sono indirizzate al primo cittadino Nello Oliveri e all’assessore allo Sport Angelo Russo, seduti proprio allo stesso tavolo: «Non possiamo fallire e siamo decisi a portare l’Acicatena dove merita. Facciamo un appello all’amministrazione perché ci dia una mano e collaborari nelle spese di gestione dello stadio comunale Nino Bottino – sottolinea Giannetto. La sera non ci si può allenare al buio e, inoltre, entro questo mese dovrebbe essere sistemato il terreno di gioco. Abbiamo dovuto farci carico di alcune spese e per certi lavori abbiamo anche agito anticipando il parere degli uffici, perché non possiamo aspettare i tempi lunghi della burocrazia».
Tra i temi avanzati da Giannetto c’è anche la questione agibilità dello stadio comunale. Attualmente la struttura potrebbe ospitare solo 150 spettatori perché la tribuna centrale è inagibile, a causa della mancanza dei servizi igienici e dei bagni per i disabili. Da mettere a punto c’è poi anche un’uscita di sicurezza. A questo si aggiunge pure il fatto che alcuni verbali redatti dagli enti preposti sono datati e potrebbero necessitare aggiornamenti. Un problema non indifferente per i tifosi, che fanno capire come sia difficile gestire le tribune in vista dell’arrivo di sostenitori delle squadre ospiti.
L’amministrazione comunale si è detta pronta a collaborare con la società: «Abbiamo affrontato questi e altri problemi nella conferenza di servizi fatta qualche settimana fa – afferma l’assessore Russo – Se vogliamo ottenere l’agibilità della tribuna, prima devono essere fatti dei controlli e si deve capire quali sono i lavori da fare». Sulla manutenzione della struttura Russo annuncia un pronto intervento: «A breve sarà fatto un conteggio dei soldi versati dalle società sportive al Comune e, in base a quelli, ragioneremo sulle priorità da affrontare».
Oltre allo stadio comunale, la discussione si è spostata anche sul Polivalente. La mega struttura sportiva voluta agli inizi degli anni Duemila, che è stata la casa Acicatena negli anni in cui ha militato in serie D, oggi sembra una cattedrale nel deserto: in completo abbandono, fatiscente e con la sola pista di atletica praticabile. «Per i lavori più dispendiosi – aggiunge l’assessore allo Sport – abbiamo presentato dei progetti al Coni per accedere a dei finanziamenti a fondo perduto sia per lo stadio comunale che per il Polivalente. Il primo finanziamento che potremmo ottenere si aggira intorno a 500mila euro, mentre per il Polivalente ci sarebbe la possibilità di recepire un milione e 500mila euro».
Alle parole di Angelo Russo si accoda il sindaco Nello Oliveri: «Durante la mia prima sindacatura (negli anni Novanta, ndr) abbiamo contribuito a rinforzare la struttura dello stadio comunale con diverse opere, ma c’è da dire che la situazione economica era diversa. Oggi – dice il primo cittadino – abbiamo ereditato una situazione debitoria di sette milioni, quindi – conclude – chiedo alla società di venirci incontro reciprocamente».
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