Accenture Palermo/ L’Ugl chiama Renzi: che è come raccomandare l’agnello al lupo

PAOLO CARACAUSI: “I CALL CENTER SONO ORMAI LA VERA EMERGENZA LAVORATIVA”

Ancora incerta la soluzione della vertenza per i 262 lavoratori di Accenture di Palermo. Oggi dovrebbe andare in scena un incontro a Roma al Ministero per lo Sviluppo Economico, con la presenza delle aziende Accenture e British Telecom e dei rappresentati di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Incontro che potrebbe essere rinviato.

Negli ultimi incontri nazionali le Aziende hanno proposto una possibile ricollocazione del 70% del personale in una azienda di Britsh Telecom e il restante 30% in una società di Accenture, vincolando l’accordo ad un abbassamento dei livelli retributivi ed alla sottoscrizione di verbali di transazioni individuali per tutti i 262 lavoratori, con rinuncia di rivalsa per il precedente rapporto di lavoro.

A questo punto arriva la parte più ‘surreale’: “Il Sindacato – dichiara Antonio Vitti, delegato della Segretaria nazionale dell’Ugl Telecomunicazioni – chiede un intervento fattivo del governo Renzi, affinché si arrivi ad una soluzione che preveda la tenuta dei livelli occupazionali, con una prospettiva di rilancio del centro di Palermo”.

Insomma, chiedere al capo di un Governo che vuole smantellare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è il massimo…

“Non è possibile che i lavoratori – conclude Vitti – debbano vivere in una continua condizione di incertezza, ricordiamo che già nel 2012 era stato sottoscritto un accordo con l’azienda, approvato in assemblea dai lavoratori, per una rinuncia cospicua del proprio salario e contratti di solidarietà, affinché si mantenessero i livelli occupazionali ed un rilancio del centro operativo di Palermo”.

Chi dà per rinviato l’incontro di oggi a Roma è Paolo Caracausi, presidente della commissione Attività produttive del Comune di Palermo:

“Le vertenze dei call center sono diventate la vera emergenza lavorativa in Italia: sempre più aziende delocalizzano o chiudono nell’indifferenza generale delle istituzioni, mentre intere famiglie finiscono in rovina. Il rinvio dell’incontro a Roma per Accenture non è certamente un buon segno. La nostra solidarietà va ai lavoratori, che da troppo tempo aspettano risposte certe che ormai sono doverose”.

 

Redazione

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