Il valzer delle responsabilità è appena iniziato. Regione contro i sindaci, sindaci contro lo Stato, cittadini contro le istituzioni, nessuna esclusa. È una patata bollente, quella dell’abusivismo edilizio, che ha fatto irruzione nell’agenda politica regionale con la stessa furia del fango che ha spazzato via 13 vite nell’alluvione degli scorsi giorni. Di chi è la colpa? Ciascuno, ad ogni livello, la cerca fuori, all’esterno. E così, se il governo regionale porta in Assemblea un disegno di legge in cui impone ai sindaci di sgomberare le case abusive insistenti i aree ad alto rischio, entro otto giorni dall’entrata in vigore della norma, oggi sono i primi cittadini a rivolgersi al presidente dell’Assemblea, Gianfranco Miccichè, affinché non si ceda a «soluzioni frettolose».
Un punto, su tutti, ha fatto saltare dalla sedia i sindaci: la rimozione in caso di inadempienza. «Continuiamo a pensare che la responsabilità possa essere scaricata tutta sui primi cittadini?», attacca il presidente dell’Anci, Leoluca Orlando, secondo il quale «scaricare tutta la responsabilità sui sindaci è un’operazione di vigliaccheria politica, fermo restando che chi ha sbagliato deve pagare. Ma chiediamoci anche se non si fa pagare il conto a qualcuno che non aveva responsabilità».
Su un punto si trovano assolutamente d’accordo il primo inquilino di palazzo delle Aquile e il presidente dell’Ars: abusivismo e dissesto idrogeologico sono due temi separati, «che non possono essere trattati insieme sulla scorta dell’emotività di queste ore». Certo, Miccichè ribadisce più volte ai sindaci di non essere l’interlocutore adatto, perché è al governo che dovrebbero rivolgersi. E poi a Orlando: «Luca, non siamo mai stati innamorati l’uno dell’altro, ma per una volta possiamo dire che siamo di fronte a un tema talmente grave, che non possono esserci barriere ideologiche di mezzo. Se c’è un momento in cui è necessario lavorare tutti insieme, quel momento è adesso».
Una cosa Micciché garantisce agli amministratori locali: in Aula «non ci sarà alcun colpo di mano o accelerazione. Se non si farà un accordo con voi sindaci non si farà niente. E vi posso assicurare che nessuno farà passare emendamenti in cui ai sindaci vengano attribuite responsabilità che non hanno». Certo, c’è anche chi, tra gli amministratori locali, si scaglia contro le sanatorie «fatte in passato da Stato e Regioni, non dai sindaci». «Come se in realtà – commentano in molti dagli ultimi banchi – sul tema delle sanatorie non si fossero vinte campagne elettorali e costruite carriere politiche, in un passato neanche troppo remoto».
L’incontro col presidente dell’Assemblea ha permesso anche di avere garanzie sulle audizioni dei sindaci nelle commissioni di merito per affrontare in sinergia il tema dell’abusivismo, ferma restando la richiesta degli amministratori locali di «affidare a un soggetto terzo rispetto al Comune le demolizioni. Perché le pressioni sarebbero enormi e anche, come già avvenuto, arrivassimo a indire le gare d’appalto, andrebbero deserte».
Sul ddl anti-abusivismo, c’è un’ultima nota amara, che Orlando riserva a Musumeci: «Quando con una norma come questa si investe complessivamente, per risolvere il problema dell’abusivismo in Sicilia, un milione di euro, probabilmente non si è capito nulla».
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