Arrivati alle cinque del pomeriggio, intrappolati da ore su una dissestata strada provinciale nel Nisseno, i passeggeri dell’autobus Palermo-Gela non ce l’hanno fatta più. Grazie alle automobili inviate dalla Sais autolinee, tre sono tornati indietro, a Palermo, e gli altri sono stati accompagnati a destinazione. Erano partiti alle 9 del mattino, sono arrivati a Gela circa nove ore dopo.
Un’odissea dovuta a un incidente autonomo che ha coinvolto un camion lungo la provinciale 19. L’autotrasportatore ha perso il controllo del mezzo, verosimilmente non abituato a percorrere strade così strette, ed è finito di traverso. Nessuno è riuscito più a passare e si è formata una coda chilometrica di mezzi pesanti. Per ore sono stati impegnati vigili del fuoco, protezione civile, croce rossa, polizia stradale. Sono stati usati pure alcuni trattori per rimuovere l’ostacolo, e una cinquantina di tir sono rimasti lì durante la notte, con i camionisti assistiti dalla Croce rossa.
Storie di ordinaria follia sul percorso a cui sono costretti autobus e mezzi pesanti da quando Anas ha chiuso un tratto dell’autostrada Palermo-Catania in direzione del capoluogo etneo. Il viadotto Cannatello, tra Resuttano e Ponte Cinque Archi, è a rischio crollo. Lo si sa da anni, la situazione è via via peggiorata e gli interventi di manutenzione procrastinati anche a causa dei problemi dell’impresa che avrebbe dovuto eseguirli. Il risultato è che da settimane tutti i mezzi sopra le 3,5 tonnellate sono costretti ad arrampicarsi sulle provinciali delle Madonie, la sp19 e la sp 112.
Gli autobus si sono divisi: la Sais sta effettuando il collegamento da Palermo a Catania passando per Messina, mentre percorre le provinciali interne per collegare Palermo a Enna, Caltagirone e Gela. Stessa cosa fa Interbus da Palermo a Siracusa. «Stiamo avendo un calo dei passeggeri – spiega Gaetano La Iacona, direttore di Sai Autolinee – il viaggio da Palermo a Catania si è allungato di un’ora e venti circa e con lo stesso prezzo. Ma non possiamo pagare noi l’incuria di decenni. Dopo un sopralluogo, abbiamo deciso di non scegliere il percorso alternativo indicato da Anas perché è indecente. Stiamo parlando del collegamento più importante dell’isola».
Per evitare un tracollo peggiore, Sais sta correndo ai ripari. Visto che il transito sull’autostrada è possibile ai mezzi inferiori alle 3,5 tonnellate, da fine mese, in alcuni orari, sostituirà gli autobus con pulmini a nove posti, autorizzati al transito. Ogni giorno Sais fa viaggiare tra le due città 14 coppie di autobus. Tre corse, quelle in partenza da Palermo alle 7 alle 8 e alle 15, verranno sostituite con quattro pulmini più piccoli. Stessa cosa per il ritorno da Catania con partenza alle 11, alle 16 e alle 18.30. «Non possiamo permetterci di perdere la tratta», sottolinea La Iacona.
Anche per lo stato della A19 la settimana scorsa gli autotrasportatori siciliani hanno bloccato per 24 ore i porti dell’isola. Giovedì prossimo al ministero dei Trasporti si terrà una nuova riunione del tavolo e in quella sede si attendono risposte concrete da Roma.
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