Due sere fa i dipendenti della cooperativa Luoghi comuni, che gestisce lo Sprar di Aci Sant’Antonio, hanno preso possesso dei due appartamenti di via Garibaldi in cui verranno trasferiti i 15 richiedenti asilo ospitati dal centro. Un trasloco reso necessario dal venir meno della sede originaria, la Casa dei giovani di piazza Baden Powell, la cui disponibilità in comodato gratuito è stata ritirata dalla diocesi di Acireale a seguito di una controversia legale con i gestori. Ma l’accoglienza del vicinato, a quanto pare, non è stata delle migliori.
«Nessuno dei ragazzi si è ancora trasferito lì – spiega la direttrice dello Sprar Chiara Rondine – eppure venerdì sera si è creato un clima tesissimo, da guerriglia urbana, tra forti proteste e richieste di intervento di carabinieri e vigili urbani». «Qualcuno ha chiamato le forze dell’ordine per far spostare le automobili con cui abbiamo trasportato gli effetti personali dei migranti – prosegue Rondine – e uno di loro è stato quasi aggredito solo perché utilizzava una bicicletta nel condominio, è stato difeso da un dipendente della cooperativa». Da quel che spiega la 31enne, il trasloco non è ancora stato ultimato perché i due stabili non sono pronti. Mancano, tra le altre cose, gli allacci elettrici. «Ci aspettavamo qualcosa del genere – sospira la direttrice – ma non fino a questo punto. La prossima volta sarò io a chiamare i carabinieri».
Anche il dibattito politico cittadino è improntato al nervosismo. «Chiediamo al sindaco Santo Caruso – recita una nota di Forza nuova Acireale – la cortesia di smetterla di recitare il ruolo di paladino dei rifugiati e di iniziare a lavorare un po’ di più per i propri concittadini, che hanno prontamente manifestato tutto il loro disappunto per una decisione presa unilateralmente». «Se i santantonesi – continua il comunicato – non accettano la presenza di tali individui, perché ritenuti un corpo estraneo potenzialmente nocivo, hanno il diritto di essere ascoltati». Sul punto si è espressa anche la Fiamma tricolore, che è contraria all’attivazione di centri Sprar in tutta Italia, convinta com’è che in alcuni casi rappresentino un incentivo all’immigrazione clandestina, e che inoltre chiede una verifica dei parametri imposti del ministero dell’Interno rispetto al progetto santantonese. «Strumentalizzazioni, l’amministrazione non ha competenza per stabilire dove debbano essere trasferiti i rifugiati, quello è compito di Luoghi comuni», spiega Caruso a MeridioNews.
Il primo cittadino è stato anche al centro di un caso nato su Facebook. Ieri, su un gruppo di discussione locale, un fake di nome Piero Barbagallo ha scritto che i due appartamenti presi in affitto dalla cooperativa sarebbero di proprietà di un fratello di Caruso, sostenendo dunque che nelle pieghe della vicenda si nasconderebbero dei vantaggi economici per la famiglia del sindaco. Un commento poi rilanciato da altri utenti. «Notizia completamente inventata – risponde il diretto interessato a MeridioNews – mio fratello abita nella stessa via ma non c’entra nulla con i due stabili presi in locazione da chi gestisce il progetto. Ho già dato mandato al mio legale di sporgere denuncia alla polizia postale».
In alcuni casi, però, le resistenze dei residenti di via Garibaldi non hanno un’impostazione politica. «Ho inviato una pec all’amministrazione – dichiara uno di loro, Salvatore Trombetta – affinché venga verificato che le planimetrie degli appartamenti corrispondano ai parametri del ministero dell’Interno. Non sono un razzista – aggiunge – ma la strada è molto stretta e tutto deve svolgersi secondo le regole». Una richiesta a cui Santo Caruso ha acconsentito. Domani la polizia municipale effettuerà sul posto un sopralluogo, anche per verificarne le condizioni igieniche.
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