Oggi è il giorno del lutto a Ravanusa. Alle 16.30, nel piazzale antistante la chiesa madre, ci saranno i funerali solenni per le nove vittime (se non si conta anche il bambino morto in grembo alla madre che sarebbe dovuto nascere pochi giorni dopo il disastro). Intanto, i vigili del fuoco sono ancora impegnati nell’isolato sventrato dall’esplosione avvenuta sabato sera per portare vie le macerie, come disposto dalla procura di Agrigento che continua a indagare per disastro e omicidio plurimo colposo, e per mettere in sicurezza l’intera area di oltre diecimila metri quadrati che è stata posta sotto sequestro.
Per quanto accaduto c’è chi ha già parlato di «strage annunciata». E, intanto, è emerso che a fare i lavori di manutenzione della rete del gas nella cittadina dell’Agrigento, tra agosto e ottobre del 2011, era stata la Euroimpianti plus, la società di proprietà dei figli di Vincenzo Cavallotti – Gaetano e Salvatore Vito – imprenditori assolti dall’accusa di mafia, ma ritenuti socialmente pericolosi perché contigui a Cosa nostra e colpiti dalla confisca dell’impresa, la Comest. In particolare, la Euroimpianti plus aveva ricevuto in appalto l’estensione e la manutenzione della rete in diversi comuni siciliani da Italgas che, proprio per i suoi rapporti con gli imprenditori di Belmonte Mezzagno, finì in amministrazione giudiziaria nel 2014. L’anno in cui un pool di tecnici dopo avere ispezionato la rete del metano gestita da Italgas in alcuni comuni siciliani – tra cui quello di Agrigento – in cui i lavori di manutenzione erano stati fatti da Euroimpianti plus, segnalò la necessità di interventi di risanamento urgenti a causa delle gravi situazioni di rischio riscontrato. La relazione degli amministratori giudiziari, che è stata acquisita agli atti dell’inchiesta sull’esplosione di Ravanusa, elencava una serie di difformità.
Tra le zone interessate dai lavori effettuati anni fa da Euroimpianti plus – la società che era stata sequestrata dal tribunale di Palermo ma che è stata restituita ai proprietari che, nel frattempo, sono stati scagionati per prescrizione dall’accusa di intestazione fittizia di beni – ci sono via Pergusa, che è distante circa 500 metri dall’area interessata dall’esplosione; via Quasimodo; via Monti; via Ibla e via don Bosco. Nello specifico, si trattava di opere di manutenzione della rete stradale o della parte zincata.
Intanto, tra le macerie, i vigili del fuoco stanno continuando a recuperare documenti, beni di prima necessità e anche oggetti di valore all’interno delle abitazioni della zona sottoposta a sequestro, per evitare eventuali atti di sciacallaggio. Per i funerali di domani, che saranno celebrati dall’arcivescovo di Agrigento Alessandro Damia, è prevista anche la presenza del ministro alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibili Enrico Giovannini e del capo della protezione civile Fabrizio Curcio. Il presidente della Regione Nello Musumeci ha disposto che alle 12 venga osservato un minuto di silenzio in tutti gli uffici dell’amministrazione regionale. E continua la raccolta fondi lanciata da uno studente fuorisede per chi ha perso i familiari ed è rimasto senza casa (Qui il link per donare: https://gf.me/v/c/4srp/kc8t2c).
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