da Giuseppe Scianò
riceviamo e pubblichiamo
Tra i problemi che rimangono sul tappeto, anzi sul tavolo di PING-PONG della politica politicata, fa bella mostra di sé (ma non è lunica, nè la meno grave) la questione della riapertura del CASINO DI TAORMINA e della eventualità di aprire altre CASE DA GIOCO in zone di rilevanti prospettive turistiche, in alcune note e prestigiose località siciliane.
Una questione che – a quanto riferisce la stampa – il Presidente della Regione Siciliana, Crocetta, ha sottoposto allattenzione del Ministro dellInterno Angelino Alfano, il quale si è riservato di approfondire la problematica, per poi riparlarne. Insomma: si va da ERODE a PILATO Per poi, magari, sentirci ripetere che il problema non si può risolvere in via amministrativa e che occorre una norma legislativa di deroga allattuale vigente legislazione penale. Non sono, quindi, ripercorribili le procedure seguite per i CASINO di VENEZIA, di SANREMO, di CAMPIONE e di SAINT VINCENT (deroghe, peraltro, concesse soprattutto in periodo fascista, negli anni TRENTA del secolo scorso).
La giurisprudenza costituzionale in materia, oggi, non lascia dubbi: deve intervenire il LEGISLATORE STATALE.
Una proposta di legge-voto ai sensi dellArticolo 18 dello STATUTO, sottoscritta dal Governo regionale ed approvata dallArs, avrebbe certamente un suo forte significato giuridico, politico e morale, certamente maggiore di quello che, comunque, meritano le iniziative poco più che personali rimaste nei cassetti di Sala dErcole. Si attiverebbe la corretta procedura costituzionale ed il Parlamento centrale non potrebbe dormirci sopra.
Va anche mobilitata lopinione pubblica siciliana che è già informata del fatto che a MALTA, ad esempio, i CASINO sono ben QUATTRO, tutti molto frequentati anche dai turisti siciliani.
I Siciliani, per la verità – lo diciamo con sarcasmo – possono andare a giocare pure loro! nei CASINO ITALIANI, che sono tutti ubicati nellITALIA SETTENTRIONALE e che abbiamo già citato. E qualcuno di questi CASINO si è consentito pure lapertura di filiali allESTERO. VERGOGNA !!!
Non a caso, qualche giornale, in Sicilia, ha adombrato il sospetto che esista una vera e propria LOBBY DEI QUATTRO CASINO, che vigila ed opera affinché non sorgano altri CASINO. Soprattutto nel SUD ed in SICILIA (rendendo, così oh gran bontà della Lobby la vita più facile agli ASCARI di casa nostra).
Occorre lo ribadiamo che si informi, che si coinvolga e che si mobiliti lopinione pubblica siciliana. E che si prevenga il DOPPIOGIOCHISMO, nel quale si è trastullata gran parte della classe politica presente allArs.
In particolare, va chiarito che le CASE DA GIOCO sono sottoposte a norme di comportamento e ad ONERI dai quali non possono mai derogare. E che inciderebbero, in generale e positivamente, anche per leconomia ed il turismo in Sicilia. (a destra, la sede del casinò di Taormina)
Innanzi tutto, devono contribuire alla crescita economica, culturale e turistica del territorio nel quale agiscono e devono versare il 25% degli introiti al Comune ed il 25% alla Regione. Devono, altresì, organizzare eventi di ottimo livello. A loro volta, le sedi (gli edifici nei quali operano) devono godere di un certo prestigio. Il personale deve essere ben selezionato e di alta professionalità e via dicendo. Non devono, soprattutto, mancare i controlli (in tutti i sensi).
Non parliamo di favole o di sogni.
Le CASE DA GIOCO in Sicilia possono e devono essere realizzate, infatti, SUBITO, in quanto i REQUISITI logistici e di altro genere esistono e sono a portata di mano in ognuno dei SITI che si candidano.
Certamente sono mancati: la VOLONTA POLITICA di fare gli interessi del Popolo Siciliano; il coraggio di essere Siciliani; la cultura della Sicilianità e, forse, anche quel minimo di dignità necessario a reclamare il rispetto dei DIRITTI del Popolo Siciliano.
Diritti, spesso, inutilmente dichiarati dalla Carta Costituzionale, come quello dellUGUAGLIANZA davanti alla Legge.
Che, in altre parole, significa che le CASE DA GIOCO non possono essere considerate LEGITTIME nellITALIA SETTENTRIONALE ed ILLEGITTIME (pur se a parità di condizioni) in SICILIA.
Ma tutte queste carenze del passato non sono motivi sufficienti per rinunziare alla lotta. Sono, anzi, ulteriori motivi per lottare di più e per lottare meglio. Nonché per mettere, ancora una volta, alla prova la classe politica, i Partiti e le Istituzioni.
Non dobbiamo più concedere ALIBI. Siamo alle ultime chiamate!
A N T U D U !
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