Il Festival Cantieri del Contemporaneo di Palermo conclude oggi il proprio cammino. Un percorso cominciato l’1 giugno scorso e che si è articolato nell’arco di sei mesi. Mesi fruttuosi, caratterizzati da un’intensa attività di incontri, concerti, performance, reading, proiezioni, spettacoli teatrali, mostre e conferenze. Suoni, visioni, interpretazioni e letture, del vivere contemporaneo e della crisi che lo attraversa.
Questo il tema scelto da Giuseppe Marsala, ideatore e direttore artistico del Festival promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo che è andato in scena all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa.
«Il Festival chiude i battenti con un bilancio più che positivo – dichiara Giuseppe Marsala – sia per il successo di pubblico, sia per la larghissima e qualificata partecipazione di artisti e di operatori culturali. Intelligenze, linguaggi a confronto che hanno scommesso sul fatto che -proprio in tempo di crisi- sono le arti e la cultura le armi con cui comprendere e trasformare il nostro tempo. Una scommessa vinta dalla città e dai Cantieri Culturali alla Zisa».
Oggi si chiude con uno spettacolo, un concerto, una festa, un racconto, per ripercorrere il Festival che completa la prima fortunata edizione, per salutare il pubblico insieme alla presenza degli oltre 300 artisti che in questi sei mesi vi hanno collaborato rendendo possibile il successo ottenuto.
Sarà una serata condotta da Giuseppe Marsala, direttore artistico del Festival, tra musiche dal vivo eseguite dal trio R.A.M (Alejandra Bertolino, Rita Collura e Marvi La Spina) e dai SUN (Dario Sulis, Diego Spitalieri e Sandro Palacino), le immagini di Rosellina Garboe le parole narrate da Sandro Dieli; e accompagnata da tutti coloro, tra artisti e curatori del Festival, che vorranno dedicare un aiku o un aforisma al Festival che si conclude.
Un viaggio, dalle 19 alle 21 al Tre Navate, in cui si ripercorreranno tutte le tappe di questi sei mesi di cultura ai Cantieri alla Zisa; e in cui ogni partecipante potrà lasciare un messaggio nella bottiglia: un auspicio, una testimonianza, un desiderio, una speranza per il futuro prossimo della cultura e della città
Un momento, dunque, che segna la conclusione di un percorso che racconterà la prospettiva culturale avviata intorno alla contemporaneità ‘letta’ attraverso i linguaggi dell’arte; e intorno al tema della crisi vista con gli occhi di chi fa cultura.
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