Tanto tuonò che non piovve. Alla fine di due settimane prima noiose e poi via via più esaltanti a New York le finali maschili e femminili le giocheranno i numeri 1 e i numeri due del mondo. A Serena Williams e Vikotia Azarenka si sono aggiunti ieri Novak Djokovic, vincitore di una maratona contro Stan Wawrinka, e Rafael Nadal, solito giustiziere di un fragile Gasquet.
La prima semifinale è stata per lunghi tratti appassionante e forse lo svizzero l’ha persa nel secondo set, quando avanti un break e dopo aver vinto il primo, si è fatto riprendere e superare al tiebreak dal serbo. Wawrinka ha trovato le forze per vincere ancora il terzo, ma un calo repentino della prima, un dritto che più passava il tempo e meno diventava sicuro e un rovescio che rimaneva pericolosissimo ma non massacrava il povero Djokovic dalla parte del dritto, hanno consegnato il match nelle mani del serbo. Che dal canto suo è un degno numero 1, capace di comprendere quando si è in cattiva giornata e remare remare e ancora remare in attesa che passi la buriana. C’è stato un secondo momento in cui si è deciso il match, nell’estenuante e bellissimo terzo game del quinto set, durato qualcosa come 28 punti e 21 minuti, quanto un intero set, e alla fine vinto d Wawrinka. Che ha pagato carissimo lo sforzo per tenere quel servizio, regalando i successivi punti sul servizio Djokovic e trovandosi sotto immediatamente per 15/40 nel successivo game alla battuta. Qui Stan ha prodotto l’ultimo miracolo recuperando anche queste due palle break, ma una risposta fortunata di Djokovic, che ha recuperato una gran prima con un balzo mettendo solo la racchetta, ha prodotto una bruttissima volée dello svizzero. Stavolta Stan non ce l’ha fatta a salvare anche la diciannovesima palla break, e con essa la prima finale di uno slam. Gran torneo comunque, c’è da sperare che adesso non torni nella mediocrità, anche se piuttosto aurea, in cui ha vissuto la sua buona carriera.
Molto meno pathos per la seconda semifinale che Nadal ha vinto come usa fare di questi tempi, e cioè di testa, contro un giocatore che deve essere terrorizzato a vedere dall’altra parte una specie di energumeno che sbuffa e corre – anche se molto meno di un tempo – e che sembra pronto ad aggredirlo anche fisicamente. Anche qui, dopo che il primo set si era deciso grazie al break nel primo game in cui Gasquet si era trovato 40/15 per poi perdere 4 punti di fila sul proprio servizio, il momento clou è stato forse sul 43 del secondo set. Il francese era riuscito a togliere il servizio a Nadal nel game precedente, recuperando stavolta il break in avvio, aveva tenuto la propria battuta a zero e si era trovato 15/40 sul servizio dello spagnolo. Qui non ha mai messo in campo la risposta permettendo a Nadal di recuperare e filare verso il tiebreak, giocato in modo disastroso da Gasquet, capace di aprirlo con un doppio fallo, e la vittoria.
Nadal e Djokovic si affronteranno per la 37ima volta, per quella che è ormai la rivalità di questi tempi di tennis. Nessuno dei due ha particolarmente impressionato e il fatto che siano arrivati in finale a New York può dare la misura di quanto il tennis viva un momento un po’ così. Ora che Federer non c’è più e che Murray non sembra essersi liberato dalle proprie angosce neanche dopo aver vinto Wimbledon ci aspettano tempi non troppo felici. A cominciare dall’ennesima maratona che domani vincerà Djokovic.
Us Open risultati semifinali (s.m.): Djokovic b. Wawrinka 26 squet76 (4) 36 63 64; Nadal b. Gasquet 64 7/6 (1) 62
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