Si è chiuso giovedì 15 luglio il periodo accordato ai docenti dell’attuale Facoltà di Lingue e Letterature straniere per scegliere tra Ragusa e Catania in base al deliberato della “storica” seduta del Senato accademico del 14 giugno 2010. Il bilancio delle adesioni alla Facoltà di Lingue con sede esclusiva a Ragusa, per il momento, è modesto: il gruppo dei “ragusani” è limitato a sei docenti: Santo Burgio (Filosofia), Gigliola Nocera (Lingue e letterature nord-americane), Alessandra Schininà (Letteratura tedesca), Massimo Sturiale (Lingua e letteratura inglese) e Giuseppe Traina (Letteratura italiana). Il solo professore ordinario – e, in pectore, futuro preside – è il professor Nunzio Zago, anch’egli italianista.
L’opzione potrà essere modificata fino al 28 febbraio 2011, quando la fusione tra Lingue e Lettere diventerà definitiva con la formazione della nuova facoltà derivante dall’accorpamento tra le due facoltà Benedettine. E’ prevedibile che il drappello dei “rifondatori” della facoltà di Lingue a Ragusa potrà crescere di alcune unità con l’apporto di qualche altro docente di ruolo proveniente da Lettere o Scienze della Formazione. Molto dipenderà dalla costituzione o meno di un “quarto polo” universitario autonomo, ma soprattutto dagli accordi per la definizione dell’organigramma dei concorsi a professore di prima fascia. Il matrimonio con la sede di Ragusa non è solo questione d’amore ma anche di interesse: il numero minimo di ordinari per la costituzione della facoltà è stato fissato a tre e probabilmente alcuni docenti prenderanno in considerazione l’ipotesi del trasferimento in base alla possibilità concreta di ottenere un avanzamento di carriera. Appare però chiaro fin d’ora che la sede di Ragusa perderà l’apporto dei docenti di ruolo del settore delle lingue orientali, tutti intenzionati a trasferirsi a Catania.
Come sanno i nostri lettori, il rettore Antonino Recca ha declinato l’invito a un’intervista sui media universitari, come quella concessa a fine 2009. Per conoscere la posizione ufficiale dell’ateneo si è perciò costretti a rifarsi a quanto dichiarato dal rettore nella duplice apparizione televisiva del 14 Luglio su due emittenti locali (Telejonica e D1Television Blog tv), i cui video sono riportati sul portale dell’ateneo. “Non c’è stato alcun trasferimento della Facoltà di Lingue – ha sostenuto in quella sede il rettore -. La facoltà di Lingue era sicuramente nata per essere nella sede di Ragusa, poi c’è stato un accordo globale perché fosse presente anche a Catania. I corsi di laurea in Lingue si continueranno a tenere nella sede di Catania in una facoltà accorpata con la facoltà di Lettere; quindi nello stesso edificio dove è stata sempre, con gli stessi professori e con le stesse strutture. Mentre abbiamo dovuto dare un minimo di risposta ai ragusani, così come l’abbiamo data ai siracusani, dopo aver chiuso tutti i corsi di studio che, in modo scriteriato, si erano aperti negli anni scorsi. Vi ricordo che a Ragusa, nei fatti, abbiamo chiuso tre corsi di studio. Perché per Giurisprudenza e Agraria è l’ultimo anno: a meno che non parta il quarto polo autonomo, il prossimo anno saranno chiuse. E avevamo chiuso la facoltà di Medicina”.
La concessione di una facoltà di Lingue nella sede di Ragusa altro non sarebbe che “un contentino”: “Avevamo il dovere di dare una risposta a questo territorio che per anni ha finanziato l’università di Catania. E quindi c’è stato anche un interesse da parte dell’università di essere presenti lì, dando almeno questo contentino di avere una facoltà con una propria visibilità. Non c’è stato assolutamente nessuno scippo a danno del territorio etneo. I professori stanno quasi tutti optando per Catania. Solo cinque hanno optato per Ragusa fino a questo momento. Faremo immediatamente i concorsi a Ragusa: qualcuno a tempo indeterminato, qualcuno a tempo determinato. C’è ormai un budget congruo, a regime di tre milioni circa di euro per la facoltà di Lingue. Quindi ci sarà un gioiellino presso Ragusa. E ritengo che in futuro, oltre a iscriversi a Catania, nei corsi di Lingue, molti studenti arriveranno a Ragusa perché troveranno la struttura molto accogliente. Non ci sarà nessun disagio per gli studenti di Catania. E’ stato sempre un gioco strumentale – devo dire anche legittimo – da parte degli studenti di Catania e di alcuni professori di Catania che volevano evitare che si chiudesse la duplicazione. Ma su questo c’è stato un forte consenso in Senato accademico: tranne il preside di Lingue, è stata una delibera votata all’unanimità. Proprio perché ci rendiamo conto che non possiamo fare il deserto nelle sedi decentrate, ma dobbiamo far sì che, se si fa una facoltà nelle sedi decentrate, il preside stia lì, i docenti stiamo lì, e che non ci sia il continuo via vai di docenti durante il percorso perché alla fine si perde di efficienza e si perde anche di qualità”.
Le ragioni del rettore non collimano con la “ricostruzione storica” proposta dai docenti della Facoltà di Lingue e Letterature straniere in un documento approvato a maggioranza al termine del Consiglio di Facoltà del 15 luglio. Benché frutto di mediazioni, il documento-mozione mantiene un tono fortemente polemico nei confronti dell’amministrazione centrale dell’ateneo, con critiche tanto sul metodo – “Alla Facoltà non è stato mai richiesto un parere (…) Il Rettore ha di fatto avocato a sé ogni trattativa, senza confrontarsi preliminarmente con la Facoltà. Gli ultimi mesi hanno visto un turbinio di voci e di dichiarazioni extra-istituzionali, che prospettavano financo la messa a esaurimento dei Corsi di laurea attivati a Catania” – quanto sul merito, allorché si evocano “forti pressioni e interventi esterni (…) riconducibili a non ben precisate figure politiche, con buona pace dell’autonomia della nostra Università”. Il testo è stato votato alla fine della seduta di facoltà, quando diversi docenti avevano già abbandonato la riunione. Esso è passato tuttavia a larghissima maggioranza, con sole quattro astensioni e un unico voto contrario (quello del rappresentante studentesco che fa riferimento agli studenti della sede di Ragusa).
Al di là della polemica sul recente passato, la facoltà di Lingue si appresta, d’intesa con Lettere, al processo di convergenza nella nuova facoltà, il cui nome verrà stabilito di comune accordo e la cui nascita verrà sancita dall’elezione in comune del nuovo preside che dovrà dirigerla a conclusione del mandato (non rinnovabile) dei professori Iachello e Famoso.
Nessuna incertezza sul futuro e nessun particolare handicap per gli studenti che sceglieranno di iscriversi ai due corsi di laurea triennale e ai due corsi di laurea specialistica, in linea con la 270, attivati presso la sede di Catania. Venerdì 16 luglio i nuovi piani di studio sono stati presentati alle aspiranti matricole dal responsabile della commissione didattica (e past-preside) professor Pioletti. Il consiglio di Facoltà del 15 luglio ha preso positivamente atto della nuova offerta didattica, subordinatamente all’accoglimento delle richieste dei ricercatori universitari che, come in molte altre facoltà e come nel resto d’Italia, hanno dichiarato massicciamente l’indisponibilità ad assumere incarichi di insegnamento.
L’apertura del nuovo anno accademico rimane perciò a rischio a Lingue, come in tutto l’ateneo. Nel caso di Lingue la situazione è complicata dall’incertezza circa la sorte del personale precario. Il consiglio di facoltà ha sottolineato l’assoluta urgenza di dar corso ai cinque contratti per stabilizzare almeno una parte dei precari, già approvati nello scorso febbraio ma bloccati dall’amministrazione centrale dell’ateneo. Come si è avuto modo di riscontrare persino all’atto di stabilire il calendario delle lauree, senza questi contratti, la facoltà di Lingue non è più messa in condizione di funzionare. Per consenso generale il problema è urgentissimo e il preside è stato ulteriormente sollecitato a proporlo all’attenzione del direttore amministrativo.
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