Lentini, il quartiere Badia rinasce grazie alla street art 13 murales per raccontare il paese a residenti e turisti

Un percorso alla scoperta delle vie del centro storico di Lentini, valorizzate dalla presenza di tredici murales che richiamano la storia della cittadina e non solo. È l’amore per Lentini il filo conduttore del progetto Badia Lost and Found, promosso dalla sezione locale di Italia nostra. Tredici disegni realizzati nelle pareti delle abitazioni del quartiere Badia da artisti come Agnes Cacile, Giuseppe Gusinu, Lorena Fisicaro, Gianluca Militello, Doriana Pagani, Ludovico Costa, Corrado Inturri, Roberto Collodoro, Antonio Barbagallo, Gio Pistone, Federica Orsini, Salvo Muscarà e Nicola Alessandrini.

«C’è la metafora di una Leontini rappresentata da una donna che abbraccia il suo Leone, il suo territorio, le sue memorie – spiega a MeridioNews Giorgio Franco, volontario e presidente dell’associazione che gestisce Palazzo Beneventano -, c’è il busto di una colonna che fa luce con una torcia olimpica e che mantiene con la corona in capo le sue vestigia, ci sono simboli e personalità di facile ed antica riconoscenza: gli agrumi, il tetradramma Leontino, il Notaro Jacopo, padre inventore del sonetto. Altri casi di riferimento araldico sono riscontrabili in Salita Puccetti, con i due leone ed orso, affrontati su sfondo verde come in quel dei Beneventano, diversamente per l’opera magna di Largo Puccetti troviamo Ruggero e l’Orca, tratto da uno dei celeberrimi spettacoli de i pupi, rivisitato in uno scritto del drammaturgo Giuseppe Puccetti».

Roberto Collodoro, in arte Robico – il cui nome compare nel libro Street art in Sicilia, una guida sull’arte urbana nell’Isola edito da Flaccovio editore – è l’autore di Jacopo in Love e un’altra opera dedicata a San Francesco d’Assisi, nell’omonima via: «Per entrambe il filo conduttore è love come principio universale e panacea contro il male nel mondo – commenta a MeridioNews Collodoro –. Nella prima opera, il sommo poeta lentinese rompe gli schemi classici del protocollo, ruba un po’ di colore all’artista e scrive love sul muro. Nella seconda, invece, San Francesco decide di svecchiare il concetto di icona immobile utilizzando la gestualità slang: con le mani forma un cuore per esprimere anche lui il concetto dell’amore verso tutte le creature». 

Quest’ultimo muralese è stato particolarmente attaccato da alcuni cittadini che trovavano inappropriata la rappresentazione del Santo di Assisi, critiche che «lasciano il tempo che trovano, perché l’amore universale è puro e non strumentalizzato», replica il giovane. Sulla vicenda ha preso posizione anche il direttore della biblioteca del Sacro Convento di S. Francesco in Assisi, fra Carlo Bottero che, «da persona privata e non specializzata» ha sostentuo i promotori del progetto. «La scelta di concentrare il messaggio di Frate Francesco nel termine Loveha detto il religioso -è una delle tante scelte possibili che nella sua inevitabile parzialità, di certo non pare irrispettosa nei confronti né delle vicenda umana del Santo né del suo messaggio», augurandosi che «intorno a san Francesco non nascano divisioni ma sempre e solo esperienze di dialogo e condivisioni, pur nella diversità dei pareri e delle sensibilità».

Accanto al murales che ritrae l’inventore del sonetto, compaiono le monete della Leontinoi greca, disegnate da Corrado Inturri, interior designer originario di Vittoria che in passato ha lavorato e esposto tra Andalusia, Catalogna e Madrid, mentre a pochi metri di distanza, una signora anziana – che simbolicamente vuole essere Graziella Vistrè, la sindacalista che da Bagheria arrivò a Lentini intorno agli anni ’60 e che si distinse in particolare per le battaglie per la parità dei sessi – arricchisce il muro dell’abitazione di Roberto, un residente della zona. «Un gran bel lavoro – commenta lui – ho notato che da quando ci sono i murales il quartiere ha ripreso vita e sono molti i turisti e i cittadini che si soffermano per ammirarli. Noi residenti, nel nostro piccolo, abbiamo contribuito al decoro di questa piccola parte della città donando delle piantine che sono state poste su un’aiuola ripristinata dai volontari». La speranza di Roberto è che «i vandali non prendano d’attacco questi lavori», condivisa anche da Palmina, che alla Badia ha la vecchia casa della mamma, oggi abbellita con il colore delle arance di Lentini: «Ho fatto vedere i disegni anche a mia nipote che è venuta da Londra – racconta la signora – è rimasta affascinata e contenta dal fatto che qualcosa si stia muovendo anche qui». Alfio, invece, ammette che grazie alla riqualificazione messa in atto, adesso i suoi figli possono scendere in strada per giocare, cosa che prima non potevano fare a causa «del degrado e delle erbacce alte».

Snoda e fai è il titolo dell’opera murale della lentinese Lorena Fisicaro: «In essa ho rappresentato la mia città natale, che da anni tergiversa in uno stato stagnante, ma che adesso pare sulla via di grandi speranze. Ciò – sottolinea – mi ha ispirato l’immagine di una ragazza radiosa, come può essere davvero Lentini, e del suo splendore che al momento è ancora avvolto da tanti fili d’erba ingarbugliati».

La sezione locale di Italia nostra renderà visitabile il percorso alle scolaresche del territorio, per «dare visibilità alle opere che caratterizzano le vie e che – conclude Giorgio Franco – sono diventate un punto d’interesse per tantissimi visitatori, come sta già avvenendo in questi primi weekend».

Danilo Daquino

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