Titolo: Le storie del signor Keuner
Autore: Bertolt Brecht
Adattamento e Regia: Roberto Andò e Moni Ovadia
Traduzione: Roberto Menin
Scene: Gianni Carluccio
Luci: Gigi Saccomandi
Costumi: Elisa Savi
Suoni: Mauro Pagiaro
e con la Moni Ovadia Stage Orchestra
Interpreti: Moni Ovadia, Lee Colbert, Roman Sivulak, Maxim Shamkov, Ivo Bucciarelli
Produzione: Nuova Scena – Arena del Sole – Teatro Stabile di Bologna
Uno spettacolo che si segue tutto d’un fiato, un pò confusionario, ma che riesce a dare, alla fine, un messaggio forte e diretto: le considerazioni di un artista deluso dalla situazione storico-politica del suo paese, costretto all’esilio per ben due volte. Già, il signor Keuner altri non rappresenta che l’alter ego dello stesso Brecht, esiliato come il “signor K” per essere stato un oppositore del regime nazista al tempo di Hitler, esiliato nuovamente quando tornato nella sua Germania, ritrova il tanto auspicato comunismo che purtroppo però non agisce secondo le aspettative dello stesso autore. Il secondo esilio è dunque interiore, una pausa di riflessione per reagire alle idee utopiche comuniste che da sempre accompagnarono la vita di Brecht.
Chi è in realtà il signor Keuner? E’ solo un alter ego di Brecht, oppure può incarnare l’ideologia ed il pensiero di altri soggetti? Probabilmente le storie del “signor K” rappresentano esperienze di vita vissuta di ognuno di noi, di uomini comuni che tendono a cavarsela dalle difficoltà della vita. Così le grandi esperienze di vita di Keuner danno a Brecht la possibilità di rispondere alle domande della società, attraverso la forza della poesia e del teatro. Nessuno meglio di lui ha lasciato testimonianza, militanza ed opere che segnano il rapporto tra la storia, la società e la politica del tempo. Tutto ciò si riflette nella rappresentazione attraverso la guerra, il delirio di voci ed immagini, la pazzia, il fanatismo ed il patriottismo che provengono da quella società. Noi tutti siamo chiamati a contenere queste voci per poterne discernere una sola: quella dell’uomo pensante, in grado di rispondere ai grandi quesiti del suo tempo.
Venerdì 26 è stata presentata l’opera Brechtiana all’auditorium De Carlo dell’ex monastero dei Benedettini di Catania. Presenti alla piacevole conferenza gli stessi Andò e Ovadia, con la partecipazione di Giuseppe Dolei e di Fernando Gioviale, i quali hanno presentato l’excursus delle vicende dell’autore tedesco attraverso una lunga parabola legata alle idee utopiche del comunismo. A seguire un’ampia considerazione dell’opera, tratteggiata da registri sia comici che tragici, che si avvicinano al pensiero del grande Kafka, la cui tematica dà alla luce l’essere umano destinato al fallimento. Ecco dunque spiegato “l’insuccesso” delle azioni del signor Keuner.
Una piccola nota sullo spettacolo: la rappresentazione risulta molto coinvolgente. Spesso infatti gli attori scendono la scaletta del palcoscenico e continuano a recitare a stretto contatto con il pubblico. La scena è arricchita da oggetti di uso comune combinati in maniera piuttosto inusuale, che riflettono lo stato di confusione della situazione. Splendide le musiche ed i canti, grazie alle spiccate doti canore dello stesso Moni Ovadia, accompagnato dalla Stage Orchestra. Infine due grandi schermi, quasi invisibili, rispecchiano immagini e riflessioni di altri personaggi, che intervengono per raccontare altre vicende, o semplicemente dialoghi in cui è coinvolto il signor Keuner.
«Alla domanda se esista Dio, il signor Keuner risponde: “Ti consiglio di chiederti se il tuo comportamento muterebbe in rapporto alla risposta a tale domanda. Nel caso in cui esso non muti, allora possiamo lasciar cadere la domanda. Nel caso esso muti, io posso esserti d’aiuto perlomeno tanto da dirti: tu necessiti di un Dio”»
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