A Cittadella solo un brodino per i rosanero L’aereo non è ancora pronto per il decollo

Il Palermo non è ancora pronto per il decollo. Il pareggio rimediato sul campo del Cittadella, terzo pari consecutivo dopo quelli casalinghi contro Pescara e Cremonese, ha confermato che non ci sono le condizioni per iniziare la fase di rullaggio e spiccare il volo verso i primi due posti della classifica che valgono la promozione diretta. L’aereo rosanero ha dei problemi e, in attesa di un intervento esterno necessario per eliminare le anomalie presenti nella strumentazione di bordo (spetta a Tedino risolvere le criticità ma il tecnico, che è in una posizione traballante, alla luce degli ultimi risultati rischia di non portare a termine il proprio mandato), al momento non è in grado di effettuare determinate manovre. In cabina di pilotaggio non funzionano diversi pulsanti: la squadra, scivolata al quarto posto in virtù del successo del Frosinone ad Avellino e dello svantaggio negli scontri diretti con il Parma con cui si trova insieme a quota 60 punti, non riesce a svegliarsi dal torpore in cui è caduta nelle ultime partite e non dà risposte convincenti dal punto di vista del gioco.

Esprimendosi con un ritmo troppo compassato i rosanero difficilmente possono imprimere alla gara la svolta necessaria per conquistare l’intera posta in palio e, nel momento in cui anche giocatori come Coronado non sono ispirati, la vittoria diventa una chimera irraggiungibile. Anche perché per vincere bisogna tirare in porta e il Palermo, a secco di vittorie da quattro turni, in questo momento ha un indice di pericolosità molto basso. Al di là degli interpreti e del profilo degli uomini deputati alla fase offensiva. L’involuzione di Nestorovski, uscito ieri al 29′ del primo tempo per un infortunio muscolare (per il macedone e per Dawidowicz, anche lui costretto a lasciare il terreno di gioco nel primo tempo, si sospetta una lesione al bicipite femorale della gamba destra), è un dato di fatto ma i suoi compagni di reparto viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda. Trajkovski, tornato nell’undici titolare nell’ambito di un 4-3-2-1 scelto da Tedino complice il forfait del difensore Szyminski per un risentimento all’ileopsoas destro, si è fatto notare solo nella prima frazione di gioco in occasione di un calcio di punizione respinto dal portiere Paleari e poi è uscito dalla partita. E anche La Gumina, entrato al posto di Nestorovski, non ha mai creato dei grattacapi alla difesa del Cittadella.

La sterilità dei rosa, in ogni caso, non è dovuta solo alle difficoltà attuali degli attaccanti ma alla mancanza di un impianto di gioco e di una struttura (soprattutto tecnica) in grado di agevolare il compito di chi dovrebbe fare male agli avversari. Lo 0-0 maturato al Tombolato ha ribadito che la formazione di Tedino in questo momento non è in salute. Il tecnico, alla vigilia, aveva detto che un successo sarebbe stato un’aspirina contro il raffreddore. Questo pareggio, specchio di una partita con poche emozioni, per il malato rosanero è stato invece un brodino. Un palliativo che gli ha permesso di uscire indenne dal confronto con un avversario di buon livello (all’andata si è imposto per 3-0) e intenzionato a svoltare dopo lo score di tre punti nelle ultime sei giornate, ma che non accelera il suo processo di guarigione. Condizione indispensabile per chi, in questo rush finale, vuole ambire alla promozione bypassando la lotteria dei playoff. 

Qualche timido segnale di ripresa, tuttavia, si è intravisto. È chiaro che una squadra chiamata a lottare con le unghie e con i denti per andare in serie A avrebbe potuto fare molto di più in un match comunque alla portata ma è anche vero che riuscire a gestire senza grossi traumi l’emergenza dettata dagli infortuni non era un esercizio scontato. E il fatto che l’undici di Tedino sia rimasto sempre ‘sul pezzo’ nonostante i tentativi di affondo dei padroni di casa, pericolosi soprattutto nel primo tempo con un colpo di testa di Varnier finito di poco a lato sugli sviluppi di un calcio d’angolo e il palo colpito da Chiaretti con un tiro deviato da fuori area, è una nota di merito da scrivere sul registro rosanero. Nota con il segno «più» che ridimensiona, almeno in parte, l’immagine negativa riconducibile a questo pareggio soporifero.

Antonio La Rosa

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