40 anni fa, la Luna

“Che sensazione si prova a camminare sulla luna?” Esistono al mondo solo nove persone in grado di fornire una risposta documentata al quesito. Tutti e nove si sono sentiti rivolgere questa domanda migliaia di volte. Parliamo infatti degli astronauti ancora in vita delle missioni Apollo che tra il 1969 e il 1972 si resero protagonisti di una delle più spettacolari avventure del genere umano: sbarcare sulla Luna, condurvi alcuni esperimenti scientifici e tornare indietro sani e salvi sulla Terra.

 

Lo scorso 20 luglio sono trascorsi, con abbondanza di celebrazioni, 40 anni dal momento in cui Neil Armstrong e Buzz Aldrin della missione Apollo 11 scesero dal modulo lunare divenendo i primi uomini a camminare sulla Luna. Nel giro di tre anni questa straordinaria esperienza che rappresentò un sogno collettivo per un’intera generazione, bruciò tutta la sua entusiasmante potenzialità e finì per appassire come il sogno colorato dei figli dei fiori, sommerso dal montante conflitto razziale, dal Watergate, dai brutti sogni che tormentavano notte e giorno i reduci del Vietnam. Il mondo era cambiato e non nella direzione che sembravano indicare i razzi spaziali. L’avventura che doveva aprire scenari impensabili per il genere umano è finita nel dimenticatoio, ricordata come un’impresa velleitaria, costosissima e sostanzialmente inutile, storicamente incardinata alle ragioni competitive della guerra fredda e recentemente sbiadita nella sua autenticità da un ottuso complottismo.

 

Eppure esistono ancora oggi svariati motivi di fascino per questa epopea umana: basti pensare che il computer di bordo del modulo lunare possedeva una memoria RAM di soli 32 Kb, o considerare che tutti gli uomini coinvolti da Terra nell’impresa di condurre gli astronauti sul suolo lunare avevano un’età media di 26 anni. Esistono inoltre parecchi aneddoti divertenti sui voli della missione Apollo: vi fu chi lasciò cadere una foto di famiglia, chi giocò a golf, chi cadde, chi guidò un rover, chi provò a contattare telepaticamente degli amici a Terra e chi portò delle cartoline per rivendersele una volta giunto a casa!

 

Ancora più avvincente quello che successe agli astronauti una volta tornati a Terra. Praticamente nessuno dei 12 uomini che hanno camminato sulla Luna (tre sono morti nel corso degli anni) è sfuggito al tedio terrestre conseguente a questa esperienza irripetibile. Quasi tutti divorziarono, parecchi si diedero all’alcool (e tra questi Buzz Aldrin il secondo uomo a scendere sulla superficie lunare e il più fotografato visto che, quasi a vendicarsi della mancata primogenitura, Aldrin scattò pochissime foto al compagno di allunaggio Armstrong), altri uscirono dalla crisi ancorandosi alla religione, uno è diventato predicatore protestante, un altro ancora celebra tristemente sé stesso firmando autografi in convention per appassionati. Lo stesso Armstrong pare perseguitato dal proprio mito. La sua formazione rigorosa gli impedisce di considerarsi qualcosa in più di un pioniere nel campo dell’aviazione. Gli è quasi sempre sfuggito il fascino dell’avventura umana di cui è stato primo protagonista. Per cui da decenni non concede interviste, non firma autografi e partecipa rarissimamente ad incontri dove fa siglare agli spettatori un impegno a non rivelare all’esterno le sue parole (che comunque, assicura chi lo ha ascoltato, paiono essere noiosissime). Unico il caso dell’astronauta Bean, quarto uomo sulla Luna che, ritornato a Terra, dopo un periodo di depressione e un divorzio, è tornato a fare quello che gli era sempre piaciuto: dipingere. E pazienza se i suoi quadri raffigurino esclusivamente paesaggi lunari.

Ancora più eccezionale la parabola di Edgar Mitchell della missione Apollo 14 che durante il viaggio di ritorno avvertì di essere parte di una intelligenza cosmica superiore e da questa illuminazione mistica (che qualcuno ironizzando ha definito lisergica perché si era pur sempre negli anni ’70) ha fondato una specie di scuola new age di cui è l’indiscusso guru.

 

Per il resto del genere umano la Luna è un corpo celeste che distante circa 380.000 Km. Con molta probabilità si è formata dalla collisione con la Terra di un corpo celeste delle dimensioni di Marte. Il materiale espulso dal nostro pianeta si è poi addensato per forza di gravità formando la Luna. Il satellite non ha un’atmosfera ed è responsabile delle maree sulla Terra. Ci mostra sempre la stessa faccia poiché il periodo in cui orbita intorno alla Terra è uguale a quello della sua rotazione. Questo, come sanno bene i fan dei Pink Floyd significa che esiste un lato della Luna a noi invisibile, detto lato oscuro o, meglio, lato nascosto. Fu una sonda sovietica, alla fine degli anni ’50 a mostrarcene le caratteristiche che risultarono molto più tormentate da crateri rispetto alla faccia visibile. Dal giorno in cui l’astronauta Cernan dell’Apollo 17 fu l’ultimo uomo a mettere piede sulla Luna, sono trascorsi quasi 37 anni. L’Agenzia Spaziale Europea e la NASA hanno in mente di ritornare con equipaggi umani sulla Luna intorno al 2020. Forse li precederà il Governo della Repubblica Popolare Cinese che vorrebbe condurre sulla Luna dei taikonauti (questo è il nome degli astronauti cinesi) entro il 2018. L’intenzione è quella di costruire negli anni una base lunare da cui lanciare il genere umano verso Marte e poi negli spazi interplanetari. Sarà sicuramente un altro grande passo per l’umanità, se solo sapessi come si dice in cinese.

Vincenzo La Monica

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