“Noi, i democratici, amiamo l’Italia. Amiamo la ricca umanità della sua gente; il suo patrimonio ineguagliabile di storia, arte e cultura. […] Noi democratici abbiamo fiducia nell’Italia. Perché è un paese vitale, creativo, operoso, pervaso da un diffuso spirito d’intraprendenza. Un paese che ha contribuito alla prosperità di molte altre nazioni, attraverso l’intelligenza e la tenacia di tanti nostri concittadini […]”. Recita così il Manifesto per il Partito Democratico (clicca qui per leggere il testo per intero), mentre “Sono democratico perciò decido io” è lo slogan scelto per incoraggiare gli italiani a prendere parte alla storica nascita del un nuovo soggetto politico voluto fortemente, tra gli altri, da Romano Prodi. L’idea di base è la costituzione di un partito unitario che unisca le “culture riformiste italiane”, cioè quella cristiano-democratica e sociale, quella liberale e liberale sociale, quella socialdemocratica e le culture politiche maggiormente legate alla storia recente come l’ambientalismo. Ed è la prima volta, nella storia del nostro Paese, che un partito nasce dalla scelta dei cittadini. Non è per nulla indifferente, inoltre, che il Pd nasca per unire e non per dividere, e che più di un terzo dei candidati non sia iscritto a nessun partito.
Il D-Day, e stavolta la D sta per “Democratic”, è fissato per domani, domenica 14 ottobre, quando nei 10.000 seggi sparsi su tutto il territorio italiano si voterà per eleggere il Segretario politico nazionale, i 2.400 componenti dell’Assemblea Costituente nazionale, i Segretari politici regionali e i 4.800 componenti delle Assemblee Costituenti regionali. Aderiscono al progetto:
– i Democratici di Sinistra;
– Democrazia è Libertà – La Margherita;
– il Movimento Repubblicani Europei (guidato da Luciana Sbarbati);
– il Partito Democratico Meridionale (guidato da Agazio Loiero);
– il movimento Progetto Sardegna (guidato da Renato Soru);
– il movimento Alleanza dei Riformisti (guidato da Ottaviano Del Turco e Claudio Signorile);
– il movimento Italia di Mezzo (guidato da Marco Follini);
– il movimento Socialisti liberal per il Partito democratico (guidato da Claudio Nicolini);
– il movimento Repubblicani Democratici (guidato da Giuseppe Ossorio).
Mentre ne sono esclusi l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro (che avendo rifiutato di sciogliere il proprio movimento è stato escluso dalle “Primarie del 14 ottobre” cui pure si era candidato), e tre soggetti politici che avevano aderito all’esperienze dell’Ulivo: i Socialisti Democratici Italiani, la Sinistra Democratica ed il Partito Socialista Democratico Italiano.
I candidati alla segreteria erano inizialmente 6: Mario Adinolfi, Rosy Bindi, Pier Giorgio Gawronski, Enrico Letta, Jacopo Gavazzoli Schettini e Walter Veltroni. Tuttavia il 26 settembre Schettini ha deciso di ritirare la sua candidatura per via dell’esiguo numero di collegi in cui era riuscito a formare una lista (proseguendo comunque la sua avventura nel PD: si è apparentato con Gawronski, con cui ha anche intenzione di formare un’associazione politica). Va sottolineato, inoltre che le liste sono tassativamente composte alternando donne e uomini, e donne sono anche metà dei capolista.
Ma cosa succede a livello regionale?
Le candidature a Segretario regionale del PD per la Sicilia sono due: Francantonio Genovese (che sostiene Walter Veltroni) e Salvatore Messina (che sostiene Enrico Letta). E succederà che domani 14 ottobre, dalle 7.00 alle 20.00, i cittadini italiani, i cittadini europei con residenza in Italia e i cittadini di un altro paese con permesso di soggiorno in Italia che abbiano compiuto almeno 16 anni potranno recarsi, muniti di documento d’identità e la tessera elettorale (per i minorenni e i cittadini stranieri serve solo il documento – gli studenti universitari e i lavoratori fuorisede possono votare nella città dove studiano o dove lavorano), in uno degli oltre diecimila seggi allestiti in tutto il Paese (clicca qui per individuare il tuo seggio d’appartenenza).
Versando almeno 1 euro come contributo alle spese, all’elettore saranno consegnate due schede: una per l’elezione nazionale e una per quella regionale. Ogni scheda presenterà tanti riquadri quanti saranno le liste presentate nel collegio. Ogni riquadro conterrà nell’ordine: il nome o logo della lista, il nome del candidato Segretario nazionale o regionale sostenuto dalla lista, i nomi dei rispettivi candidati all’Assemblea Costituente nazionale o regionale. Il voto si esprime apponendo un unico segno in un qualsiasi punto di uno dei riquadri.
In tanti, sia a destra che a sinistra, si chiedono quali saranno le cifre dell’ “evento”. Ci domandiamo anche noi quanti italiani domani sceglieranno di contribuire ad una causa che non è solo l’istituzione di un partito unitario, ma che inevitabilmente si ripercuoterà sull’immagine (quando non sulle sorti) di un Governo che al PD è e rimarrà strettamente legato. Di sicuro chi è solito votare la sinistra più estrema sta causando non pochi grattacapi ai “padri fondatori democratici”, considerato che a prescindere dal loro schieramento nello specifico, il loro voto simbolico potrebbe voler significare appoggio al Governo e suscitare le preoccupazioni della Destra. E chissà che effetto avrebbe avuto sui potenziali elettori un eventuale faccia a faccia tra i cinque candidati nazionali alla leadership del nuovo partito, faccia a faccia che i “magnifici cinque” hanno scelto di non allestire, dimostrando tuttavia il loro impegno per il coinvolgimento degli italiani in un video della durata di due minuti nel quale presentano le loro candidature con un breve intervento (clicca qui per guardare il video). Resta il fatto che, nel bene e nel male, domani 14 ottobre 2007 si scriverà un pezzo di storia d’Italia. E siamo tutti curiosi di vedere quanti italiani vorranno prendervi parte.
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