100 anni fa affondava il Titanic

Cento anni fa sprofondava definitivamente negli abissi dell’Oceano il Titanic e 1500 anime, tra passeggeri e membri dell’equipaggio, venivano inghiottiti dalle acque gelide dell’Atlantico. Una morte atroce.

Il nostro vuole essere solo un mesto ed accorato ricordo, un momento di preghiera, in quanto oggi associazioni ben più qualificate hanno fatto varie commemorazioni. In questi cento anni decine di brillanti studiosi hanno ricercato le possibili cause dell’affondamento di una nave mirabile, simbolo della tecnologia più avanzata per il tempo e considerata inaffondabile. Tanto inaffondabile che la stampa dell’epoca pubblicò la seguente frase, protervamente blasfema: “Neppure la mano di Dio potrebbe affondare il Titanic”. Una tale frase ricorda quasi il misero crollo della torre di Babele che ha trascinato nella sua rovina migliaia di uomini ed ha provocato la diaspora delle lingue. Ma forse il paragone è eccessivo.

I fatti narrano che la nave è partita da Southampton a mezzogiorno del 10 Aprile 1912 e, dopo lo scalo a Cherbourg, ha affrontato l’Oceano Atlantico alla volta di New York. Il Capitano Edward J. Smith ha lanciato la nave quasi al massimo della velocità (23 nodi/h), giustamente orgoglioso di guidare, come suo ultimo comando, prima della pensione, la nave più prestigiosa del Regno Unito. Il Titanic era una delle tre navi – le altre si chiamavano Olympic e Britannic – con cui la White Star Line avrebbe dovuto garantire un collegamento settimanale, anche postale, con gli Stati Uniti (da cui il nome completo RMS Titanic – Royal Mail Steamer Titanic).

Con questo scalo prima del viaggio in mare aperto iniziano le coincidenze. Tutte coincidenze che, prese singolarmente, non avrebbero portato a quella tragedia immane, ma che, insieme, hanno comportato un destino ineluttabile.

Uno degli ufficiali viene sostituito all’ultimo minuto, sembra proprio in questo ultimo scalo. Questo ufficiale, per errore, porta via nella propria valigia i binocoli dell’equipaggio, gli stessi binocoli che i marinai – in coffa – e gli ufficiali – in plancia – non avrebbero potuto utilizzare per scrutare l’orizzonte durante la notte alla ricerca di eventuali icebergs.

La nave è stata costruita per essere una magnificenza per gli occhi: splendidi appartamenti di prima classe con rivestimenti in teck, con ponti privati, palestre attrezzate e piscina coperta. Si dice che anche la terza classe avesse la qualità della seconda classe delle altre navi: ad esempio, della Cunard Line. In tutto questo il ponte di prima classe, quello situato più in alto e, per questo, quello che avrebbe dovuto ospitare le scialuppe di salvataggio, non avrebbe potuto essere affollato da prosaici battelli di legno… perché quella nave era inaffondabile… Tutto questo ha portato gli armatori a far approntare scialuppe soltanto per metà delle persone a bordo. Ogni scialuppa era stata collaudata per circa 70 persone.

Varie navi e battelli, quella sera, che viaggiavano nel Nord dell’Oceano Atlantico avevano lanciato ripetuti messaggi di allerta iceberg, ricevuti peraltro del Titanic, ma l’esperienza del Capitano e la fame di gloria dell’armatore li hanno reso vani; infatti, la notte della tragedia, il Capitano Smith, prima di ritirarsi, ha fatto accendere le ultime quattro caldaie. Non dimentichiamo che il comandante era uomo di grandissima esperienza e che la storia e le nuove teorie scientifiche lo hanno comunque assolto da ogni responsabilità.

In qualsiasi caso, per quello che ci è stato consegnato dai testimoni, egli è stato un comandante che ha cercato di salvare i propri passeggeri ed il proprio equipaggio e che quando ha dato il comando del si salvi chi può è rimasto con la propria nave. Quindi sia a lui pace (e pace anche al progettista della nave, l’ingegnere Thomas Andrews, che si è rifiutato di sopravvivere alla propria creatura).

Secondo recenti teorie di tipo meteorologico, che noi riportiamo lasciandone la controprova a chi si occupa di tali argomenti, il calo improvviso di temperatura durante la notte della tragedia (una riduzione di circa 15 gradi centigradi in poche ore), per arrivare quasi fino a zero gradi centigradi, avrebbe creato le condizioni per una riduzione di visibilità dell’orizzonte. Questo a causa di una sorta di riflessione del mare sull’orizzonte. Purtroppo, questo avrebbe reso impossibile il contrasto del profilo dell’iceberg contro il cielo fino a quando la distanza sarebbe stata minima.

Il Titanic avrebbe potuto rimanere a galla con quattro compartimenti stagni allagati, ma per il tipo di impatto e la conformazione di uno dei compartimenti l’acqua si estende in circa 20 minuti già a cinque compartimenti e, da quel momento, è solo un effetto domino.

Della navi e battelli di cui parlavamo prima, una sola ha raccolto il grido disperato di sos del Titanic: il Carpathia, la cui velocità massima era però di circa 14 nodi/h, per cui la distanza che la separava dalla nave in difficoltà avrebbe potuto essere colmata in quattro ore (troppe per il Titanic).

Le testimonianze ci hanno riportato la presenza di un battello a circa 6-10 miglia dal Titanic. Si chiamava Californian ed era comandato dal valido Capitano Lord. Questi, interrogato, ha ripetuto di avere visto semplicemente un vapore delle dimensioni del proprio, di certo non un transatlantico delle dimensioni del Titanic. Anche in questo caso le condizioni meteorologiche avrebbero creato un’alterata valutazione visiva.

D’altronde, il marconista del Californian aveva inviato l’ennesimo e più importante messaggio di allerta ghiaccio al Titanic intorno alle 22.00 del 14 Aprile, ma era stato addirittura interrotto ed intimato di non inviare altri messaggi (il marconista del Titanic era troppo impegnato per la “sua” prima classe). Intanto, il turno del marconista del Californian era terminato, ma comunque la batteria era scarica, quindi, non ha potuto ricevere, appena due ore dopo, il segnale di sos.

Dal Titanic si sono lanciati i razzi, peraltro visti dal Californian, ma non erano del colore necessario al segnale di emergenza, e quindi, sono stati fraintesi. Dal Titanic sono stati lanciati i segnali con la lampada per i segnali morse ma, secondo quanto, riportano le testimonianze, sarebbero state intraviste, ma non confermate dai marinai del Califonian.

In ultimo, quelle poche lance di salvataggio che vi erano sulla nave non sono state riempite fino al limite del collaudo, perdendo posti essenziali; né, tantomeno, si sono subito organizzate, dopo l’affondamento, per tornare indietro a prendere chi era caduto in mare. Quando, una sola, è tornata, chi era sopravvissuto al peggio e pensava di potere sopravvivere è morto definitivamente per assideramento, in pochi minuti, nel gelido Mare del Nord.

Questa la tragedia di tutti sul Titanic. Ma c’è stata inoltre la tragedia di chi era povero o non faceva parte della classe “giusta”. Tutti i sopravvissuti hanno raccontato dei cancelli che separavano i ponti di III e II classe dalla I classe, rimasti inesorabilmente chiusi, anche quando il livello dell’acqua ormai segnava imminente la morte. I camerieri, i cuochi, i lavapiatti, i fuochisti sono stati lasciati giù nei ponti di terza classe, perché solo quando i passeggeri di prima classe avessero trovato posto loro sarebbero stati fatti salire (nessuno ovviamente sapeva la verità…). Ma tutto questo è stato messo a tacere.

Vi sono tanti di quei motivi razionali che non c’è bisogno di scomodare l’irrazionale o le maledizioni per spiegare l’affondamento del Titanic (anche se la letteratura in tal senso si spreca, come quel libro che narra come l’iceberg su cui si è schiantato il Titanic si è staccato dalla Banchisa Polare il giorno il cui ha cominciato ad essere costruita la Nave…). Alcuni testimoni hanno comunque raccontato come una donna, al momento dell’inizio del viaggio, abbia gridato a tutti fdi scendere perché il viaggio non sarebbe finito… Ma tant’è.

Sicuramente, a distanza di tanto tempo può essere utile leggere, studiare, capire le cause affinchè i fatti accaduti non si ripetano, pregare per i morti, magari un po’ meno recarsi con una nuova crociera sul luogo della tragedia.

Foto Titanic tratta da farevela.net

Foto del relitto tratta da it.paperblog.com

Foto comandante tratta da zerohedge.com

 

 

Maddalena Albanese

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