Sembrava si dovesse decidere se attaccare o meno l’Iran. In realtà era soltanto un ordinario consiglio comunale con all’ordine del giorno il tema della Ztl notturna. Dietro alle porte di Sala delle Lapidi, tuttavia, una ressa di cittadini tenuti a debita distanza dalla polizia municipale e dalle forze dell’ordine. Tra questi anche Mario Attinasi, presidente di Confesecenti, ristoratori e commercianti dell’area che ricade dentro al perimetro della zona a traffico limitato, rimasti in cima alle scale d’ingresso di Palazzo delle Aquile. Alcuni di loro entreranno iniziata la seduta, con un’ora circa di ritardo, altri rimarranno fuori per ragioni di sicurezza relative alla capienza dell’aula.
I banchi sono stranamente tutti pieni, così come gli spazi riservati al pubblico. Pubblico che ci si chiede persino in piena discussione perché sia accorso così numeroso e chi abbia inviato tutte queste persone. «Leggono i giornali» risponde qualcuno, ma il presidente del consiglio, Totò Orlando, sembra scettico. Intanto tra gli spettatori nelle retrovie si vocifera: «Dovremmo venire più spesso». Il primo a intervenire Giulio Cusumano, interrotto dopo appena tre o quattro parole. Vorrebbe votare subito il tema caldo del giorno chiedendo il prelievo dell’atto sulla Ztl notturna. Parte la melina per ritardare il più possibile la discussione da cui ancora una volta sembra volersi autoescludersi il sindaco, Leoluca Orlando. Ci sono invece gran parte degli assessori e il segretario generale, mancano però i due protagonisti insieme al sindaco, della vicenda: il vicesindaco Fabio Giambrone, colui che aveva assicurato la presenza in aula di Orlando e Giusto Catania, assessore alla Mobilità.
Parte il parapiglia tra maggioranza e opposizione, tra Fabrizio Ferrandelli che si appella al regolamento e chiede che vengano prima fatte le comunicazioni e Barbara Evola che spiega il perché della mancanza del sindaco, spiegando che «una discussione politica deve partire da un atto deliberativo. Il prelievo della delibera dell’atto è propedeutico alla presenza del sindaco», dicendo, in pratica, che prima si decide e poi si può discutere tutti insieme. A mettere la parola fine alla prima bagarre è Fabrizio Ferrara. «Noi oggi siamo stati convocati perché il vicesindaco aveva preso un impegno, quello che il sindaco ci avrebbe incontrato, si sarebbe relazionato con noi e ci sarebbe stato un dibattito» dice in riferimento alla melina portata avanti dalle opposizioni. «Io so quello che sa lei, che c’era un impegno a parlare di Ztl» risponde Totò Orlando. Dopo appena 19 minuti dall’inizio dei lavori, proprio il presidente del consiglio invita i capigruppo al suo tavolo. Attimi di confusione. Tutto si ferma. Seguiranno 40 lunghi minuti di silenzio.
Ancora non tutti i consiglieri hanno preso posto tra i banchi quando Fabio Giambrone, che aveva atteso nella stanza accanto, ha già iniziato a parlare. «Avevo preso un impegno a essere presente questa sera e avere un dibattito assolutamente franco per affrontare un tema delicato, con un provvedimento che – dice – ricordo bene, il 31 ha avuto una richiesta di prelievo da parte delle opposizioni. Oggi vogliamo confermare con la nostra presenza e con la presenza del sindaco, la possibilità di un dibattito che veda la partecipazione di tutte le forze politiche e nel confermarvi che siamo tutti disponibili al dialogo vi chiedo di prelevare il punto e poi di avere il nostro dibattito». L’opposizione si convince. La votazione è unanime e veloce, il punto si preleva, il sindaco può fare il suo ingresso in aula.
E le parole di Orlando sono letteralmente al miele per il Consiglio, nonostante da più parti, anche nella maggioranza, i malumori per come la giunta sta trattando ultimamente l’organo, costretto a un ruolo quasi di semplice ratifica di ciò che gli arriva con puntuale ritardo da sindaco, assessori e uffici, serpeggino eccome. «Credo che sia importante affrontare in Consiglio un tema che non riguarda un atto deliberativo, ma una visione della città al servizio di un cambio culturale, per questo ritengo sia importante il prelievo dell’unica delibera che fa riferimento al tema in discussione. La giunta ha ritenuto opportuno presentare una proposta di deliberazione, che non è un atto amministrativo, ma dà indicazioni complessive su come affrontare il tema della mobilità all’interno del centro storico. Il cambio culturale che si è registrato in questa città trova espressione anche nel cambiamento della mobilità. Sappiamo che questo ha provocato contrasti, polemiche, ma non intendiamo arretrare rispetto a una forma di amministrazione che sia rispettosa dell’ambiente, di chi risiede e di chi non risiede nel centro storico». Orlando fa dunque l’elenco delle medaglie cucite a suo vedere sul petto dell’amministrazione, dalle quattro linee del tram già finanziate a quelle in via di finanziamento, parla di cambio radicale nel modo di vivere la mobilità della città, ammanta il Consiglio del merito di avere partecipato a scelte che ritiene universalmente apprezzate, poi passa alla proposta della giunta, ricordando più e più volte l’importanza del ruolo del consiglio comunale. «Ecco perché ritengo opportuno che il consiglio comunale prenda in carico questa delibera – continua – proponendo tutte le modifiche e le aggiunte che ritiene opportune» Anche se in realtà non potrebbe essere altrimenti, alla luce del regolamento che impone che decisioni così importanti per la mobilità non possano che uscire dal Consiglio. «I capigruppo di maggioranza mi hanno preannunciato un emendamento – conclude Orlando – che ho esaminato e che a nome del sindaco e della giunta ritengo pienamente condivisibili». In pratica c’è aria dell’ennesimo rinvio, probabilmente al 31 gennaio, con qualche orario modificato.
Dopo il sindaco è la volta dei consiglieri. Comincia l’opposizione, con Giulia Argiroffi, gruppo misto, che parte col parlare della Ztl per arrivare alle decine di criticità che a suo dire questa amministrazione sta trascurando. «Il paradosso della discussione di oggi è che è incardinata intorno a un tema che è davvero poca cosa rispetto all’immensità dei problemi che devastano la città di Palermo – dice – lo è soprattutto per il modo menzognero con cui ci viene presentata oggi. Ci viene presentato come cura ai dati su quei flussi e quelle emissioni che questa giunta ci continua a negare. I bus navetta che avete di recente diminuito andavano aumentati, invece non abbiamo nessun servizio aggiuntivo, si parla di condivisione, ma qui vedo solo imposizioni. La Ztl non si è rivelata sufficiente per raccogliere i denari per salvare l’Amat. Ma è solo un voler rimandare il problema del fallimento dell’azienda» Poi Ferrandelli, che ha parzialmente giustificato la collega dicendo che «le occasioni di confronto sono così rare e così scarne in quest’aula consiliare che non sembra vero vedere tutta l’amministrazione qui presente». E poi attacca Catania, il tram, chiede conto di com’è finita la vicenda dei provvedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti dell’ufficio mobilità che non si sono presentati non mettendo il consiglio comunale nelle condizioni di fare il proprio lavoro per tempo lo scorso 31 dicembre e infine attacca: « La Ztl ha fruttato meno del dieci per cento di quanto voi stessi prevedevate di incassare in questo periodo, siete voi che state di fatto bocciando questo provvedimento e non lo sostengo io, ma i numeri che dicono che i palermitani non hanno premiato questo provvedimento, ma hanno preferito non acquistare il pass».
Intanto, mentre la parola passa da un consigliere all’altro il pubblico presente poco a poco va via: «Che delusione – si sente tra i corridoi – dovevano parlare di Ztl e poi hanno finito per parlare di tutt’altro». «Solo propaganda politica» risponde un altro convenuto. «Mi sono sentita una mendicante» lamenta una delle titolari di attività in zona Ztl. Lo spettacolo, ormai per pochi, continua fino a tardi. Alla fine la Ztl passerà, così pare debba andare. Così com’è passata una giornata che promettevano campale, ma che di fatto non ha scalfito concretamente le convinzioni e i programmi del primo cittadino.
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