Un bando «per rivitalizzare il settore produttivo e incrementare le attività commerciali ed artigiane di soggetti che operano a Librino», è stato pubblicato pochi giorni fa sul sito del Comune di Catania. Riguarda l’affitto di 53 botteghe, ognuna da circa 35 metri quadrati, e i canoni sono molto vantaggiosi: 4 euro circa al metro quadro. Ovvero, circa 150 euro al mese per ogni bottega. Canone dimezzato a due euro al metro quadro per chi intende avviare una impresa di utilità sociale. L’offerta, in mancanza di un piano commerciale per l’area, serve a invogliare chi desidera aprire una nuova attività nel grande quartiere, usufruendo dei vantaggi della Zona franca urbana, che consente sgravi fiscali fino a 200 mila euro in dieci anni. Sulla carta, un’occasione da non perdere, ma che si scontra con la realtà di degrado del territorio: i locali individuati dall’amministrazione, divisi tra i viali Bummacaro, Nitta e Moncada, sono tutti occupati abusivamente.
«Questo è il garage di un signore del quinto piano, non una bottega del Comune», si stupisce un ragazzo in viale Moncada 19. Incuriosito, chiede di osservare il bando comunale, e afferma: «Non avevo idea che fossero botteghe». Una situazione che si ripete per tutto il quartiere, dove le piccole botteghe sono adibite agli usi più disparati, oltre che come riparo per le auto, come avviene anche alle palazzine del vicino civico 18. Sparse per Librino, non è difficile trovare officine abusive, depositi, e persino sale da gioco illegali.
«Se il Comune mette le botteghe in affitto, dovrebbe sapere che lì dentro ci sono dei tavoli da biliardo. La situazione è così da anni», riferisce un uomo, residente nelle case popolari di viale Nitta 12. Su una delle saracinesche campeggia ancora un vecchio manifesto elettorale, mentre un catenaccio chiude alcuni locali, utilizzati per riporre dei vecchi giocattoli. La zona, pochi giorni fa, è stata interessata da uno sversamento di liquami fognari, causati, secondo quanto riferito dal Comune, «dai residenti, che hanno fatto confluire negli scarichi materiali impropri». Il contesto non è di estremo degrado, se paragonato a quanto si vede in viale Moncada. Al civico 16, proprio di fronte all’ingresso della succursale della scuola media Fontanarossa, fa bella mostra di sé un’auto senza ruote. Alle spalle locali murati con mattoni a vista, e tanta spazzatura, dove giocano dei bambini. Migliore la situazione in viale Bummacaro 5: qui l”avvio di nuove attività, in locali ancora una volta adibiti a garage dai residenti, dovrebbe essere favorito dalle vicine attività commerciali. C’è già un bar, una farmacia, un supermercato, e a poche decine di metri anche il commissariato di polizia. Quasi impossibile, senza chiedere informazioni, è invece raggiungere il civico numero 7: per arrivare bisogna inoltrarsi all’interno del perimetro del quartiere Bummacaro, come lo definisce il piano regolatore di zona del 1979, e non ci sono indicazioni nemmeno sui grandi monoliti neri, uno dei tanti simboli di Librino.
«Conosciamo bene la situazione – afferma l’assessore comunale Rosario D’Agata, con delega specifica a Librino -, ma non possiamo sgomberare i locali prima che arrivino le richieste di affitto: rischieremmo una rioccupazione in tempi brevi». Il 23 maggio scadrà l’ultimo termine per la presentazione delle domande di adesione ai vantaggi della Zona franca urbana, mentre già il 18 aprile scadrà il termine per la presentazione delle domande d’affitto per le botteghe. «Abbiamo pensato già a una eventuale proroga dei termini», conclude D’Agata.
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