Iachini non è più l’allenatore del Palermo, Anzi no, Iachini è ancora l’allenatore del Palermo. Fino a prova contraria. Non è un paradosso, è la realtà dei fatti in base alle ultime indiscrezioni che filtrano al culmine dell’ennesima giornata di caos vissuta in casa rosanero. Le dimissioni presentate questo pomeriggio dal tecnico marchigiano sarebbero state respinte dal presidente Zamparini. Non sono escluse novità (la situazione, che al momento è in stand-by, è in evoluzione e Iachini si sarebbe preso delle ore di riflessione) ma pare che il tentativo della squadra di recuperare in extremis un rapporto (quello tra Zamparini e Iachini) ormai logoro potrebbe dare dei frutti. Salvo ulteriori colpi di scena, dunque, sarà ancora Iachini a guidare la squadra in vista della gara interna di domenica sera contro il Napoli. Dopo la frattura tra il presidente e l’allenatore, sembrava a un passo nel pomeriggio il clamoroso ritorno di Ballardini ma la società e il tecnico ravennate, che aveva rescisso il contratto lo scorso 21 gennaio, non hanno trovato l’accordo. Una fumata nera che ha fatto da preludio alla decisione di Zamparini di respingere le dimissioni di Iachini e optare per il mantenimento dello status quo.
Iachini dovrebbe restare sulla panchina del Palermo ma, in queste condizioni, con quali presupposti il tecnico riuscirà a portare avanti il suo percorso di lavoro e in un momento così delicato della stagione? E’ una delle tante domande senza risposta in una stagione degna finora delle «comiche» per la schizofrenia con la quale la società ha gestito le vicende tecniche e che rischia di diventare tragicomica se la squadra pagherà sul campo tutta questa instabilità con la retrocessione in serie B.
E’ un fantasma che, classifica alla mano, inizia ad aleggiare in casa rosanero. Continui ribaltoni, totale confusione e spaccature non sono certo gli ingredienti giusti per preparare una pietanza quanto meno dignitosa. E’ solo un mix che, salvo miracoli, avrà effetti nocivi. Ne sono consapevoli i tifosi,ormai disgustati da questo «squallido teatrino» provocato – sostengono in coro – da un presidente che non «rappresenta più la città di Palermo». Il responsabile di questa crisi, secondo la stragrande maggioranza dei sostenitori rosanero, è proprio il numero uno del club di viale del Fante dal quale la città ha ormai preso le distanze. E l’indifferenza con cui la gente, salvo casi isolati, ha reagito oggi all’ennesimo tsunami, fa più rumore della rabbia o delle contestazioni.
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