Zamparini e Baccaglini ai ferri corti. Venuto a conoscenza delle deposizioni davanti ai pm dell’ex presidente, ascoltato nelle scorse settimane nell’ambito dell’istanza di fallimento presentata dalla Procura nei confronti del Palermo Calcio, il patron è passato al contrattacco. Il passaggio nel quale Baccaglini avanza dubbi sulla tenuta economica del club sostenendo – in base all’estratto dalle controdeduzioni della Procura – di avere la sensazione che «il Palermo è una società che vive di espedienti» non è stato digerito dall’imprenditore friulano che oggi ha diramato un comunicato sul sito ufficiale. Zamparini informa «di avere dato mandato ai propri legali per tutelare l’immagine ed i rispettivi interessi presso le competenti sedi giudiziarie».
Il proprietario del club di viale del Fante, che in attesa che venga fatta chiarezza su quanto realmente accaduto si è anche scusato con i tifosi e la città «per avere in buona fede riposto la propria fiducia in soggetti rivelatisi inaffidabili, coinvolgendo anche le Istituzioni Pubbliche e i media in un progetto privo di alcuna consistenza», ha smontato l’ex Iena: «Dall’esito delle attività investigative commissionate dal Patron – prosegue la nota firmata da Zamparini – sono emerse ipotesi di responsabilità rilevanti, anche sotto il profilo penale, nelle condotte di Paul Baccaglini relative all’acquisizione, tra l’altro, dell’U.S. Città di Palermo, oggi al vaglio delle competenti autorità giudiziarie, anche straniere».
La chiosa finale è dedicata al popolo rosanero. Un popolo che, a prescindere dalle reali intenzioni dello stesso Zamparini in prospettiva futura e dai nomi di potenziali acquirenti, sul fronte societario chiede giustamente chiarezza e un progetto credibile. «Il Palermo Calcio è patrimonio di tutta la città e come tale va protetto e tutelato ad ogni costo – scrive – speriamo e crediamo di poterlo riportare nella sua casa vera, la serie A».
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