«Saremmo andati avanti anche sotto la pioggia battente. Non sarebbe la prima volta. La mancanza di un palco e di una copertura non garantivano gli standard di sicurezza per noi e per voi». È questo il commento amareggiato che gli Elio e le storie tese scrivono su Facebook dopo la cancellazione del concerto di Zafferana Etnea. Unica tappa siciliana, l’evento è stato bloccato dopo poco più di mezz’ora a causa delle condizioni climatiche, anche se c’è chi punta il dito contro l’organizzazione accusandola di cattiva gestione. Lo stesso gruppo, da parte sua, parla direttamente di carenze che hanno reso necessario lo stop, al fine di evitare problemi e incidenti. «La pavimentazione di mattonelle ha trattenuto l’acqua fino a coprire i cablaggi a terra. Non potevamo proseguire oltre – continuano gli Elio nella nota – Le dotazioni mancanti non sono dipese da noi. Amici e amiche, faremo di tutto per tornare. Siamo dispiaciuti quanto voi».
Ma la band non è l’unica a essere dispiaciuta per il flop. La pagina Facebook della società che ha organizzato l’evento, la Musica & suoni, è stata letteralmente inondata di commenti negativi nei quali si parla letteralmente di «truffa» e di «azioni legali» per avere un risarcimento del biglietto. Secondo le tantissime persone che hanno pagato per ascoltare gli Elii, la band non è riuscita a suonare più di cinque canzoni, per una durata totale dell’evento che non ha raggiunto i 45 minuti. «La pioggia era prevista da almeno una settimana – racconta a MeridioNews Ferdinando D’Agostino, un fan che ieri è tornato a casa con le pive nel sacco -, ciononostante il service era tutto scoperto e non c’era neanche un telone per coprire il palco. Proprio per questo – continua – i musicisti hanno bloccato quasi subito l’esibizione per una pausa. Un’interruzione dalla quale, però, non sono mai tornati». È a questo punto che, secondo il racconto dei partecipanti, l’organizzazione ha annunciato l’annullamento. «Lo staff ci ha invitato in modo brusco a uscire – specifica D’Agostino – il clima non era sereno e la sicurezza premeva per farci andare via subito, senza spiegare il perché».
Nulla da fare però per i rimborsi secondo la società che, in una nota pubblicata ieri sera, chiarisce di aver agito nel rispetto della legge e di dover sostenere il costo delle tasse. «Il concerto di Elio e le storie tese è iniziato alle 21:30 e finito dopo i primi 45 minuti – si legge nel testo – L’agenzia delle Entrate chiede, a seguito dell’emissione del biglietto a stacco avvenuto e spettacolo iniziato, il pagamento della quota Iva, e cosi altrettanto chiede la Siae. I biglietti non sono quindi annullabili e pertanto non rimborsabili. Siamo spiacenti, questo è quanto dispone la legge in materia di sbigliettamento. Non è possibile recuperare la data».
«Noi controlliamo ogni giorno Ilmeteo.it, quello che usano i surfisti e che riteniamo più affidabile. Lo facciamo perché gli spettacoli all’aperto sono al 99 per cento dei casi senza copertura – spiega a MeridioNews Nuccio La Ferlita, direttore artistico di Musica & suoni -. In caso di cattivo tempo, solitamente si procede con l’affitto delle coperture, con almeno 48 ore di anticipo perché la procedura deve essere autorizzata dalle commissioni provinciali di vigilanza». Secondo quanto spiega La Ferlita, sono questi gli enti che verificano che i materiali siano omologati e assicurati al terreno secondo le norme. «Il meteo – continua il direttore artistico – indicava un rischio molto basso di pioggia, con un massimo di 0,1 millimetri nella mattina, e totale assenza nella serata. Per questo non abbiamo ritenuto opportuno affittare le coperture anche se in mattinata è cambiata completamente la situazione». «Detto ciò – conclude La Ferlita – non c’è dubbio che chi ha pagato il biglietto, ha visto 45 minuti e si è preso pure l’acqua è molto seccato ma organizzare un concerto non è come accendere la radio, le date non si possono spostare facilmente».
Da parte loro, intanto, sono in molti a pensare a un’azione legale nei confronti dell’organizzazione proprio perché esiste una forte discrepanza tra la durata dichiarata dal pubblico e quella invece riportata dallo staff. «Presumo si possa assolutamente intentare una class action collettiva per chi lo volesse – scrive Marco Calaciura su Facebook – Io, così come le altre tre persone che erano con me, me ne frego altamente se gli organizzatori debbano comunque versare Iva, Siae, il compenso (assolutamente dovuto) a Elio e la sua band. Il problema di fondo infatti non è a mio avviso stabilire se il concerto sia durato dieci, venti o quaranta minuti. La cosa da dimostrare (e lo è ampiamente) è la pessima organizzazione dell’ evento».
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