Youth Guarantee/ Le verità non rivelate del presidente Ortisi

IL NUMERO UNO DELL’ENTE STRUMENTALE DELLA REGIONE AVEVA ANNUNCIATO UNA CONFERENZA STAMPA. POI HA ABBRACCIATO IL GOVERNATORE CROCETTA E L’HA ANNULLATA. TANTE LE DOMANDE. CHE MERITANO CHIARIMENTI CON DATI E NUMERI

Non sono bastati oltre venti mesi al Governo regionale, guidato da Rosario Crocetta, per cambiare in meglio il volto della Formazione professionale siciliana. A poco serve essersi intestato la pulizia nel sistema formativo regionale, perché se di pulizia deve parlarsi, ebbene, questa la si deve all’autorità giudiziaria che ha profuso impegno e qualità per smascherare certe ‘pratiche’ illegittime ed illegali a danno del settore, dei lavoratori, della ‘casse’ pubbliche e dei siciliani.

Cosa ha fatto, invece, il Governo della ‘Rivoluzione’, tanto sbandierata dal governatore della Sicilia, per salvaguardare lavoratori ed enti puliti e virtuosi? Nulla o poco più.

Adesso che migliaia di lavoratori si ritrovano licenziati, sospesi e senza lavoro, è giusto interrogarsi sulla vera volontà dell’esecutivo regionale nel settore. Il riferimento va non solo alla ‘falsa riforma’, che non è mai decollata, nonostante l’annuncio – sui giornali e non all’Ars – del disegno di legge di riforma sul quale mai è stato avviato l’iter parlamentare, ma anche, e soprattutto, al ruolo del Ciapi di Priolo.

Il Ciapi di Priolo con il Governo Crocetta si è ritrovato e svolgere un ruolo che non gli si addice. Almeno a guardarne la struttura, l’organizzazione ed il personale in dotazione.

Una cosa è gestire qualche milione di euro per la formazione e riqualificazione dei lavoratori del bacino industriale di Priolo Gargallo, Melilli e Augusta. Altra cosa è gestire decine di milioni di euro per erogare politiche attive del Lavoro o formazione professionale a migliaia di allievi in molte sedi sparse per l’Isola, senza possederne struttura, know-how e con pochi addetti al seguito. In una parola, senza averne le capacità tecniche e culturali.

Non è servito a nulla lo scandalo che ha investito il Ciapi di Palermo. La sede di Priolo dello stesso Ciapi è stata destinataria di decine di milioni di euro. E di una norma, l’articolo 14 della legge regionale n.13 del 13 giugno 2014, che ne ritaglia un preciso ruolo: operare in house providing, senza limiti, risorse, progetti ed attività.

La prova del nove è stata costituita dal progetto ‘Spartacus’, una dotazione di circa 36 milioni di euro per gestire politiche attive del lavoro in Sicilia e tenere impegnati per sei mesi circa mille e 800 lavoratori della filiera dei Servizi formativi.

Le risorse comunitarie si possono gestire con la formula della mono commessa? Mah, i dubbi restano.

In tanti si chiedono, poi, come è stata rendicontata la spesa complessiva del citato progetto ‘Spartacus’. Come sono stati spesi i soldi per attrezzature, materiale, e servizi? Qualcuno avanza l’ipotesi che, tra le sedi utilizzate, ci siano molte scuole, anche private. Se così dovesse essere, sarebbe utile conoscere con quali modalità sarebbero state scelte le scuole private alle quali sarebbe stato riconosciuto l’affitto per l’utilizzo delle aule.

Bando pubblico, assegnazione diretta? Ed eventualmente con quali criteri oggettivi? Perché un ente di proprietà della Regione siciliana non deve rendere pubblici i conti relativi alla gestione delle risorse pubbliche, e, nello specifico, comunitarie?

Sul progetto ‘Prometeo’, che dovrebbe dare lavoro a poco meno di mille e 415 operatori su circa due mila idonei per la modica cifra di trentacinque milioni di euro e per massimo sette mesi, il ritardo nel completamento delle procedure di avvio dei corsi di formazione professionale la dice lunga sulle capacità manageriali del Ciapi.

Il top lo si è raggiunto con la gestione del piano della ‘Garanzia Giovani’ e con il bando pubblicato nei giorni scorsi che ha provocato la reazione degli ex sportellisti per il contenuto che sbarra l’accesso al lavoro ad una larga parte dei 1800 operatori.

Certo, in questi casi – come abbiamo scritto più volte – è andata in scena una commedia degli inganni: l’Amministrazione che dice una cosa agli ex sportellisti (“Il bando è per voi”) e il Ciapi che, sommessamente, fa sapere che non ci possono essere bandi-fotocopia.

Una domanda al presidente del Ciapi, Egidio Ortisi: presidente, invece di celarsi dietro il paravento dell’ambiguità, e coprire Governo e alta burocrazia regionale con la sua storia personale di politico al di sopra di ogni sospetto, perché non convoca una conferenza stampa e si sottopone alle domande dei giornalisti?

Il paradosso, al limite del grottesco, però, lo si tocca con l’atteggiamento avuto dallo stesso presidente Ortisi durante le calde giornate di trattativa con sindacati e lavoratori sul contenuto del bando, difeso a spada tratta.

Impegni assunti sul contenuto del bando con l’assessore regionale al Lavoro, Giuseppe Bruno, con la dirigente generale al ramo, Anna Rosa Corsello, con i sindacati ed i lavoratori: impegni in parte disattesi.

Quando tutto sembrava girare al peggio per il presidente Ortisi, che si è ritrovato il mondo contro, lo stesso Ortisi aveva annunciato una conferenza stampa che avrebbe dovuto rivelare aspetti ‘piccanti’ dell’intera vicenda.

Su questa brutta o poco chiara storia, invece, è accaduto quello che non ci si aspettava. Mentre in tanti, tra sindacati e parlamentari di Sala d’Ercole chiedevano conto e ragione al presidente Ortisi, il presidente della Commissione Lavoro all’Ars, Marcello Greco, reclamava il commissariamento del Ciapi, a margine dell’audizione congiunta delle commissioni Bilancio e Finanza e Cultura e Lavoro all’Ars, si è materializzato l’abbraccio – ‘mortale’ per i lavoratori – tra il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e lo stesso Ortisi.

Un abbraccio che ha avallato la tesi che, in realtà, il presidente del Ciapi, Ortisi, stia reggendo il ‘gioco’ al Governo regionale sulla pelle di tanti lavoratori.

Presidente Ortisi, che è successo da allora? Da capro espiatorio come mai è passato a ‘salvatore della patria’? E poi di quale ‘patria’? Quali nuovi elementi lo avrebbero convinto a declinare la conferenza stampa annunciata a voce alta??

I siciliani sono curiosi, caro presidente Ortisi, sono ansiosi di conoscer i contorni della vicenda che lo avevano spinto in un primo momento a ‘minacciare’ rivelazioni che apparivano scomode per qualcuno e poi a percorrere la strada del silenzio. L’abbraccio con Crocetta c’entra qualcosa? Ha ricevuto qualche ‘avvertimento’, tane da indurlo al silenzio?

Soprattutto per amore di verità, i lavoratori e non solo sono interessati a conoscere quali garanzie avrebbe ricevuto, dopo l’’abbraccio mortale’, visto che il risultato è la conferma della poltrona al vertice del Ciapi e l’intoccabilità del bando che potrebbe mietere centinaia di vittime, costrette al licenziamento.

Caro presidente Ortisi, lei che è conosciuto per essere uomo trasparente e chiaro, perché non rende pubblica la rendicontazione del progetto ‘Spartacus’? Perché non chiarisce ai siciliani, e soprattutto a lavoratori ed allievi, che sette mesi di gestazione non sono stati sufficienti per avviare i corsi di formazione con il progetto ‘Prometeo’? Cosa sarebbe accaduto? Forse pressioni politiche, o cos’altro?

Ed ancora, cosa lo avrebbe rassicurato al punto tale da annullare la conferenza stampa, annunciata in fretta e furia nel pieno del bailamme e delle polemiche scoppiate a seguito della pubblicazione del bando per il reclutamento del personale da impiegare nelle azioni della ‘Youth Guarantee’? Bando che ricordiamo è stato pubblicato per tre volte.

La trasparenza, quando si tratta di risorse pubbliche, viene sempre al primo posto. È cosa buona e giusta tenerlo a mente.

Giuseppe Messina

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