Youth Guarantee: la grande bugia di Anna Rosa Corsello?

IL MONOPOLIO PUBBLICO SCELTO DAL GOVERNO REGIONALE NELL’ATTUAZIONE DELLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO VIOLEREBBE LA LEGGE REGIONALE N.24/2000. CI RISIAMO, L’ESECUTIVO CROCETTA COME QUELLO DI LOMBARDO?

Piombano come macigni le accuse da più parti in ordine alla burla che il dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e Formazione professionale, Anna Rosa Corsello, avrebbe spiattellato ai referenti delle associazioni degli enti formativi convocati per trovare l’accordo ma liquidati con il ‘dulcis in fundo’.

Dopo la chiamata di qualche giorno fa dell’assessore al Lavoro Giuseppe Bruno al capezzale del Governo per chiedere aiuto al sistema degli enti formativi, ecco servita la doccia fredda.

Per sbarazzarsi degli enti formativi e sbaraccare il settore della Formazione professionale, la dottoressa Corsello avrebbe informato gli operatori del settore sociale che il ministero del Lavoro si sarebbe impuntato chiarendo che il sistema misto, pubblico-privato, per la gestione in Sicilia delle politiche attive del lavoro non lo avrebbe finanziato.

Siamo di fronte ad una gigantesca burla? Sembrerebbe proprio di sì. Pare che la Giunta regionale abbia approvato il piano regionale della ‘Youth Guarantee’ da sottoporre al ministero del Lavoro prima della sottoscrizione della convenzione prevedendo il Ciapi come organismo intermedio. Ed se l’indiscrezione dovesse essere vera, perché questo teatrino?

Prima la proposta del contratto a progetto che ha fatto ‘incazzare’ i lavoratori, con l’effetto di conseguenti disordini di piazza sedati con alcune cariche delle forse dell’ordine. Poi il passo indietro e la chiamata degli enti formativi per convincerli a riprendersi gli ex sportellisti. Ed infine l’ennesimo dietro-front con l’assegnazione al Ciapi del progetto della ‘Garanzia giovani’.

Un gran casino che ha giovato a chi? Se era una mossa per spostare consenso verso il PD, potrebbe ritorcersi contro. La scelta del regime di monopolio pubblico è in antitesi con il contesto attuale. Si tratta di un modello già abolito da decenni, perché antieconomico e in antitesi con l’impostazione comunitaria che ha indicato nella libera concorrenza, nella partecipazione e nell’applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale il riferimento su cui impostare le politiche di relazione sociale.

Una burla confezionata a dovere per due ordini di ragioni.

La prima emerge dalla considerazione che la Regione siciliana ha potestà primaria in materia di organizzazione degli uffici del lavoro e dei Servizi del Lavoro. Il che significa impossibilità del ministero del Lavoro di derogare, per via amministrativa, alla legge regionale siciliana.

La seconda trae spunto proprio da una specifica norma di legge regionale, attualmente in vigore, che individua gli enti formativi quali soggetti destinatari, in convenzione con la Regione siciliana, dell’attivazione di misure di politica attiva del lavoro in attesa del riordino degli uffici periferici, mai avvenuto.

Ad ogni chiarimento, richiamiamo il testo dell’articolo 12 della legge regionale n.24 del 26 novembre 2000.

“Nelle more della riforma dei servizi per l’impiego e della formazione professionale, l’Agenzia regionale per l’impiego e la formazione professionale è autorizzata a stipulare convenzioni con gli enti ed organismi previsti dall’articolo 4 della legge regionale 6 marzo 1976, n. 24 e successive modifiche ed integrazioni, nell’ambito dei piani finanziati, per l’attivazione di misure di politica attiva del lavoro”.

Ci risiamo, quindi! Il Governo regionale che disattende una legge approvata dal Parlamento siciliano delegittimando l’Assemblea regionale siciliana. L’esecutivo del presidente Rosario Crocetta in continuità con il precedente dell’ex governatore Raffaele Lombardo? Come può essere disattesa una norma regionale vigente? Se gli enti sono legittimati dalla legge come può sostenersi che non possono gestire le azioni finalizzate a realizzare misure di politica attiva del lavoro attraverso il piano della ‘Youth Guarantee’?

A meno che la dottoressa Corsello non abbia abrogato, per via amministrativa, la legge regionale n.24 del 2000, come fece il suo predecessore, Ludovico Albert, con la legge regionale n.24 del 6 marzo 1976.

Forse sarebbe il caso che l’assessore al Lavoro, Giuseppe Bruno, prendesse atto della ‘malafiura’ e provvedesse a rimuovere d’urgenza la dottoressa Corsello vista la violazione di una norma regionale vigente alla quale sarebbe in corsa.

In ordine alla previsione normativa contenuta nel citato articolo 12 della legge regionale n.24/2000 sorge un dubbio. E se la Corte dei Conti dovesse indagare sulla legittimità dell’affidamento al Ciapi di Priolo dei progetti ‘Spartacus’ e ‘Prometeo’, cosa accadrebbe? Chi pagherebbe i danni di fronte ad un eventuale accertamento di nocumento alle ‘casse’ dell’Erario pubblico?

In questo marasma generale ci auguriamo che non debbano essere i lavoratori a continuare a pagare per gli errori del Governo regionale. Lavoratori fin troppo massacrati in questi ultimi anni per poter resistere a nuove forme di vessazione.

La politica siciliana la finisca di dormicchiare e si assuma la responsabilità per il ruolo che il popolo gli ha conferito. Questo Governo ha un grande pregio: tirare fuori continuamente nuovi argomenti di polemica per spostare l’attenzione sugli inadempimenti continui e seriali.

Uno per tutti? Non si parla più dello sblocco delle retribuzioni in favore degli operatori della Formazione professionale. L’erogazione del cinquanta per cento continua ad essere impantanato nelle scartoffie degli uffici del dipartimento Formazione professionale. L’ufficio stralcio si muove a rilento sulle procedure di rendiconto e lo smantellamento del sistema è continuo. Giorno dopo giorno un pezzo del sistema si gretola nel silenzio di chi dovrebbe arginare lo sconquasso provocato da questo Governo “solo chiacchiere e distintivo” (celebre frase tratta dal film di Brian De Palma: “Gli Intoccabili”).

Giuseppe Messina

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