«Vogliamo volare, vogliamo lavorare». Megafoni, cori da stadio, e un sit-in che ha bloccato per più di mezzora l’accesso all’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania. E’ ripresa così questa mattina la protesta dei dipendenti Windjet, intorno alle 9.30, nella rotonda antistante il villaggio Santa Maria Goretti. Un centinaio di lavoratori della compagnia low cost, insieme a quelli della società per i servizi a terra Katane i cui destini sono legati a quelli della compagnia aerea di Antonino Pulvirenti, hanno costretto i viaggiatori a scendere dai pullman e percorrere a piedi la distanza, poche centinaia di metri, che li separava dall’aerostazione. «Siamo senza soldi: la cassa integrazione doveva iniziare giorno 1 ma non è ancora partita. Non sappiamo nulla sul nostro futuro, e protestiamo per fare ricordare alla regione e al ministero che ci siamo ancora» dice sconsolata Maria, assistente di volo. Le sue colleghe poco più in là inscenano la demo, in fila come su un aereo di linea a illustrare il percorso per accedere alle uscite di sicurezza, come indossare i respiratori. Il gruppo dei lavoratori ha poi proseguito la protesta con un corteo, conclusosi all’interno dell’aerostazione. Dei destini della compagnia, i vertici aziendali Windjet parleranno giorno 14 con il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera.
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«Per dare respiro ai lavoratori pretendiamo che vengano pagati gli stipendi arretrati di luglio e agosto. I lavoratori sono allo stremo, anche economicamente, bisogna smettere di cincischiare e sbloccare il decreto per la cassa integrazione» dichiara Angelo Villari, segretario generale Cgil di Catania. Nell’incontro di giorno 14 settembre Antonino Pulvirenti dovrebbe illustrare la composizione della cordata di imprenditori che si sono proposti di salvare la compagnia, e Villari auspica «che nel corso dell’incontro venga inserita una clausola per il riutilizzo dei lavoratori della Katane. Questi non possono vivere continuamente nell’incertezza ogni volta che una compagnia è in crisi». Le richieste dei sindacati, in queste settimane di incertezza, sono sempre rimaste le stesse. E Carmelo De Caudo, segretario della Filt-Cgil, il sindacato dei lavoratori dei trasporti, dice chiaramente che «le informazioni circolate sulla composizione della cordata siciliana per salvare Windjet sono solo ipotesi. L’unica cosa che chiediamo è chiarezza e un vero piano industriale». Possibile, per i sindacalisti, un coinvolgimento nell’operazione di salvataggio della Irfis, istituto regionale per il finanziamento alle industrie, mentre sulle altre ipotesi, pare non esserci nessuna certezza. «Il coinvolgimento di banche, camere di commercio e altri enti è da verificare sul tavolo del ministero» conclude Angelo Villari.
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