Wind Jet, pronta la cessione ad Alitalia Non verranno assorbiti 165 dipendenti

Arrivano i numeri ufficiali sulla ricaduta occupazionale che avrà la crisi della low cost etnea Wind Jet annunciata lo scorso aprile. Ieri mattina è stato sottoscritto nella sede del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali un verbale di accordo di cassa integrazione guadagni straordinaria richiesta per tutti i 440 dipendenti a tempo indeterminato. La vecchia Wind Jet Spa cesserà le attività il 30 giugno, mentre la newco – la Wind Jet srl, costituita per realizzare l’acquisizione da parte di Alitalia – comincerà a operare dal primo luglio. Appena la cessione del ramo d’azienda sarà conclusa, però, la cassa integrazione, per un massimo di 48 mesi, riguarderà solo i dipendenti esclusi dal passaggio diretto alla newco. E cioè i 113 lavoratori in seno al personale di terra che non verranno assorbiti.

Numeri che sono stati delineati nell’accordo per la cessione di ramo d’azienda siglato invece nel pomeriggio tra la vecchia Wind Jet e la newco. A rappresentare quest’ultima durante l’incontro è stato Stefano Rantuccio, che passa da Wind Jet spa alla srl con il ruolo di amministratore unico. Insieme all’avvocato Michele Scacciante, delegato del presidente Antonino Pulvirenti, e ai sindacati Filt Cgil e Uil Trasporti è stato stabilito il passaggio senza soluzione di continuità di tutto il personale navigante a tempo indeterminato, per un totale di 249 dipendenti tra comandanti, piloti e assistenti di volo, di cui otto a tempo determinato. Ai quali si aggiungono solo 86 sui 199 lavoratori del personale di terra a tempo indeterminato. «Che saranno individuati sulla base di esigenze tecniche, produttive e organizzative, e quindi tenendo conto delle anzianità di servizio, dei carichi familiari e della legge 104», si legge nell’accordo. Le restanti 113 unità continueranno ad essere dipendenti della Wind Jet Spa, così come i 52 a tempo determinato. I primi entreranno in cigs, mentre per i secondi il rapporto cesserà alla scadenza dei singoli contratti.

Rispetto a quanto prospettato nella lettera del 13 giugno, con cui l’azienda etnea comunicava ai sindacati l’apertura della procedura di trasferimento del ramo di azienda, l’unica novità positiva è che nei primi mesi di attività della newco è prevista l’assunzione di circa 40 dipendenti a tempo determinato e che la scelta dovrà essere fatta prioritariamente tra i dipendenti che non sono passati alla nuova società.

Ma non mancano le condizioni dettate ai lavoratori. La vecchia Wind Jet ha fatto presente che, «al fine di ottemperare ad una condizione sospensiva dell’accordo preliminare alla cessione di ramo d’azienda», entro il primo luglio i dipendenti dovranno sottoscrivere un verbale di conciliazione nel quale rinunceranno ad ogni ulteriore pretesa nei confronti delle due società protagoniste della cessione. Un passaggio dell’accordo ambiguo. Resta infatti da chiarire se la rinuncia non riguarderà le competenze maturate e non corrisposte – i dipendenti sono ancora in attesa delle ultime due mensilità – ma solo eventuali futuri contenziosi. Sarebbe quindi una clausola sospensiva dell’accordo di acquisizione voluta dal gruppo Cai, per evitare di trovarsi erede di cause intraprese contro la compagnia dai dipendenti.

Sull’acquisizione intanto si aspetta il verdetto dell’Antitrust, l’unico atto che potrà veramente mettere al sicuro i posti di lavoro per i 335 dipendenti ceduti alla newco. Alitalia al momento resta fuori dai tavoli delle trattative. «Siamo ancora in attesa di capire se riusciremo ad acquistarla», ha detto riguardo alla Wind Jet l’amministratore delegato Andrea Ragnetti in occasione di una convention con i propri dipendenti. Che si è svolta mentre si siglavano gli accordi sulle sorti dei lavoratori della low cost etnea e durante la quale Ragnetti ha dichiarato che il 2012 per la compagnia di bandiera sarà peggiore dell’anno precedente.

Agata Pasqualino

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