C’è chi la definisce militarizzazione del territorio. E chi invece saluta con piacere la costante presenza – da almeno sei mesi – delle forze dell’ordine in Vucciria. Le camionette di polizia e carabinieri da questa primavera fanno la spola tra piazza Garraffello e piazza Caracciolo, insieme a un nutrito numero di agenti che in pianta stabile presidiano lo storico quartiere del centro ed effettuano numerosi controlli presso le attività commerciali della zona. Uno scenario impensabile fino a due anni fa, nel quartiere che più di tutti ha finora resistito al processo di rinascita del centro storico fortemente spinto dal Comune.
Tra coloro che hanno più invocato la presenza dello Stato c’è la neonata associazione La loggia fa Vucciria. Composta da residenti storici e da aspiranti nuovi residenti, l’associazione è recentemente uscita allo scoperto dopo un articolo di Repubblica che, all’indomani del brutale omicidio nel quartiere San Lorenzo a Roma, mappava le cosiddette terre di nessuno. Tra queste, secondo il quotidiano, c’è anche il quartiere palermitano. Un ritratto respinto dai componenti de La loggia fa Vucciria, che in una nota sottolinea invece la rinascita del quartiere degli ultimi tempi.
«Con la scusa della movida e del divertimento giovanile – scrive l’associazione – la zona della Vucciria, nel centro storico di Palermo, era divenuto il più grande mercato delle droghe leggere e pesanti della città di Palermo. Ma da più di un anno qualcosa è cambiato. L’alleanza tra cittadini e forze dell’ordine ha invertito in maniera, speriamo irreversibile, e sicuramente positiva la vivibilità di questi luoghi. Le forze dell’ordine, con in prima linea il prefetto e il questore, hanno iniziato opere di prevenzione e, in alcuni casi, di repressione contro i fenomeni di illegalità».
Ma da dove nasce questa neonata associazione? Da una costola del comitato Vucciria, che da un anno – sul modello di Sos Ballarò – tenta un nuovo rapporto coi residenti all’insegna delle buone pratiche e di un processo di cambiamento culturale che passa da proposte come il coinvolgimento delle scuole per creare spazi aggregativi, la pedonalizzazione e il regolamento unico dei mercati. Una lunga serie di obiettivi che si è concretizzata in diversi tavoli di lavoro. Dal gruppo che affrontava il tema della vivibilità (uno dei temi più sentiti) è poi nata l’idea di staccarsi e di creare una nuova realtà.
Nessuno però, nè dall’associazione nè dal comitato, vuole sentire parlare di scissione. Al massimo di strategie diverse per obiettivi comuni. Resta comunque una separazione che ha fatto intraprendere strade diverse: una, più informale, resta quella del comitato; l’altra, più strutturata, è quella dell’associazione. «Non siamo comunque in contrasto – ribadisce Olga Catania, che fa parte del consiglio direttivo – Come associazione ufficialmente siamo nati da pochissimo, anche se ci riuniamo costantemente da tempo. Tra di noi ci sono residenti ed esercenti della zona, nonché molti giovani. Certamente ci sono anche i nuovi residenti e chi ha investito sul quartiere, nonché chi vuole aprire attività regolari senza la sleale concorrenza delle attività illegali. Abbiamo solo ritenuto più opportuno realizzare qualcosa di più formato e definito: il comitato si occupa più di attività ludiche e rivolte ai bambini, noi cerchiamo di portare avanti temi diversi. L’esigenza comunque è quella di fare diventare più fruibile la Vucciria».
Nel quartiere in tanti si chiedono il reale motivo della massiccia presenza delle forze dell’ordine visto che la presenza della malavita nel quartiere è atavica e che, come ribadisce la stessa Catania, «fino a poco tempo fa neanche entravano in Vucciria». Il sospetto è che serva in un certo senso a bonificare la zona dalla presenza delle organizzazioni criminali, per consentire poi i nuovi arrivi di chi ha acquistato degli immobili o intende farlo. Considerando in ogni caso che gran parte dei palazzi sono fatiscenti e pericolanti, mentre il cosiddetto fascino delle rovine mal si concilia con una città dal respiro europeo come vuole essere da tempo Palermo. «La presenza delle forze dell’ordine non è stata chiesta da noi – ribadisce Catania -, abbiamo avuto nel tempi più incontri col sindaco Orlando e abbiamo segnalato le esigenze dei residenti, tra le quali c’è certamente un maggior controllo del territorio. Può darsi che la rete tra questura, prefettura e Comune sia scaturita anche dalle nostre richieste. Di certo c’è che all’ultima assemblea pubblica in piazza Caracciolo, quando i residenti hanno chiesto di alleggerire il presidio delle forze dell’ordine, Orlando ha risposto che sarà fatto solo quando ce ne saranno le condizioni».
Se la Vucciria sta lentamente cambiando («non è un giardino dove portarci i bambini ma di sicuro è molto meglio»), insomma, lo si deve a chi da qualche tempo ha scelto di tornare a investire il proprio tempo e le proprie risorse sul quartiere. Come l’associazione La loggia fu vucciria, che a breve organizzerà una nuova riunione («per presentare nuovi progetti e capire quali azioni portare avanti, penso ad esempio al tema della viabilità») e che al momento conta già un centinaio di firme di adesione.
«Molti residenti e alcuni commercianti – si legge nel testo diffuso dall’associazione – hanno capito che non si poteva continuare a regalare questa bellissima parte della città alla mafia; a loro si sono aggiunti intellettuali, imprenditori, e cittadini democratici che stanno cercando, ognuno col proprio ruolo, di fare rinascere la vivibilità del quartiere contribuendo anche economicamente al recupero urbanistico dei luoghi. Tutto ciò – conclude la nota – grazie agli sforzi fin qui fatti dai cittadini e dalle forze dell’ordine a cui va il nostro grande ringraziamento».
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