Vivere tre settimane dentro a un cubo trasparente L’illusionista Christian Carapezza a caccia del record

Ha trascorso 15 giorni dentro a un cubo trasparente, senza mangiare e sotto gli occhi di tutti dal vivo e in diretta streaming 24 ore su 24. Ma gliene mancano ancora sei per raggiungere il guinness. L’illusionista palermitano Christian Carapezza non demorde, è ancora lì, nel suo cubo trasparente con un microfono in mano pronto a interagire con chi, dopo un pomeriggio di shopping al centro commerciale Conca d’oro, gli chiede come sta.

Passate le prime due settimane, la stanchezza si fa sentire. «Oltre al non mangiare – spiega Carapezza a MeridioNewsdormo poco e male. Non ho un letto comodissimo, una lettiga da infermeria dove riposo tre-quattro ore a notte. Tra l’altro, da quando sono chiuso qui dentro, non cammino. Le gambe si atrofizzano e comincio a sentire qualche crampo. Devo fare molto stretching per mantenere il corpo reattivo».

La scommessa è nata due anni fa, guardando su internet i video di un collega americano. «Si è accesa la lampadina – racconta – volevo farla anch’io questa cosa, dato che faccio l’illusionista estremo ho voluto fare un guinness estremo che porta il mio corpo sia il fisico che la mente al limite dell’impossibile. Mi sono detto: “Christian provaci anche tu perché ne sei capace”». Alle spalle dell’impresa c’è una lunga e dura preparazione. «La preparazione è stata molto lunga – spiega l’illusionista palermitano – ed è iniziata prima della pandemia. C’è un allenamento fisico e mentale, ho un mental coach che mi segue, ma soprattutto c’è la preparazione alimentare. Ho dovuto portare una alimentazione classica ai minimi termini per entrare qua dentro e non avere l’esigenza di dover mangiare. Faccio dieta da quasi sei mesi e negli ultimi tre molto ristretta».

Era tutto pronto già per il 7 novembre 2020, confida Christian, poi però lo scoppio della pandemia ha bloccato il progetto. «Abbiamo ripreso con gli allenamenti quest’estate», rivela. All’interno del cubo Christian è ben attrezzato, ha un pc e una telecamera per le dirette, una sedia, il lettino, il phon, un secchio, i guanti insaponati, un piccolo gabinetto da campeggio e una tenda box doccia. Per andare in bagno o lavarsi apre la tenda nera e si ritaglia un momento di privacy. Ciò che soffre di più è il caldo: «Il freddo riesco a reggerlo – spiega – ho felpe, piumoni, una stufetta. Ma il caldo è un problema: non ho aria condizionata. Il ventilatore finisce per spostare aria calda, mi riparo in una striscia d’ombra».

«Ha mai pensato di mollare?», chiede una signora. Christian è gentile e risponde alle curiosità di chi gli si avvicina, nonostante la stanchezza: «Due, tre giorni fa sì – spiega – ho avuto un abbassamento di pressione imprevisto. Ho pensato “se comincio così ora, non ci arrivo a 21 giorni”, ma parlando con il dottore, sono stato rassicurato, era normale avevo solo fatto qualche sforzo di troppo, mi ero fatto lo shampoo quel giorno». E se le ore al chiuso sembrano non passare, in realtà la compagnia a Christian non manca. «C’è tanta gente che viene a supportarmi – racconta – giovedì sono venuti gli automobilisti di autoclub Palermo con le loro macchine, nel weekend vengono alcuni miei amici artisti a fare spettacoli». C’è chi si è montato una tenda la notte per fare compagnia all’illusionista palermitano, qualcun altro invece si è messo a mangiare un piatto di pasta al forno davanti alla teca trasparente, per fargli un dispetto.

«La notte c’è tanta gente che viene fino alle 4 del mattino – racconta Carapezza – tanti ragazzi soprattutto nel weekend vengono a trovarmi. Escono dai locali e vengono a farsi le foto, i selfie, a farmi domande come se fosse giorno. Per loro giustamente è un sabato come tanti altri, io con tante ore di stanchezza addosso vorrei andare a riposare ma questo è ciò che comporta fare una cosa del genere all’aperto, ne ero consapevole. Anzi grazie a chi viene per supportarmi in questo percorso». Ogni giorno, nelle pause da lavoro, passa anche la moglie. Con il figlio di dieci anni, invece, Carapezza ha frequenti videochiamate. «Mi mancano i familiari – ammette Christian – ma sanno che è un gioco, una prova di coraggio estrema, che è iniziata e dovrà finire».

La prima cosa che farà, arrivato a casa, sarà una doccia. «Mi lavo a pezzi per ora – spiega – poi mi sbaciucchierò la famiglia e mi metterò a camminare». Sottinteso il mangiare: «Non so cosa farò prima, se mangiare o lavarmi. Probabilmente entro con il cibo nella doccia. Cosa mangerei? Un piatto di lasagne, ma purtroppo devo riprendere gradatamente. Prima con gli omogenizzati, poi la pastina, cibi semplici e poco complicati».

Maria Vera Genchi

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