Viva il Trono Vuoto. Viva la Libertà

Esiste una parte di noi che è nascosta, folle, geniale. Se riusciamo a tirarla fuori, se riusciamo per lo meno a vederla e poi a lasciarla esprimere, troviamo la Libertà. La nuova opera di Roberto Andò, “Viva la libertà”, si dispiega su questo concetto centrale realizzando un film, anzi, tanti film in uno. E riesce ad essere ugualmente compatto e godibile, promuovendo idee e riflessioni in volume considerevole grazie a piani narrativi concatenati che non si disperdono mai e che invece divertono sempre nella sorpresa come nella conferma.

Non a caso alla conferenza stampa di ieri mattina per la sua presentazione a Palermo (cinema Rouge et Noir), dove è intervenuto anche un eminente musicologo italiano come Gioacchino Lanza Tomasi di Lampedusa, le domande e le risposte si sono susseguite in un crescendo d’interesse da parte di tutti. Tra gli ospiti nell’anteprima serale il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l’assessore Francesco Giambrone oltre a tante personalità del mondo dello spettacolo a Palermo.

Roberto Andò e la distribuzione “01” non potevano centrare meglio la tempistica d’uscita. Il quadro del racconto si sviluppa in un periodo elettorale e con l’assenza-presenza d’un personaggio rappresentativo che lascia inaspettatamente “vuoto” il suo “trono”, come dal titolo del romanzo dello stesso autore (Il trono vuoto, Bompiani 2012, vincitore del premio Campiello per opera prima e del Premio Vittorini per opera prima) dal quale è tratta l’opera cinematografica.

Il film esce dunque in concomitanza non solo di una campagna elettorale che vive dell’attesa di una svolta come nel racconto, ma a pochi giorni dall’abbandono del trono papale che fa parlare tutto il mondo del contrasto tra libertà individuale, libertà delle scelte personali, e responsabilità dovute alla propria funzione pubblica e di leadership. Un colpo di fortuna? Non esclusivamente. Un artista è artista perché è visionario, proprio come racconta il film, qualsiasi sia il proprio mestiere. Da visionario sa intuire i piccoli, grandi passi della storia. Sia quando la storia “zappi a millimetri”, sia quando  faccia un salto repentino.

E l’anteprima di ieri ha avuto il sapore di un grande salto per il regista palermitano: questo film lo consacra come un artista che non solo ha molto da dire con uno stile personale ben identificato, ma che lo dice con una raffinatezza e una godibilità superiore, trovando più spunti per il divertimento e per la riflessione del pubblico. Se un’opera cinematografica è anche opera del comunicare, questo film è riuscitissimo dall’inizio alla fine.

Il protagonista non poteva essere che Toni Servillo, già grande in tante occasioni, imponente in “E’ stato il figlio” di Ciprì, conferma, anzi, supera i propri precedenti con un film che, come dichiarato da Roberto Andò (nella foto tratta da www.darngtodo.com), “non si sarebbe fatto se non avesse aderito al progetto”.

Servillo dà il suo tocco irrinunciabile evidenziando la narrazione e le diversità comportamentali del doppio protagonista (Enrico Oliveri e Giovanni Ernani) con una maestria illuminante. Andò si affida giustamente a lui per dettare il ritmo del percorso narrativo e le trasformazioni dell’epica giornaliera… e forse anche dell’epoca storica.

Servillo non è solo nel suo compito. Oltre a una guida di regista maturo come Andò, trova sponda in una serie di attori non protagonisti che esaltano l’impresa. Innanzitutto Valerio Mastandrea (interpreta Andrea Bottini, segretario particolare di Enrico Oliveri) che segue a ritmo crescente la strada della libertà tracciata dalla folle esperienza del “trono vuoto”. Ma soprattutto le donne che, finalmente, in un panorama  cinematografico dove c’è stata fin troppa misoginia negli ultimi tempi, sono figure che narrano amore, coscienza, emancipazione, critica… Libertà.  Sono loro, in realtà, che guidano le scelte della libertà. Valeria Bruni Tedeschi interpreta Danielle, amante e madre, mostrando l’essenza della libertà intima e personale, fuori dagli schemi, passionale, vera chiave del film. 

E ancora Michela Cescon, Anna Bonaiuto, Judith Davis, Lucia Mascino, Giulia Andò, Stella Kent interpretano ruoli che raccontano un panorama femminile non caricaturato, straordinario nella propria attonita semplicità che viene coinvolta e accompagna il pubblico nel turbine degli eventi, nella svolta personale e politica del protagonista. In particolare la piccola Stella Kent stupisce più di tutti: attrice nata, farà parlare di se.

Eric Tring Nguyen, Andrea Renzi, Massimo De Francovich (nel ruolo del Presidente della Repubblica), Gianrico Tedeschi, Renato Scarpa contribuiscono a formare il pregio del film di Andò, dipingendo un universo maschile molto più attendista malgrado le apparenze e i ruoli. Se Servillo è indispensabile, lo sono anche loro nello sbalzare la figura centrale del racconto in tutti i passaggi-chiave.

Come per Servillo quale attore protagonista, Roberto Andò non poteva non scegliere le musiche del maestro palermitano Marco Betta per sottolineare la ricerca della libertà.

Tra i migliori film della stagione. Da vedere, possibilmente con i propri figli e nipoti.

Scheda-film “Viva la libertà”

Paese: Italia, 2013 Regia: Roberto Andò Soggetto: Roberto Andò Sceneggiatura: Roberto Andò  Angelo Pasquini

Interpreti e personaggi : Toni Servillo: Enrico Oliveri/Giovanni Ernani, Valerio Mastandrea: Andrea Bottini, Valeria Bruni Tedeschi: Danielle Michela, Cescon: Anna, Anna Bonaiuto: Evelina Pileggi, Eric Tring Nguyen: Mung, Judith Davis: Mara, Andrea Renzi: De Bellis, Gianrico Tedeschi: Furlan, Massimo De Francovich: Presidente, Renato Scarpa: Arrighi, Lucia Mascino: Contestatrice, Giulia Andò: Hostess, Stella Kent: Helene

Fotografia: Maurizio Calvesi Musiche:  Marco Betta Produttore: Angelo Barbagallo Casa di Produzione : Bibi Film, Rai Cinema. In associazione con BNL Gruppo Paribas Distribuzione in Italia: 01 Uscita in Italia:  14 Febbraio 2013 Durata: 94’

 

 

Gabriele Bonafede

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