L’ala nuova dell’edificio è riscaldata, con circa 40 classi, ma l’impianto di riscaldamento è spento perché necessita di manutenzione. Nella parte vecchia dell’edificio, sorto all’epoca del Ventennio, circa trenta classi, non è stato mai acceso, perché non è stato completato. Stiamo parlando dell’istituto tecnico commerciale Vittorio Emanuele III dove questa mattina gli studenti si sono riversati nella palestra per dire basta a una situazione che non è ancora stata risolta. Gli studenti si attrezzano con sciarpe, maglioni pesanti, coperte e piccole stufe ma non basta a proteggerli dal freddo delle ultime settimane.
«Ci troviamo in questa situazione dal primo dicembre, giorno nel quale per legge si sarebbero dovuti accendere i riscaldamenti – dice Alessandro Turi, rappresentante d’Istituto – purtroppo questa situazione avviene ogni anno. Restiamo al freddo proprio nei mesi invernali e poi questi vengono riparati quando ormai non c’è quasi più bisogno, alle porte dell’estate. Hanno funzionato per un paio di giorni ma solo nell’ala nuova, dove l’impianto è attivo, l’ala vecchia invece, anche quando questo verrà aggiustato resterà al freddo per un problema strutturale».
Ma non sono solo i riscaldamenti il problema dell’istituto: una delle due palestre, la più grande, è chiusa da 12 anni, mentre da sette mesi gli studenti non sono potuti entrare dall’ingresso principale della scuola di via Duca della Verdura, in quanto un pezzo di cornicione è pericolante. Dopo recenti lavori è tornata agibile, ma ancora si entra da via Maggiore Toselli.
Per la Città Metropolitana, da cui dipendono i licei palermitani, l’istituto risulta climatizzato: «Anche volendo mettere delle stufe o delle pompe di calore nell’ala vecchia – continua Turi – l’ente preposto non ci finanzia perché sulla carta abbiamo i riscaldamenti. Negli anni precedenti abbiamo chiesto un sopralluogo, tramite i dirigenti scolastici, anche per verificare lo stato di una delle palestre chiuse da 12 anni perché è crollata una parte di tetto, ed è inagibile. Per fare educazione fisica usiamo ne usiamo più piccola, dove però non entrano tutti gli studenti che dovrebbero farla e quindi su turni, o fuori, cosa che nei mesi invernali non sempre è possibile. «Ci teniamo a sottolineare che la protesta non è contro il nostro preside Carmelo Ciringione, né con l’ufficio tecnico che stanno lavorando duramente. Speriamo di riuscire a farci sentire anche perché ci sono altri istituti nelle nostre stesse condizioni».
Negli uffici però le pompe di calore sono presenti, ma «ci sono da sempre», dicono i dirigenti scolastici che condividono le preoccupazioni degli studenti e si stanno attivando per risolvere la situazione: «Fino ad ora l’ingresso dell’Istituto su via Duca della Verdura era rimasto chiuso – spiega uno dei vicepresidi, il professore Pietro Corica – adesso ci stiamo occupando di ripulire tutto e stimiamo che entro una settimana riusciremo a riaprirlo. Per quanto riguarda i lavori negli impianti di riscaldamento nell’ala nuova c’è un guasto, un problema legato alla manutenzione che la ditta sta già cercando di risolvere. Nell’ala vecchia invece il problema è diverso perché l’impianto non è stato mai completato. Invece sul fronte della palestra c’era l’ipotesi di provvedere da noi se riusciamo ad accedere a determinate fonti di finanziamento ma ancora non sappiamo quanto la cosa sia fattibile».
Aggiornamento:
L’ente preposto a intervenire su alcune delle carenze dell’edificio è la Città Metropolitana che per bocca dell’ingegnere Fabrizio Di Bella, dell’ufficio logistica scolastica, afferma: «La situazione della Città Metropolitana è nota, quindi noi possiamo garantire soltanto le manutenzioni più urgenti. Non possiamo eseguire interventi di entità considerevole. Il Vittorio Emanuele III è l’edificio scolastico più grande di Palermo, richiede tutta una serie di interventi e le risorse necessarie per mettere a regime l’immobile sono ingenti. A dicembre, ad esempio, siamo intervenuti per la messa in sicurezza dei cornicioni e i lavori sono stati completati. Ci auguriamo che si esca da questa emergenza finanziaria e si torni a poter garantire la normale manutenzione degli immobili».
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